Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

DOI Artikel:
Savignoni, Luigi: Di un bronzetto arcaico dell'acropoli di Atene e di una classe di tripodi di tipo greco-orientale
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0193

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
369

E DI UNA CLASSE DI TRIPODI DI TIPO GRECO-ORIENTALE

370

IV.

CONCLUSIONE

Ed ora, compiuta pei tripodi vulcenti l'indagine,
alla quale c'indussero i dubbi sorti intorno all'ori-
gine del frammento dell'Acropoli d'Atene, è tempo
di raccogliere i risultati delle nostre osservazioni. Ci si
è svolto dinanzi uno sviluppo organico e progressivo
del tipo di tripode a verghette da modesti principi
fino ad una forma assai ricca ed elegante, rappresen-
tata prima dai tripodi che s'aggruppano con quello
di Metaponto, e poi in un grado più maturo dai vul-
centi; nè alcuna ragione abbiamo trovato per stabilire,
che quest' ultima fase, che appare come un naturale
perfezionamento del tradizionale tipo greco-orientale,
sia avvenuta in un campo artistico diverso, mentre
tanti indizi, sì per la parte struttiva che per 1' orna-
mentale, la collegano organicamente colla metapon-
tina, e questa con tutta la serie precedente. Partico-
larmente preziosi poi ci sono stati nei motivi decora-
tivi, i numerosi riscontri con alcuni gruppi speciali
di bronzi arcaici di Perugia e della Campania, e con
varie specie di vasi fittili che con quelli si connet-
tono; il che c' induce a riconoscere una stretta affi-
nità tra la nostra classe di tripodi e tutto il com-
plesso di tali prodotti. Vi si aggiunge il fatto che
bronzi di quella categoria furono appunto rinvenuti a
Vulci, talvolta anche in compagnia di qualcuno de' no-
stri tripodi (*) ; e questo, come 1' altro fatto, che anche
parecchi dei vasi suddetti sono parimenti usciti dal
suolo di Vulci (2), ci può far pensare ad una comune

(') V. sopra, p. 289, nota 3; cf. appresso, p. 374, nota 1.

(2) P. e. Róm. Mitth.,11, 1887, p. 172 segg., n. Ili, Vili,
X, XI, XV. Da Vulci anche il vaso con Fineo, sopra p. 349,
nota 2, e la già ricordata anfora di Monaco, già Candelori, Jahrb.
des Inst. IV, 1890, p. 142 segg. e inoltre i vasi citati alle
pagine 333, nota 7 ; 346, nota 5 ; 365, nota 8. Se idrie ceretane non
sono uscite da Vulci, sono però usciti da Caere i vasi I e II della
lista citata (secondo Walters, Vases in British Mus., II, 57,
anche il n. X). Del resto pei rapporti fra l'uno e l'altro gruppo
cf. sopra cap. I, p. 283 seg.

Monumenti antichi. — Vol. VII.

via commerciale. Ora, poiché quei gruppi di oggetti,
che fino a poco fa si ritennero anch' essi come etruschi
genuini, sono stati invece riconosciuti per prodotti
dell' arte ionica (per quanto la determinazione delle
fabbriche dia ancora largo campo a discussioni e ri-
cerche ulteriori), potremmo a priori estendere la stessa
conclusione anche ai tripodi, di cui si tratta.

Ma anche indipendentemente da tale considera-
zione, questi tripodi presentano già in sè dei partico-
lari intrinseci, che attestano apertamente la loro ori-
gine nel ciclo dell' arte greca in genere, e della ionica
in ispecie. Carattere schiettamente greco hanno infatti
tanto i motivi architettonici, ispirati, come si è visto,
all'arte di costruire degli Ioni ('); quanto tutti gli
altri elementi ornamentali, che ci riportano non solo
al gruppo già ricordato di prodotti artistici, ma ben
anche all'intera grande famiglia delle opere greco-
orientali, e poi su fino all' arte « micenea » ed a quella
dell' Oriente stesso E così anche le varie rappre-
sentanze da noi esaminate e gli stessi tipi figurativi
appartengono tutti quanti alla tradizione e al formu-
lario antichissimo dell' arte greca decorativa e propria-
mente, almeno in gran parte, della ionica. Ed a chi
volesse meglio definirne l'epoca, l'arcaismo delle forme,
la rigidità delle movenze, l'aggruppamento paratat-
tico delle figure e la stessa loro direzione verso destra,
non permetterebbero di scendere, almeno di molto,
più giù del VI sec. av. C. Per la distribuzione poi
delle figure in modo che le scene restino sminuzzate in
più parti, abbiamo un parallelo, sebbene sotto altra
forma, anche nel tripode fittile di Tanagra, che pur

(') Già al Braun, Annali d. Inst., 1842, p. 64 seg., nota, fa-
ceva specie la pura grecità di essi, spiegandola tuttavia con
reciproche influenze.

(2) Relazioni fra opere ioniche e « micenee n sono state no-
tate anche dal Petersen, 1. cit., p. 285 seg.

24
 
Annotationen