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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

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Savignoni, Luigi: Di un bronzetto arcaico dell'acropoli di Atene e di una classe di tripodi di tipo greco-orientale
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https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0191

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E DI DNA CLASSE DI TRIPODI DI TIPO GRECO-ORIENTALE

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bronzo già appartenuti a vasi ionico-calcidesi, 1' uno
in Berlino (') V altro a Firenze (v. fig. 23) (2) si ve-
dono, nel sito di solito occupato da due figure d'ani-
mali, due uomini coricati all'Ì3tessa guisa che nei
tripodi. È chiaro che i Sileni, che in questi stessi so-
vente sostituiscono gli uomini di cui conservano per-
sino il cuscino raddoppiato, non sono che una variante
di quel tipo più generico: quel loro comodo gozzovi-
gliare, che non è scevro di una certa comicità, corri-
sponde bene al gusto degli Ioni amanti del lusso e
del riso (3). E non a torto fu supposto che da fab-
briche calcidesi derivi una parte di queste figure
sileniche (4). Già alla Grecia accenna qualche circo-
stanza di trovamento sì per queste, come per le figure
di uomini recumbenti (5); il loro tipo stesso, anche di
quelli incedenti in B 3 dei nn. VI e VII, è uno dei più
generalmente attribuiti all'arte ionica (6), nelle Provincie
orientali della quale i Sileni equipedi sono veramente un
locus communis ; ma ovvii sono anche in quelle opere,
che sempre più ci han rivelato particolare relazione
coi nostri tripodi, quali le idrie ceretane e gli altri
vasi d'indeterminate fabbriche ioniche (7) e segnata-
mente i bronzi calcidesi, dove il Sileno appare anche
assiso o in una giacitura poco dissimile dalla pre-
detta (8). Quanto allo stile, non posso riferirmi che
ai soli esemplari da me riveduti; ma lo trovo somi-
gliante nei Sileni del n. VI e negli uomini del citato

(') V. nota precedente.

(2) Cf. sopra p. 347, nota 6.

(3) Bulle, 1. cit., attribuisce invece agli Etruschi l'aggiunta
del cuscino ai Sileni, perchè non cònsono coli'idea greca di
questi. Se questo motivo trovasi in opero sicuramente etnische,
p. e. l'urna in Monum. d. Inst., Vili, tav. II, s'incontra tuttavia
già prima in opere greche, come la tazza di Epitteto in Jahr-
buch d. Inst., VI, 1891, tav. V, cf. Hartwig, ivi, p. 250 segg.;
v. due altri simili, op. cit., VII, 1892, p. 118. Il cuscino si vede
anche sotto il gomito del mostro marino nella quarta delle
piastrino tarquiniesi citate sotto alla p. 367, nota 2.

(4) Furtwangleri 1. cit.

(*) V. sopra p. 364, nota 1.

(6) Cf. Bulle, 1. cit., p. 1-15 e particolarmente p. 11.

(7) Vasi esaminati da Diimmler, luoghi cit, vaso Fineo, Nor-
thampton, ecc.

(8) In un'urna della Campania, Annali d. Inst., 1879, p. 135,
n. 9; v. anche l'esemplare d'uguale provenienza, Rum. Mitth., II,
1887, p. 270, fig. 28, forse, secondo Bulle, 1. cit., p. 39, raddriz-
zato da mano moderna. V. poi 1' anfora di Vulci, Mus. Greg., I,
tav. Vili, 2, e la corrispondente di Schwarzcnbach, Ardi. Zei-
tung, 1856, tav. LXXXV (« sicher altgriechisch », Furtwàngler,
Samml. Sabourojf, II, tav. CXLIX, nota 16). Cf. anche i vasi a
f. n., Mus. Gregor., II, tav. XLVI, 1 a. Elite céram., I, tav. XLIX a.

manico di Firenze ('); a cui è permesso di aggiun-
gere, anche stando alla sola pubblicazione, almeno
l'esemplare di Atene (2).

Dopo la disamina dei vari elementi figurativi, ci
resta ancora da dare un rapido sguardo ad alcuni par-
ticolari notevoli, siano estrinseci, siano di stile, che
s'incontrano nelle figure stesse. Come nel frammento
dell'Acropoli, di cui al cap. I, così nei tripodi vul-
centi l'abbigliamento delle figure in generalo segue
la moda ionica : il lungo e ricco chitone e l'ampio
himation ò il vestimento ordinario delle donne, tal-
volta anche degli uomini (X A 3), non senza quel-
l'accurata pieghettatura e quella maniera di sollevare
un lembo (cf. p. e. VI B 1), che siamo avvezzi a ve-
dere specialmente in opere ioniche. D' altra parte, se-
condo un' usanza simultaneamente ovvia nelle mede-
sime, non manca nemmeno il corto chitone anche in-
dosso a donne, p. e. in VI B 2 (3). Completano poi
questa caratteristica del vestiario alcuni accessori, che
fino a poco fa si riguardavano come speciali agli
Etruschi, ma che innanzi tutto sono orientalismi carat-
teristici del costume degli Ioni; vale a dire la mu-
liebre cuffia puntuta (lutulus), la quale è semplice-
mente una forma di berretta, parallela a quella delle
mitre orientali degli uomini, p. e. in V C ; e le scarpe
a punta alzata, (calceus repandus) che al pari di quella
si riferiscono ad una moda dell'Asia (4). Alla Ionia
accenna parimenti F acconciatura delle chiome con due
o più ciocche fluenti sugli omeri (cf.il n. Xcol n. XII):

(') Noi secondi l'esecuzione e più raffinata; ma molto ac-
curata appare anche nei primi : il tartaro ne copre parecchi
tratti, tuttavia vi si riconoscono tracce di fini incisioni.

(2) Cf. sopra cap. II, p. 302.

(3) Cf. cap. I, p. 281, nota 2.

(4) Pel tutulus, semplice variante del pilos, cf. Diimmler,
Rum. Mitth., II, 1887, p. 185 seg. Perrot-Chipiez, op. cit., IV,
p. 562, 092, 744, 760. V. poi il sarcofago di Clazomene, Bull,
de corr. hell., XIX, 1895, p. 71, fig. 1 e tav. I, i vasi coretani e
il frammento di vaso da Reggio presso Petersen, ROm. Mitth.,IX,
1894, p. 290 (più probabilmente calcidese oppure attico-calcidese,
se cosi si può dire) : cf. inoltre i bronzi di Perugia, ibid., p. 296,
n. 19 a, p. 302 seg., n. 23-27 c p. 319, nota 1 ; nonché le lamine
di Bomarzo, Aut., Denkm., I, tav. XXI, p. 10 (Diimmler) e Rcisch
in Helbig, Fiihrer, II, p. 362; inoltro Cesnola, Gollection,
tav. LXVI, n. 432. — Per le scarpo appuntate v. Milchhofer,
Athen. Mitth., II, 1877, p. 4G0, nota 1. Perrot-Chipiez, IV,
p. 542 segg.; cf., oltre i succitati bronzi, il Zeus ibid., p. 267;
il frammento Olympia, IV, 79, e gli altri monumenti, di cui
appresso. V. anche sopra p. 364, nota 1.
 
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