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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 6.1896

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Patroni, Giovanni: Vasi arcaici delle Puglie nel Museo Nazionale di Napoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.8556#0192

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371

VASI ARCAICI DELLE PUGLIE

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bruno, disposta a festoni. Sui lati, nello spazio chiuso
dalla banda rossa, scaletta ad occhi con triplico linea
intercalare. Decorazione svanita.

II. Vasi appuli di altri tipi.

A tener qui distinti dai vasi già esaminati questi
che seguono, induce più che altro una scrupolosità di
metodo, giacché la parentela reciproca si scorge a
prima vista. Vasi analoghi al gruppo precedente si rin-
vengono sopratutto in Terra d'Otranto, e la più no-
tevole raccolta di ceramica del genere è quella del
Museo di Lecce. La Messapia è anche l'unico angolo
dell'Italia meridionale, dove si rinvengono iscrizioni
con alfabeto derivato dal greco, ma in lingua non greca
e tuttora indecifrata. Al gruppo di vasi ora descritti
spetta dunque il nomo di messapico con non minore
buon diritto che a quei monumenti epigrafici, cui viene
esso stesso ad arrecare un contributo inaspettato. Se
per i pochi vasi la cui provenienza è nota gl'inven-
tari indicano Canosa, ciò non può spaventare chi sia
pratico e del materiale archeologico dell'Italia meri-
dionale e del Museo napoletano.

Di regola negl' inventari non si teneva conto
della provenienza degli oggetti, massime di questi,
tenuti quasi a vile. Raramente è segnata la provenienza
di piccoli oggetti che entravano alla spicciolata, e in
tanto si può ritrovare quella dei vasi canosini sopra
notati, in quanto che in quel torno di tempo in cui
compilavasi l'inventario delle terrecotte era aperto in
Canosa uno « scavo regio », e veniva immessa qualche
partita d'oggetti tutti sotto la medesima dizione di
provenienza ('). V'è dunque al contrario quasi la cer-
tezza che i vasi arcaici appuli, di cui non è notata la
provenienza, non provengano da Canosa. Di più un
vecchio cartello conservato nell'interno di uno di essi
(n. 5356 collez. terrecotte) attesta che l'oggetto veniva
da Brindisi, mentre tale provenienza non è riportata
nell'inventario. Quindi è probabilissimo che non solo
la patria d'origine, ma il luogo di rinvenimento effet-
tivo, massime dei vasi da me enumerati nella classe
messapica, sia stato proprio la penisola sallentina. Il
rinvenimento di materiale analogo nell'Apulia propria-

(') Cfr. l'inventario delle terrecotte al n. 6290 sgg.

mente detta non può significare che due cose : o che
fra le varie popolazioni appule esistevano relazioni e
scambi, o che esse, sotto vari nomi, non erano se non
un solo e medesimo popolo ('). Si noti intanto che
i pochi vasi messapici, provenienti da Canosa, sono
tutti pezzi di secondaria importanza.

I vasi che seguono si distinguono adunque dalla
classe messapica per due ragioni. La sintassi decorativa
di quella è basata quasi esclusivamente sul principio
di listare il vaso con zone d'ornati di eguale larghezza;
ed in tali ornati predominano le forme naturali, da
cui sembrano derivate le lineari, che per lo meno
hanno sempre un carattere fantastico, non mai geome-
trico. In questi altri vasi invece da una parte la sin-
tassi decorativa è più varia e più libera, e dove sono
zone non sono eguali; dall'altra alcuni esemplari hanno
una decorazione totalmente geometrica. Ora, mentre
l'etnografia degli antichissimi abitatori delle Puglie è
ancora molto incerta, e mancano finora sui luoghi stessi
ricerche metodiche, io sono obbligato ad arrestarmi
davanti a tali differenze. Soltanto della prima classe,
che ho già distinto col nome di messapica, sono auto-
rizzato a studiare l'origine dello stile per trarne conse-
guenze etnografiche ; e soltanto dopo che avrò dedotte
queste ultime, il che mi riserbo di fare ampiamente
altrove, potrò dare dei vasi che qui seguono le attri-
buzioni che mi sembrano più probabili.

a) Collez. terrecotte, n. 5356 ; provenienza Brin-
disi (da cartello conservato dentro il vaso stesso);
forma che denomino anfora appulo-liccana, conosciuta
nel commercio col nome di vaso a rotelle ('-) ; alt.
m. 0,22, coi manichi 0,30 (v. la fig. 14).

Ornati :

Sul collo : sotto il labbro, banda orizzontale con

(') Tali relazioni non sono ignote alla storia : al V secolo
troviamo Iapigi c Messagli alleati contro Taranto.

(2) Furtwiingler, Vascnsammlunfi zu Berlin, forma 14. La
medesima forma, con lievi variazioni, viene conservata pertina-
cemente in Lucania al tempo della fabbricazione nello stile greco
a figure rosse (cfr. Heydemann, Vasensamtnluni/ su Neapel. for-
me 71-75); tale persistenza si comprende dato il poco avanzato
ellenizzamento dell'aspra e montuosa regione, in confronto degli
altri due centri di officine ceramiche, la Campania e l'Apulia.
Si tratta dunque di una forma nazionale, che dimostra l'affinità
di stirpe e di tradizioni artistiche tra le popolazioni appule e
le lucane. Per una più ampia discussione intorno al carattere
indigeno dell'arte lucana, rimando al mio prossimo lavoro sulla
ceramografìa italiota.
 
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