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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

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Mariani, Lucio: Statue mutile di un gruppo marmoreo rappresentante Teseo ed il Minotauro
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https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0198

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379

STATUE MUTILE

380

Aveva il braccio sinistro alzato, ed il destro pro-
teso un po' all' infuori. Mancano le corna e le orecchie,
le braccia e le gambe ed il muso bovino. Era spac-
cato in due frammenti a metà del petto, ora ricon-
giunti. Non ha la coda (') e nessun segno di attacco.

B. Torso di Teseo (tav. XII, XIII).

Il marmo è come quello del Minotauro ; è alto
m. 0,70.

Nudo, sta piegato in avanti. Entrambe le braccia,
di cui si conserva una parte, sono dirette verso il basso ;
le gambe, perdute fino all' attacco della coscia, dove-
vano essere entrambe avanzate. La testa era inserita,
forse per restauro. Sul fianco destro è un attacco,
e sul gluteo destro è un incavo ovale con un pernio
di ferro orizzontale (v. tav. XIII).

La conservazione del torso è buona, tranne alcune
scheggiature davanti all' orlo del foro per la inserzione
della testa.

Il torso del Minotauro ci riproduce un tipo a noi già
noto pel frammento ridotto a busto esistente nel Museo
Vaticano (sala degli animali, n. 232) qui rappresen-
tato nella tav. XIII (2). È in marmo greco di grana
sottile, ed ha la superficie corrosa.

Il nostro torso, se non è originale, proviene dallo
stesso prototipo ; ma, oltre ad essere più completo, ci
rappresenta una fase un poco più arcaica e quindi
sarà più fedele all' originale. Si nota infatti nel busto
Vaticano maggiore naturalezza di forme; ma minore
vivacità e freschezza di modellatura, mentre nel torso,
di cui ci occupiamo, la rigidità di alcune forme at-
testa un' origine più antica. Si confrontino infatti nei
due esemplari i riccioli della chioma, le pieghe della
polle sul collo e sulle guance e attorno agli occhi,
e lo stesso contorno dei muscoli del torace. Il busto
Vaticano non ha quella specie di anello o cornice alla

(') La coda appare nelle rappresentazioni più antiche del
Minotauro; nei vasi a fig. nero, p. e. Stcphani, Theseus u. Mi-
notauro, tav. IV, IX : nei vasi a fig. rosse : kylix di Duris, kylix
di Bologna, di Monaco, cratere d'Atene, presso Milani, Musco
Hai., Ili, pag. 232 segg. Nei vasi si mantiene ancora nel
IV sec, p. e. anfora vulcente. In nessuno dei monumenti pla-
stici figura una tale appendice. Cfr. Stephani, op. cit. pag. 69.

(2) Helbig, Fiihrer, 180 = Antiquities, 182. Braun, Basre-
liefs, vignetta in fine al cap. 5. Il disegno per la incisione gli
fu fatto da mio padre, allora studente di pittura. La fotografia
riprodotta nella tav. XIII è stata eseguita per gentile conces-
sione del direttore dei Musei Vaticani comm. prof. Galli.

base delle orecchie. Ha però il vantaggio di avere
conservato il muso e una parte maggiore delle brac-
cia, con che viene determinata meglio l'espressione
della figura ed il suo movimento. Il braccio sinistro,
di cui si conserva il deltoide, era diretto all' infuori
ed in alto; il destro quasi orizzontale e un po' in
avanti ; la lingua pende dalla parte destra della bocca.

Malgrado una diversità di proporzioni ed una dif-
ferenza non lieve nelle modellature, i due torsi del
Museo Nazionale Komano vanno insieme composti in
un medesimo gruppo. Innanzi tutto l'identità del luogo
di trovamento, del materiale, della fattura, e della
patina (') sono validi argomenti per dimostrare questa
tesi ; le differenze poi hanno la loro spiegazione.

La diversa grandezza delle due figure è dimostrata
dalle misure del torso, essendo quello del Minotauro,
dalla fontanella del collo al pube, 7 cm. maggiore del
torso di Teseo. Ma oltre alla ragione di ingigantire
il nemico per rendere più gloriosa l'impresa dell'eroe,
v'è una ragione artistica che rendeva necessario dare
maggiori proporzioni al Minotauro. La testa del bove
e la testa umana sono molto differenti di grandezza ;
e, per quanto piccola questa si voglia immaginare, pur
bisognava compensare nelle forme umane del corpo
la necessità di mantenere una certa relazione di gran-
dezza tra le due teste, senza fare un ridicolo e de-
bole mostro dalla testa grossa o un robusto corpo con
una testina minore del naturale.

Esaminando la serie dei vasi a figure nere, che hanno
tale rappresentanza, si vede già con quanto stento i
primi artisti abbiano potuto superare questa difficoltà.

Ma non solo è naturale che il giovane eroe sia di
statura minore del mostro ; abbiamo anche il fatto che
realmente in alcuni monumenti che rappresentano le
gesta di Teseo, la figura di questo è più piccola di
quelle dei suoi avversarii. Si confrontino ad esempio
le metope del così detto Theseion od Hephaesteion di

(') I frammenti erano ricoperti di un tartaro calcareo, che
mediante la pazienza e l'abilità del sig. Dardano Bernardini
in gran parte si è potuto togliere. Per la identità del mate-
riale giova notare le crepacce o sfaldature del marmo uguale,
e la colorazione giallognola che dimostra come i due fram-
menti hanno giaciuto nel medesimo terreno. Quanto alla ese-
cuzione giova notare che la superficie ha lo stesso grado di
levigatezza, non completa, essendo in alcuni punti visibili le
tracce degli istrumenti adoperati.
 
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