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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 8.1898

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De Sanctis, Gaetano: Iscrizioni tessaliche
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https://doi.org/10.11588/diglit.9302#0026

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35

iscrizioni tessaliche

36

24. Frammento di stela marmorea. Alt. m. 0,70 ;
largh. 0,04; alt. delle lettere 0,015-0,025. Copia:

vayàAos:
kaeomaxeios:

[(p~]di>XXoQ KXsofidx^iog.

25. Stela sepolcrale con aetoma, rotta inferior-
mente ed a sinistra. Alt. m. 1,20; largh. 0,50; alt.
delle lettere 0,03-0,04. L'epigrafe è immediatamente
sotto 1' acroterio. Copia :

\ e p e m i k o z
\noyniaaios:

[jfi^EQéì'ixog | . . voi'vidcuoc.

26. Stela marmorea con aetoma. L' epigrafe è im-
mediatamente sotto l'aetoma. Alt. m. 0,86; largh. 0,58;
alt. delle lettere 0,011-0,025. Copia:

inroAoxo^AAEZinPEio?

ClTt7TÓXoX<K AXeZCjTTlSlOg.

Ci è noto un lInnóXo%oQ AXe^mnov che fu stra-
tego della lega tessalica nel 181 e ieromnemone tes-
salo nel consiglio anfizionico per l'anno 178/7 {BCH.
VII, 428) ed un 'InnóXoxog padre di quell' AXe^innog,
che fu xayóg in Larissa nel 214 (Collitz, I, 345). Un
llnnóXoyog AXe^inizeiog probabilmente identico con
uno dei due precedenti comparisce come xayóg in una
iscrizione inedita di Larissa. A questa famiglia (sulla
quale cf. Kirchner in Pauly-Wissowa, Real Encyclo-
pàdie, 1,1467) (1) appartiene il nostro Ippoloco : anzi
niente si opporrebbe ad identificarlo con uno degli
omonimi noti.

27. Stela marmorea. Alt. m. 0,72; largh. 0,47;
alt. delle lettere: v. 1, 0,019; v. 2-3, 0,022; v. 4-5,
0,015. I nomi dei sepolti sono stati incisi ad inter-

(•) V. ora anche Dittenberger CJGS.lll, C89. Del resto membri
più recenti della stessa famiglia sono 'jXé^mnng 'A^innov re-
gistrato come ginnasiarco sopra n. 15, ed 'AXé^innoq 'Inno'Aóxov
notato come manumissore presso Duchesne 160.

valli. Le lettere corte e larghe della prima linea si
distinguono benissimo da quelle più alte ed eleganti
dei vv. 2-3, e queste dalle più piccole dei vv. 4-5,
che sembrano i più antichi e che probabilmente sono
stati incisi anch'essi da due mani diverse. Copia:

YAPoMoS EYAPoMEIo
ArAeoKÀEAS
AIXMAPE T EIo£

vacat
(0,13)

A Y P I A A A A2TOKPATEI
STOKPATHS r A Y P I A A A I ox

[E^vdgoiLtog Ei'ÓQÓfi£io\^gr\ | AyaOoxXt'ag | Al%ficc-
5. Qt'xsiog. | [ry>cVQidfi[ag~] A(Sxoxqdxm{og~\. ||[^]cto-
xQccTìjg ruvQiuóaiog.

Di sceg in luogo di sig nelle desinenze dei nomi-
nativi dei nomi in xXrjg si ha esempio in Farsalo
(Meister, Die griechischen Dialekte, I, p. 303), donde
non è escluso che provenga questa epigrafe.

28. Stela sepolcrale. Alt. m. 1,92 ; largh. 0,46 ; alt.
delle lettere : vv. 1-2, 0,026-0,036 ; v. 3, 0,005-0,020.
Pubblicata dal Duchesne, n. 169 (= Cauer, Delectus,
412, 11). Copia:

P OAYo KTOS
A I N E I OS

In basso :

EPMAOY X © O NIO Y

IIoXvoxtoq | Aì'vsiog. \ lEqfiuov yfiovtov.

Il v. 3 è omesso dal Duchesne, il quale trascrive
erroneamente A in luogo di A- Quanto al nome Ho-
Xvoxxog esso ricorre anche come già osservò il Cauer,
nella iscrizione presso Collitz, I, 345, n. 75, e quindi
cade la congettura IloXv(sv)xxog del Duchesne.

lEqiidov %doviov che trovasi frequentemente ai
piedi delle iscrizioni sepolcrali tessaliche è il dativo
dialettale ; per spiegare lEQ/.idov conviene supporre un
nominativo c%moc (Hoffmann, II, 587). Questa de-
dica dialettale si conserva anche in epoca tarda quando
nella epigrafe il dialetto è sostituito dalla xoiviq.
 
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