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'229 scoperto

con urna cineraria di terracotta, sopra la quale è una
tabella con L'iscrizione :

M • EGNATIVS BEBI ..
HIC ■ SITVS EST

L'ipogeo è largo m. 3,60, lungo ra. 6,50. Per tre
lati gli gira intorno un podio vuoto nell'interno e
diviso in tre loculi nei lati lunghi, e in due nella
parete in fondo: ogni loculo è, come al solito, co-
perto da quattro tegoloni. Sotto la cornice sono distri-
buite sulle pareti trenta nicchiette, in alcune delle
quali si sono trovate tre grosse scodelle con cenere,
un vaso di vetro e due di bronzo. Addossate al podio
della parete sin. e presso alla porta stanno sei stele,
alte più o meno m. 0,60, larghe m. 0,30, con le seguenti
iscrizioni :

a) STATIA MAMAPXOY

xAipe

(liaiicc Ma/MtQXOv /a?(>e)

b) MAMAPXG TIN0nPOI

XAIPG

{Mdfiao^B TiiftiDQog %a?Qe)

c) MONIS MAMAPXOY

XAIPG

(Móviq Maui'tQxov %aìoe)

d) con l'epigrafe abrasa, nella quale appena
si discerne :

. .OY.

e) BIBIG APXinnOY

XAIPG

(Bi^ie 'AQx'mnov %mos)

f) AIKA BIBIOY XAIPG

(Jixa Bifiiov %atQE)

A misura che le iscrizioni fanno prevalere in
questi sepolcri un nome che appaia essere quello

in napoli 230

del padre di famiglia, si può riconoscere in essi con
più o meno probabilità il carattere di sepolcri genti-
lizi o familiari. Così la tomba B molto verosimilmente
appartenne ad un Mamos, e quella D a Mamarchos ;
ma niente ci autorizza a dire altrettanto della tomba C,
e molto meno di quella A, in cui la compra {ayoqaaia)
di un loculo fatta da Sosotos liberto di Seia ci è
attestata dalla iscrizione dipinta, che qui viene pub-
blicata per la prima volta.

La folla d'iscrizioni dipinte mi porta a congettu-
rare, che nei loculi o sarcofagi la deposizione dei
cadaveri fosse temporanea. Perocché nel campo di un
solo loculo veggonsi dipinti sulla parete molti nomi di
defunti; anzi, come il Lupoli già notò ('), e come ho
osservato anch' io nelT ipogeo C (p. 227) un primo
strato d'iscrizioni è stato talvolta coperto con una
mano di calce, la quale ha servito di fondo alle iscri-
zioni seriori. Con questi fatti poco si accordano le
scarse ossa trovate nei sarcofagi: è lecito, dunque,
supporre che al sopravvenire di un altro morto, le ossa
di quello che era stato antecedentemente messo nel
sarcofago fossero raccolte e collocate altrove. A tal
uopo io credo che abbiano servito le buche o pozzetti
notate nei sarcofagi della tomba C ai Cristallini e
nei loculi della tomba al vico Traetta (p. 221).

Anche le iscrizioni, coi nomi personali che conten-
gono, ci danno il più sicuro criterio per assegnare il
tempo di questi sepolcri. Infatti il modo di struttura,
ossia l'escavazione del vivo masso, per ricavarne tutta
la tomba con le sue pareti, il pavimento, la vòlta,
i loculi, la porta e la scala, non si collega a nes-
sun'epoca determinata, e quindi non ci può fornire alcun
lume cronologico. Nè tampoco si può ricorrere alla
decorazione pittorica, perchè gli scarsi elementi, che
essa ci offre, convengono tanto alla fine della repub-
blica, quanto ai primi secoli dell' impero. E la stessa
mancanza di vasi coloriti a vernice non ci mette in
grado d'indicare il limite più remoto, a cui possano
risalire queste tombe, perchè non è ben definito
il tempo, in cui qui scomparvero dall' uso i vasi
dipinti.

(') « Tutte e quattro le pareti del sepolcreto erano quasi
« interamente da capo a piè scritte, se non che alla intera
« scrittura era stata sovrapposta altra mano di calcina ». Lupoli,
Relaz. su cit.
 
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