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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

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Pasqui, Angiolo: La villa pompeiana della Pisanella presso Boscoreale
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https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0256

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495

LA VILLA POMPEIANA DELLA PISANELLA

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quanto bastava per ricevere una lucerna. Lungo la pa-
rete destra poi si trovarono i segni delle mensole e
della tavoletta di legno, nella quale doveva essere de-
posto il corredo di vasi, che erano caduti per terra
lungo la parete medesima. Consisteva questo piccolo
corredo in un calderotto di rame, simile a quelli tro-
vati nelle due camere precedenti, in lagenae piccole,
attingitoi, brocche e ciotole di terracotta. Una di queste

ultime rassomigliava ad un moderno tegame, chiuso
da rozzo-coperchio ed affumicato di fuori.

Un'altra cameretta era perfettamente simmetrica ed
uguale alla seconda. Aveva il suo ingresso in vicinanza
del tramezzo e sulla parete destra dell' androne. At-
torno alla porta non restavano i segni delle imposte ;
invece un piccolo telaio circuiva l'unica finestrella a
feritoia, aperta sull' alto della parete in corrispondenza
dell' esterno, chiusa inoltre da inferriata. Nella metà
della parete breve, a destra della porta, era uno
spazio rettangolare, coperto d'intonaco e con buca nel

Pig. 67.

mezzo per la lucerna; tutto il resto delle pareti fu
lasciato grezzo. Non sappiamo in qual tempo e a
quale scopo, ma certo è che questa camera fu visitata
mediante un pozzo, quindi spogliata totalmente degli
oggetti che costituivano il corredo di ciascun servo.
Soltanto lungo la parete che rimaneva di fronte al-
l' ingresso si riconobbero gl'indizi di un letto con telaio
e piedi di legno.

L' ultima camera dei servi, anch' essa disposta in
simmetria rispetto alla sua corrispondente, che è la
prima descritta, aveva accesso dalla corsia per mezzo
di porticella aperta verso 1' angolo dell' androne. Qui
si riconobbe la chiudenda di legno fissata a metà degli
stipiti. La cameretta prendeva luce da una piccola
finestra situata sopra la porta. Anche questa camera
aveva rozze pareti, nelle quali, così da una parte come
dall' altra della porta, si vedevano le buche delle men-
sole per le tavole di legno. Nella parete di fondo
era disposto il lettuccio. Anche qui uno spazio della
parete destra era ricoperto d'intonaco e nel mezzo
era una traccia orizzontale entro cui doveva essere
murata una mensoletta di legno per sostenere il lume.
Il solito corredo composto di un calderotto, di una
casseruola e di un prefericolo di bronzo, inoltre di cio-
tole, boccaletti e di qualche utensile per toeletta e
di qualche istrumento chirurgico, era caduto dalle
tavole, lungo le pareti. Di più presso l'angolo a sini-
stra della parete di fondo, a pie' del letto, posava
un' oinochoe di vetro chiaro, con corpo a bulla e collo
cilindrico (fig. 67).

Cella olearia (Tav. XIV, S).

Non fu appositamente costruita una cella per con-
tenere i vasi oleari, ma si utilizzò a questo scopo quella
parte della corsia che rimaneva compresa fra la porta
della cella vinaria e V altra del torculario da olio, si-
tuato in fondo alla corsia medesima. E bene fu scelto
questo luogo coperto, quindi caldo e non ventilato,
poiché, secondo il precetto degli antichi, se per la cella
vinaria richiedevasi un ambiente freddo, per la cella
olearia necessitava invece un ambiente caldo e poco
ventilato (').

Ivi erano disposti in fila cinque grandi ziri, posati
sopra terra. Ma questi soltanto non possono indicare
la produzione d'olio che facevasi nella villa della Pi-
sanella. Abbiamo già ricordato, descrivendo la cella
vinaria, che alcuni dolii, che si trovarono molto solle-
vati da terra e disposti fuori delle file ordinate dei
dolii vinari, contenevano in grande quantità depositi
di morchie d' olio. Ora per non offendere il precetto
surriferito è lecito supporre che ì: olio verde (prima

(') Cato, LXV; Varrò, I, 13; Plin., N. II., XV, 6.
 
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