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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 8.1898

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Ghirardini, Gherardo: La necropoli primitiva di Volterra
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https://doi.org/10.11588/diglit.9302#0115

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213

DI VOLTERRA

214

l'ansa cornigera peculiare e tipico dell' arcaica necro-
poli volterrana, è la comparsa dell' identico tipo di
vaso nella regione bolognese in tombe del periodo
villanoviano inoltrato ('). A voler seguire e determi-
nare lo svolgimento progressivo e il passaggio della
civiltà arcaica dell' Etruria alla valle del Po, bisogna
tener d'occhio più accuratamente, che non si sia fatto
prima, cotesta trasmissione di tipi di vasi, i quali
giovano a dimostrare la continuità di relazioni com-
merciali e industriali, che vengono bensì ad un certo
punto a cessare, ma non tanto presto quanto general-
mente si crede. L' orcio ad ansa cornigera e lo stesso
ossuario villanoviano d'argilla imitante la figulina ap-
porsi in Etruria e nel bolognese, provano che questi
rapporti hanno seguitato abbastanza a lungo. Per lo
studio di tali rapporti la necropoli di Volterra, una
delle più settentrionali dell'Etruria propria, è da tenere
in particolar modo presente.

Quantunque noi non pretendiamo cavare dalla
limitata esplorazione del sepolcreto della Guerruccia
deduzioni definitive e generali, e ci riserbiamo di giu-
dicarne, se e quando si potrà ivi condurre una larga
e severa indagine scientifica, tuttavia non possiamo
astenerci da notare, che anche nel rispetto etnogra-
fico i pochi saggi di scavo hanno già portato un con-
tributo nuovo e di qualche momento alla agitatissima
questione etnisca.

Se nell' area interna alle mura volterrane si fosse
scoperto un gruppo di sole tombe a pozzo, e le tombe
a fossa si fossero ritrovate nell'area esterna, non si
potrebbe negare, che l'opinione dell'appartenenza delle
prime ad una popolazione italica, delle seconde alla
gente etnisca avrebbe guadagnato un argomento nuovo
ed efficace in suo favore. GÌ' Italici abitanti ab an-
tiquo sul monte volterrano, in un ambito più ristretto
di quello contrassegnato dalle mura, avrebbero cre-
mato e seppellito i loro morti nel cimitero della Guer-
ruccia. Gli Etruschi ad essi succeduti, conquistata la
città e rinnovata ed allargata oltre i vecchi confini
e munita di mura, avrebbero seppellito incombusti i
loro morti fuori del recinto, in un' area appartata dal
più vetusto cimitero.

Ma la cosa andò diversamente: nella medesima area
si sotterrarono i cadaveri combusti e gì' incombusti

(!) V. sopra, col. 139.

insieme, insino ad una età abbastanza inoltrata, e sem-
pre innanzi alla edificazione delle mura. Se si seguitò
or dunque a usare del cimitero primitivo dagli Etruschi,
cui naturalmente sono da ascrivere i sepolcri a fossa (1),
non abbiamo più ragione di pensare che il gruppo dello
tombe a pozzo, per il fatto d' essere inchiuso nel re-
cinto etrusco, spetti ad un' altra popolazione. Come
gli Etruschi sul poggio della Guerruccia seppellirono
nelle fosse, essi medesimi possono bene aver seppel-
lito ne' pozzetti. E poiché,' — l'abbiamo già veduto —
non vi è qui, come altrove, nessun divario sostanziale
fra la suppellettile deposta nelle fosse e quella de' più
recenti pozzetti ; poiché gli uni e le altre qui, come
altrove, giacciono mescolati nella medesima area, tutto
induce a credere che gli uni e le altre appartengano
appunto agli Etruschi ; i quali soltanto in età più tarda,
per l'ingrandimento avvenuto della loro città, costrus-
sero le mura attraverso all'antico sepolcreto già abban-
donato.

Ma dov' è la necropoli volterrana dell' età conse-
cutiva a queste arcaiche tombe a ziro ed a fossa : la
necropoli della età classica della cultura etnisca, dal
secolo VI al IV?

E nota ad ogni archeologo quella numerosa famiglia
d'ipogei, di cui l'agro circostante a Volterra è lar-
gamente disseminato e dai quali si trasse fuori una
serie infinita di urne di terracotta, di tufo e segna-
tamente d' alabastro, ornate di rappresentanze svaria-
tissime, quali inspirate alle leggende greche eroiche,
quali desunte da idee ed atti della religione e della
vita etnisca. Se queste urne nell' insieme si riferiscono,
come è certo, ai secoli più tardi dell' arte etrusca (III-II
av. Cr.), quando questa, già destituita di genialità vive
e feconde, campava assimilando e rifacendo, spesso gof-
famente, le forme ellenistiche, e poco e non bello ag-
giungendo di proprio ; ove sono e quali i monumenti
volterrani appartenenti alla lunga e gloriosa epoca

(') Sull' appartenenza di questi sepolcri a fossa agli Etru-
schi, non mi pare possa cadere il minimo dubbio, qualunque
sia T opinione che uno abbia intorno al carattere etnico da
attribuirsi alle tombe a pozzo. I sepolcri a fossa, che in Etruria
dal sec. Vili giungono al VI, mostrano uno stretto collega-
mento colle tombe a camera più antiche, il cui carattere
etrusco è indiscutibile. Cfr. Gsell, Fonilles, p. 419 e segg.
D' altra parte se la civiltà etrusca originaria si volesse fare
incominciare con le tombe a camera, essa si abbasserebbe evi-
dentemente ad una data troppo recente.
 
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