Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
DI UN ANTICO IPOGEO SCOPERTO IN NAPOLI

Di due specie sono le tombe greche venute a luco
in Napoli fino ad ora: una ò dei sepolcri per singole
persone, scavati nel terreno a profondità varia ; 1' altra
è delle camere sepolcrali, capaci di parecchi morti, e
scavate nel banco di tufo.

Della prima categoria Fabio Giordano, che per
sincerità, retto giudizio e dottrina ha il primato fra
gli Umanisti napoletani che scrissero sulle antichità
patrie, avea fin dal suo tempo indicate due forme (l) :
le tombe composte di grossi tegoloni, e quelle di
grandi lastre di tufo (2).

Le tombe della seconda specie, dico le camere
sepolcrali, a cui va ascritto il monumento che pub-
blichiamo, si sono esclusivamente trovate nel piano fra
la porta di s. Gennaro e la catacomba dello stesso nome,
ossia nella valle circoscritta dalle colline della Stella,
di Capodimonte e dei Miracoli. Anch' esse presentano
due varietà : l'una è dei sepolcri formati d'una camera
sola, l'altra è di quelli composti d'una camera supe-
riore e di una inferiore. Per rilevare meglio le diffe-
renze e le somiglianze, che raggruppano queste due

(') Ilist. Neap. ms. Lib. I, cap. XXXVI: « Itaque primum
« in exterioribus urbis pomeriis singulis singula sepulchra fie-
« bant, vel ex maximis bipedalibusque lateribus arcao in modum
" humi defossa, ut in Constantinopolitana via dum exaequare-
« tur, et in B. Sebastiani monasteri] hortis observavitnus ; vel
u ex quatuor ingentibus ex patrio tupho lapidibus, eodem inter
« se more compactis, ut sub Patulcio colle ad Nucerini Ducis
« suburbium, et sub B. Ianuarii porta in cavea, quam B. Antonii
u dicimus, via humi effossos frequenter inspeximus ... In his
« fere omnibus aeneos nummos, fictiles quoque aliasque varii
« generis lucernas, cretaria vel vetera interdum onychina, alte-
« riusve lapidis vascula aperta conspeximus ». Presso G. Fusco,
Greca iscrizione a M. Aurelio Artemidoro, Napoli 18G3, p. 63.

(2) Le anfore, private del collo e contenenti scheletri di
bambini, che furono trovate nel giardino di s. Andrea delle
dame {Notizie 1892, p. 99) sono di epoca romana.

varietà di cello mortuarie, richiamerò fra gli ipo-
gei già da tempo scoperti in Napoli quei tre, le cui
particolarità conosciamo meno imperfettamente. Essi,
in ordine topografico, si succedono nel seguente modo.

1. Il più prossimo alla porta di s. Gennaro fu
trovato (') nel maggio del 1790, scavandosi un pozzo
nella casa dei sigg. Filippi. Toccato il giacimento di
tufo, si vide che questo era stato tagliato e confor-
mato a cella sepolcrale, di modo che tutta intera la
stanza (pavimento, pareti e vòlta) era di un solo masso
tufaceo. Neil' interno la cella era lunga circa m. 8,00,
larga 4,50, alta 3,50, e si vedeva rivestita di stucco,
meno che nella vòlta. Le pareti erano decorate di co-
lonne, fra le quali sorgevano dal suolo, alti m. 0,80,
undici loculi parimenti scavati nel tufo, lunghi m. 1,85,
eccetto uno più corto, situato dirimpetto all' entrata,
ed erano chiusi con tegoloni ben connessi. Sopra ai
loculi ed in lettere greche leggevansi dipinti a color
rosso o nero i nomi delle persone ivi sepolte (2). Note-
vole fra le iscrizioni dipinte era un epigramma con-
sacrato ad Euphron della fratria degli Eunostidi, col
nome di Leucia (figlia) di Euphron aggiunto nel campo
dell' epigramma (3).

(') Una sufficiente notizia di questo ipogeo ci fu traman-
data dall'autorevolissimo testimone oculare, che fu mons. Rosini
(in ffercul, Voi. I,1793, p. 8, not. 28) e dall'Ignarra {De Phratr.,
p. 124-25), che ricevè le sue informazioni dallo stesso Rosini.
e dal Lupoli. Gli atti officiali sincroni, pubblicati da Ruggiero
{Documenti degli scavi di antichità dal 1743 al 1876, Na-
poli 1888, p. 7) danno soltanto il nome del proprietario della casa.
Vi è nella biblioteca della Società Napoletana di Storia patria
una relazione ms. di Michele Arcangelo Lupoli sulla scoperta
di questa tomba.

(2) La relazione di Lupoli afferma, che tra le iscrizioni
apparivano le vestigia di altre leggende, che erano state coperte
da uno strato di calce.

(3) Kaibel, Inscr. gr. Sicil. et /tal. 1890, n. 783.
 
Annotationen