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DI UN FRAMMENTO 131 LEGGE ROMANA

SCOPERTO IN TARANTO

RELAZIONE SULLA SCOPERTA E TESTO EPIGRAFICO

Il 18 di ottobre del 1894, trovandosi in Taranto
il cav. prof. Luigi Viola, ispettore dei Musei, ebbe la
fortuna di acquistare cinque frammenti di lamina in
bronzo, nei quali, non ostante lo stato di ossidazione
e di incrostazione che li ricopriva, apparivano delle
lettere. Interrogati i venditori circa il luogo della sco-
perta, risposero che da parecchi mesi avevano raccolti
quei bronzi presso la sponda di Mar grande, quivi ca-
duti a cagione di una frana dopo una grande alluvione.
Non parendo ciò verosimile al prof. Viola, ed avendo
egli fatte altre dimande, uno dei venditori narrò invece
di averli trovati presso la città, mentre si scavava un
fosso per piantare un albero.

Ripetevasi ciò che altre volte si ebbe a deplorare
in occasione di grandi scoperte, cioè il desiderio di
tener nascosto il sito del rinvenimento. Ma il Viola non
si contentò della grande fortuna che aveva avuto; e
poiché gli appariva manifesto che quei bronzi doves-
sero spettare ad una legge romana, non volle tardare
a darne lo annunzio a S. E. il Ministro della pubblica
istruzione, on. prof. Guido Baccelli, tanto più che sa-
peva trovarsi egli in Napoli, dove avrebbe potuto subito
andare e presentarsi a lui.

Difatti il giórno dopo il prof. Viola partì per Na-
poli, ed essendosi l'on. Ministro recato a visitare gli
scavi di Pompei, ebbe l'onore di presentargli quivi i
frammenti e parlargli della scoperta, per la quale il

Ministro dimostrò subito il più vivo interesse, pronun-
ciando parole nobilissime, ed incaricando il prof.. Viola
di tornare in Taranto per proseguire le ricerche.

Tornato immediatamente in Taranto, le sue cure
non furono infruttuose; perocché non solo riuscì a
salvare un sesto frammento della stessa tavola di bronzo,
ma potè altresì conoscere il vero sito della scoperta.
In una delle nuove costruzioni del borgo a porta Lecce,
nei terreni del sig. Carlo Cacace, nell'area ceduta al
muratore Luigi Piccoli, fu riconosciuto un pozzo antico,
espurgando il quale si ritrovarono i sei frammenti che
il prof. Viola aveva potuto salvare. Por buona sorte
appartengono tutti e sei ad una sola lamina, e si ricon-
giungono in modo da offrirci, senza grandi lacune, una
parte cospicua di un documento di grandissima impor-
tanza. Per la qual cosa non è ardito lo sperare, che
nuove e preziose parti del documento stesso possano
ancora recuperarsi, con nuove indagini nel sito sopra
indicato.

Nondimeno, se chiaro appariva che i pezzi recu-
perati appartenevano ad una sola lamina, in cui era
inciso un documento di carattere pubblico, non era
agevole il ricommetterli, troppo essendo stati sformati
pel modo violento con cui la lamina era stata infranta.
Per la qual cosa fu necessaria la grande perizia di
un abile restauratore, cioè del sig. Edoardo Bramante,
addetto all' amministrazione del Museo Nazionale di
 
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