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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 8.1898

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Sogliano, A.: La casa dei Vettii in Pompei
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https://doi.org/10.11588/diglit.9302#0201

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385

LA CASA DEI VETTH

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ina formassero invece quattro distinti quartierini, di-
sposti in quattro differenti livelli rispetto al piano del-
l' atrio c.

Un primo quartierino è chiaramente determinato,
nella sua posizione e grandezza, da quella serie di buchi,
tutti al medesimo livello (m. 3,72 sul piano dell' atrio)
e ben conservati nei muri sud e nord di (ì, h, k ; buchi,
nei quali erano infisse le travi che ne sostenevano i
pavimenti. Eisultava, perciò, composto di tre località
almeno, quante sono nel pianterreno, e vi si accedeva
direttamente dalla scaletta che menava a piombo di h.
Non essendone rimaste tracce, non si può determinare
la posizione dei vani di comunicazione, che di certo
esistevano fra le suddette località ; nè si può precisare
ove questo quartierino prendesse la luce, mentre si può
a ragione ritenere che finestrini vi fossero verso il vi-
colo sud e verso quello ad est. Ad eliminare poi la
ipotesi che questi locali costituissero non altro che un
palco morto fra il tetto e la copertura delle località
/?, h, k, basta por mente all' intonaco bianco, che avanza
sul muro sud a piombo di /S e sul muro est di k.

Un secondo e più piccolo quartierino, costituito forse
di una sola stanza, sormontava il compreso f del pian-
terreno, sul quale si eleva di m. 4,60, presentando in
tal modo sul livello del precedente quartierino una dif-
ferenza di m. 0,88 in più. La serie di buchi, nei quali
erano infisse le travi che sostenevano il pavimento, ap-
poggiate sui muri est ed ovest, e gli avanzi di bianco
intonaco sul muro est sono gli elementi che attestano
quanto ho sopra affermato. L'accesso era dalla mede-
sima scaletta in g, composta di quindici gradini disposti
in unico rampante, con pianerottolo d'invito al piede,
e nella quale, alla sommità, altri tre gradini giranti a
martello sulla direzione del rampante rappresentano la
differenza di livello in m. 0,88, già accennata. La luce
veniva certamente da vano aperto nel muro est, sul
vicolo ; ma nessuna traccia se n' è rinvenuta, che au-
torizzi a ricostruirne la forma ed il posto.

L' altra scaletta addossata all' angolo sud-est del-
l' atriolo q menava agli altri due quartierini, i quali,
pur essendo indipendenti, avevano, almeno per l'accesso,
un tratto di essa in comune. Di questa scaletta non
avanza che la sola parte inferiore, ossia la base in
muratura, mentre la parte superiore, fatta di legno, si
può solo riconoscere nelle tracce, che ha lasciate sui
muri. E poiché con la ricostruzione di essa si potrà
Monumenti antichi — Vol. Vili.

più agevolmente intendere la disposizione dei due sud-
detti quartierini, non pare inopportuno di descriverla
in tutti i suoi particolari. Due gradini di fabbrica ed
un pianerottolo addossati al muro sud dell' atriolo, ed
altri quattro gradini giranti a martello verso est for-
mano tuttora la base della scaletta, la quale, come
mostrano le impronte rimaste sulla malta antica e gli
avanzi di chiodi, era in tutta la sua superficie rivestita
di legname. Anzi il rivestimento dell' ultimo gradino
si estendeva, a guisa di pianerottolo sul sottoscala che
faceva parte della adiacente cella r, e ne formava la
copertura. A questa base in muratura facevano seguito
due rampanti di legno, dei quali il primo poggiava
col piede sulla copertura del sottoscala accennato, e
con la cima alla sommità del muro nord della cella r,
facendo pervenire nella verticale di s; mentre il se-
condo ed ultimo rampante era aderente al muro est,
ove le sue tracce mostrano chiaramente come il suo
piede fosse piantato sulla stessa sommità del muro nord
di r, all' altezza di m. 3,60, e la sua cima giungesse
all'altezza di m. 5,13, sempre sul livello dell' atrio c.
Con una scaletta così sviluppata si saliva nei due di-
stinti quartierini, l'uno all' altezza di m. 3,60, 1' altro
di m. 5,13. Il primo di essi aveva l'entrata ove met-
teva capo il primo rampante di legno, e si estendeva
sopra s, t, u e parte di v del pianterreno, come in-
dicano e la serie di buchi per le travi e gì' intonachi
immediatamente sopra la linea dei solai distrutti. È
da notare però che sopra s e t corrispondevano due
ambienti, mentre sopra u e sopra quella parte di v
limitata dai pilastri addossati ai muri nord e sud della
medesima cucina v corrispondeva un solo ambiente,
sotto il quale rimaneva perfettamente nascosto il muro
est della cucina, senza ulteriore sviluppo nel piano
superiore. 'Due elementi di fatto provano questa rico-
struzione, cioè gì' intonachi dipinti ricorrenti sui muri
e le tracce o meglio incastri in essi lasciati dalle travi.
GÌ' intonachi dipinti, con zoccolo rosso, sono continui
sui muri sud e nord di u e di parte di v ; il che non
avrebbe potuto di certo accadere, se l'accennato muro
est si fosse elevato anche nell' altezza del piano su-
periore: ed i buchi esistenti nel muro est della cucina
mostrano che una piccola impalcatura, imposta nor-
malmente ad esso e poggiata sull' architrave sostenuto
dai pilastri in v, fosse la continuazione del solaio di u.
Ciò posto, non può andare senza spiegazione il fatto

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