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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

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Orsi, Paolo: D' una città greca a Terravecchia presso Granmichele in provincia di Catania
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https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0130

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243 d' una

sulle spalle, sembra fosse la testa della nostra sta-
tuetta, a giudicarlo da qualcuna delle teste che meglio
sembrano ad essa convenire.

La serie delle statuette muliebri dell' arcaismo raf-
finato si chiude con due busti pressoché eguali; il
migliore, riprodotto alla tavola V, misura in altezza
cm. 44 i, in largh. massima all'orlo inferiore cm. 29 {.
La testa impostata sopra un busto completamente liscio,
senza indicazione anatomica delle parti, ricorda nelle
fattezze asciutte l'Apollo di Tenea ; la faccia trapezoi-
dale, il mento quadro prominente con due pomelli, grosse
le labbra, cascante 1' inferiore, asciutte le gote dai zi-
gomi sporgenti, orizzontale l'occhio amigdaloide, e pla-
sticamente indicati 1' orlo della palpebra e 1' arco sopra-
cigliare. Non sorridente, ma è composto a fredda serenità
il volto, bassa la fronte e nascoste le tempia sotto due
masse piatte di capelli, ad ondulazione crescente dalla
scriminatura centrale alle orecchie, mentre di dietro
scendono in una falda unita sino a metà del collo.
Le orecchie esattamente indicate e collocate hanno
il lobo inferiore forato per ricevere un orecchino me-
tallico. La testa è sormontata da un alto kalathos cir-
condato alla base da una fascia e da un cordone con
dischetti ornamentali, che può anche credersi un afmv^
per i capelli. Nel torace due fori cilindrici al posto
delle ascelle corrispondono dalla parte posteriore sulle
spalle, e penso fossero destinati a reggere dei panneggi
coi quali il busto forse nelle grandi solennità era co-
perto. I due esemplari hanno piccolissime, quasi inav-
vertibili, differenze di stile, di dimensioni e di partico-
lari ; alla esistenza di altri esemplari possiamo ar-
gomentare mediante parecchi frammenti.

Chi ha plasmato queste teste non fu un semplice
figurinaio, ma un modesto plastico, che però ebbe tutto
il sentimento dell'arte sua, e che nelle sue opere tra-
sfuse quanto e meglio potè delle norme stilistiche do-
minanti nell' ambiente che lo aveva fatto, nei modelli
eh' egli tolse a guida. Pigli si poso amorosamente at-
torno a questo tipo, riproducendolo, e non col sussidio
del solo stampo, quanto più esattamente poteva; egli
non lo creò, ma lo diffuse. Quale fosse il prototipo
ieratico, ancora non ci consta ; possiamo solo discorrere
delle copie, che sul suolo della Sicilia ci è dato seguire
per oltre un secolo.

Granmichele. Fin qui stanno in testa alla serie
i nostri due esemplari (n. 1-2) dell' ultimo arcaismo,

greca 244

e che, date le condizioni del movimento plastico, so-
pratutto in Sicilia, saranno più prossime al 500 che
al 480 ; da mie notizie private risulta, che due altri
esemplari (n. 3-4), pure di Granmichele, furono venduti
anni addietro (') al console britannico di Palermo, nè
so dove siano emigrati. Sono pure di Granmichele i
due esemplari interi, ed i due frammentati (n. 5-8) del
Museo di Siracusa (Kekulé, Terracotten, tav. IX e X,
pag. 61), i quali per i caratteri stilistici, per la forma
di acconciatura, per l'impiego della policromia, arri-
vano al secolo IV (Orsi, Notizie degli Scavi, 1891,
pag. 379).

Siracusa (n. 9-11). Esemplare intero e frammenti
di due altri rinvenuti in pozzi antichi (Orsi, Noi., 1891,
pag. 377 o seg.) e da me interpretati per Afrodite od
Afrodite-Persefone. Per ragioni di stile essi vanno col-
locati nella prima metà del IV secolo (Orsi, 1. cit. ;
Petersen, Roem. Mitth., 1892, pag. 180).

Akrai (n. 12-13). Due esemplari, che mal si pos-
sono giudicare dai piccoli e manierati disegni, che ne
ha dato il barone ludica {Le antichità di Acre illu-
strate, tav. XIII, pag. 114). Che sia un santuario di
Afrodite il sito dal quale vennero estratte non lo as-
sicura l'iscrizione mutila quivi scoperta; anzi poiché
dalla stessa località provengono bassorilievi con ban-
chetti funebri ed iscrizioni a defunti eroizzati (ludica,
op. cit., tav. XIV), è assai più verosimile si tratti di
una delle divinità di Eleusi. Su altri due esemplari
(n. 14-15) della collezione ludica, perduti, cfr. Kekule,
op. cit., pag. 62.

Catania (n. 16). Esemplare di ignota provenienza
(Granmichele ?), ora nel Museo Civico ai Benedettini
(Kekulé, op. cit., pag. 62, fig. 124).

Centurippa (n. 17). Esemplare inedito, di grandi
dimensioni, di stile nobilissimo, il quale finisce alla
base del collo e manca del busto (Museo di Siracusa).

Gela (n. 18). Busto acefalo del Museo di Sira-
cusa ; importante per conoscere il modo di imposizione
della testa, la quale, qui, era innestata sopra una specie
di perno (inedito).

Agrigento (n. 19-23). Quattro esemplari, più o
meno lesionati ed un quinto in forma di erma bifronte,
tutti di arte grandiosa, rinvenuti dentro un acquedotto

(') Dai si;™, fratelli Fallica, onesti negozianti di antichità
di Catania.

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