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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 8.1898

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Savignoni, Luigi: Di una testa d'Afrodite scoperta in Creta
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https://doi.org/10.11588/diglit.9302#0049

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SI

SCOPERTA IN CRETA

82

straordinaria freschezza e leggiadria del lavoro io la
considero come opera attica del IV secolo a. Cr., non
dirò uscita dalle mani stesse di Prassitele, ma certo
da quelle di un contemporaneo, che 1' arte del grande
maestro seppe far sua. Alla quale opinione non con-
tradice la mancanza di finitezza, che abbiamo notato
in qualche parte, e il trattamento semplice e un po'
sommario della capigliatura in contrasto colla diligente
pulitura della faccia, poiché un tal metodo è ovvio
nelle sculture in marmo di quel secolo, non escluse
quelle di Prassitele, che nel suo Ermete, come non
ba dato 1' ultima mano a tutta la parte posteriore,
così ha appena accennate le ciocche dei capelli nella
parte che doveva essere meno visibile (').

Messa in chiaro la strettissima connessione della
testa di Gortyna coli'arte di Prassitele, possiamo per
questo riguardo dire inoltre qualche cosa di più pre-
ciso; e ciò pei maggiori lumi che oggi abbiamo
intorno allo sviluppo dell' arte medesima. Anche
non tenuto conto del tipo già troppo lezioso della
Venere de' Medici, che tuttavia, secondo un' opinione
recente (2), apparterrebbe anch' essa al secolo IV,
la bella testa di Gortyna si presenta ancora molto
lontana non solo dalla sopra citata testina di Olimpia,
ma altresì dall'Afrodite Petworth, la quale, se vera-
mente di Prassitele, dovrebbe mettersi nel novero degli
ultimi suoi lavori (3). In questa nostra nulla ancora
della soverchia eleganza e raffinatezza propria di quelle,
nessuna traccia della graziosa fossetta impressa sul
loro mento un po' molle ; ma solo una dolcezza mite
e celestiale, solo un leggiero impercettibile sorriso,
che ne sfiora le labbra e ne commuove appena i no-
bili lineamenti. Si può anzi dire che rispetto alla
Cnidia stessa questa ci offra un carattere d'idealità
ancor più grave ed elevato : lo sguardo diretto in alto

(') Veggasi, per le caratteristiche delle teste muliebri in
generale del IV secolo, Furtwangler, Sammlung Sabouroff, in-
troduzione, p. 11 sgg.; cfr. Meisterwerke, p. 570 sgg. Gli orecchi
sono soltanto accennati anche nella testa Kaufmann e in quella
di Olimpia citata nella nota precedente.

(2) Furtwangler, Meisterwerke, p. 643 ; Amelung, Fuhrer
durch die Antiken in Florenz, n. 67 ; cfr. Collignon, op. cii, II,
p. 639 sgg.

(3) Furtwangler, op. cit., p. 640 sgg., tav. XXXI; Amelung,
1. cit. Il Collignon, op. cit., II, p. 301, ne riconosce il carattere
prassitelico, ma si astiene dall'attribuirla a Prassitele stesso;
e il Wernicke, Berliner phil. Wochenschr. 1897, n. 29, p. 917,
nega recisamente che sia una sua opera originale.

Monumenti antichi. — Voi. VIII.

e 1' attributo stesso della stephane, che aggiunge maestà
alla bellezza, ci rivelano una concezione meno terrena
e apparentemente più antica. In vero le sue forme, per
quanto già raddolcite, sono ancora ben lungi dall'aver
perduto quel carattere di austerità, che si nota ancora
nelle Muse di Mantinea, attribuite alla prima maniera
di Prassitele ('), e che si rispecchia ancora sul volto
della Venere di Arles, una delle opere classificate nel
mezzo del cammino della vita artistica di lui (2).
Anche la rastremazione, molto sensibile, della faccia
verso il mento, ancora robusto e sporgente, arieggia
più la fisonomia di quelle, e particolarmente della
Musa flautista, che della Cnidia, la cui sagoma è
relativamente più tondeggiante. Per questo riguardo
la testa di Gortyna si trova rispetto all' arte prassi-
telica press'a poco in un medesimo grado di affinità
insieme con un' altra, parimenti di Afrodite, che si
conserva in Holkham Hall (3), e, fino a un certo
punto, anche coli'Afrodite di Ostia (4), sebbene questa
comparisca già un poco più ingentilita.

Queste considerazioni ci consigliano di assegnare
la nuova testa ad un tempo anteriore al 350, cioè al
periodo che precede la piena maturità di Prassitele (5).
Con tale assegnazione cronologica si accorda anche l'ac-
conciatura dei capelli colla sphendone e la stephane,
che può considerarsi come una sopravvivenza del co-
stume consueto nelle arcaiche rappresentanze d'Afro-

(!) Fougères, Bull, de corr. hell., XII, 1888, tav. I-UT,
p. 105 sgg. ; cfr. Amelung, Die Basis des Praxiteles aus Manti-
nea ed ivi la restante bibliografia ; Collignon, op. cit., p. 259 sgg. ;
Furtwangler, op. cit., p. 533. 0. Bie presso Roscher, Lexikon, II,
coli. 2349 sgg., il quale non mostra conoscenza dell'opera del-
l' Amelung, nega che le Muse siano di Prassitele, ma intanto
concede che possano essere della sua epoca; opinione, che non
so quanto modifichi la sostanza della cosa.

(2) Brunn-Bruckmann, Denkmàler, fase. 60, n. 296 ; Furt-
wangler, op. cit., p. 547 sg., fìg. 103; Collignon, op. cit., II,
p. 267 sgg., figg. 134 e 135.

(3) Michaelis, Ancient marbles, p. 314, n. 37. Io riconosco
in questa una certa attinenza anche coli'Artemide di Gabii,
Brunn-Bruckmann, op. cit., fase. 12, tav. LIX e coli'altra di
Dresda, Furtwangler, Meisterwerke, tav. XXIX. Veggasi per
ambedue lo stesso autore ibid., p. 553 sgg.

(4) Specimens of ancient sculpture, I, tav. XLI j Furtwan-
gler, op. cit., p. 549 sg., fìg. 103 ; Friederichs-Wolters, Bausteine,
n. 1455.

(5) Un appoggio al nostro giudizio potrebbe aversi per
avventura nella particolarità tecnica, che dell' uso del trapano
qui non v'è traccia di sorta, laddove fu accertato nelle scul-
ture prassiteliche più recenti. Cfr. Furtwangler, op. cit., p. 532,
641 sgg.

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