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LA NECROPOLI PRIMITIVA DI VOLTERRA

i.

La tomba scoperta alla Badia (anno 1885).

Antichità varie
trovate nell'agro volterrano (a. 1885-92).

A paragone di talune città dell'Etraria, come Tar-
quinia, Vulci, Vetulonia, Bisenzio, Chiusi, che hanno
fornito larga copia di avanzi della civiltà detta di
Villanova, Volterra insino a questi ultimi anni era
poverissima di monumenti di questa specie. Le poche
cose, sparsamente raccolte nell'agro volterrano e adu-
nate nel museo Guarnacci, furono vedute nell'anno 1883
dall' Undset, il quale ne tenne conto, riferendo intorno
ai resti della civiltà di Villanova, rintracciati per la
prima volta amorosamente da lui attraverso all' Ita-
lia ('). Tanto più scarso era il valore scientifico di
quelle poche antichità, in quanto se ne ignorava af-
fatto la provenienza. Soltanto la suppellettile d'una
tomba, posseduta allora dal sig. Angiolo Manetti, che
avremo occasione di rammentare più avanti, si sapeva
in qual sito era stata rinvenuta, sebbene anche per
essa, come diremo, i particolari dati topografici sulla
scoperta facessero difetto.

L'anno 1885 segna la prima data importante
per l'archeologia primitiva volterrana. In quell' anno
venne alla luce, in occasione di lavori d'agricoltura,
una tomba veramente ragguardevole presso la Badia dei
Camaldolesi, che sorge a nord-ovest della città di

(') Annali dell"Instituto 1885, p. 38, 39.

Volterra, alla distanza di circa un chilometro (')
dalla porta S. Francesco. Il travamento occorse pre-
cisamente nel fondo, che si estende a nord-est del
monastero, ora di proprietà del sig. ing. Giovanni
Maino, e alla distanza di una ventina di metri dal mo-
nastero stesso. La tomba, scavata alla profondità di
in. 0,70, constava di una grande cassa quadrangolare,
larga internamente m. 0,85 X 0,85 ed alta m. 1 (tìg. 1).
Sei lastroni, rozzamente tagliati, di quella pietra are-
naria, che è comune nel monte volterrano e che chia-
mano panchina, erano disposti in guisa da formarne
le pareti, il fondo e il coperchio.

Lastroni di panchina sparsi nella stessa località
ad est della Badia, sicuri avanzi di sepolcri similmente
costrutti, furono veduti dall'egregio sig. avv. Ezio Solaini,
ispettore degli scavi di Volterra e direttore del museo,
Guarnacci, al quale debbo le notizie risguardanti la
scoperta, di cui si tratta. Anche un po' più lontano
dalla Badia, in direzione settentrionale, a un chilo-
metro e mezzo circa di distanza, nello scasso fatto per
la costruzione del cimitero della parrocchia di s. Ci-
priano, si rinvenne, come fu riferito al Solaini, un' altra
tomba a cassa, formata pure di sei lastre di pietra,
di cui mancava solo la superiore, ma disgraziatamente
devastata e priva di qualsiasi oggetto.

Le tombe ci CclSScl. cilindrica o quadrilatera, s'in-
contrano, com' è noto, in quasi tutte le necropoli del
tipo di Villanova, allato alle tombe a semplice poz-
zetto. Ma le casse sogliono, nelle necropoli dell'Etruria

(') Cfr. la pianta di Volterra del Micali, Monum. per ser-
vire alla storia degli ant. popoli itaL, tav. I, n. 67, e del
Dennis, The Cities and Cemeteries of Etruria, II, p. 144.
 
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