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399

L' ACCADEMIA DI PLATONE

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seguace della Stoa, Zenone, qual fondatore della scuola,
era non un filosofo, ma il filosofo. E se si ammette
che il nostro musaico sia la espressione artistica di
una passione filosofica, è molto verosimile che il
committente del musaico abbia voluto che il filosofo
del suo cuore, Zenone in questo caso, occupasse il
primo posto, il posto dominante (p. 178). Se la di-
sposizione delle figure in un quadro segue la serie
naturale dei numeri, il primo posto è senza dubbio
quello occupato dal Zenone dello Stein. Ma un quadro
non è una serie di figure disposte in ordine progres-
sivo ; e mi sorprende non poco questo strano modo di
considerare un' opera d'arte. È cosa notissima che,
massime nell' arte antica, il centro morale della com-
posizione risponde più o meno al centro materiale
del quadro. Con questa norma il preteso Zenone oc-
cupa tutt' altro posto che die erste, also beherrschende
Stelle!

Ma è tempo che io prenda commiato dai miei
dotti contraddittori, e prosegua il difficile cammino,
di cui un primo passo già feci nelle Notine degli
scavi.

Dissi (') che il musaico, non rinvenuto in opera,
era probabilmente destinato a decorare qualche pa-
vimento, giacché l'orlo della lastra di travertino,
orlo che misura mill. 22 di larghezza e che inquadra
il musaico, mal si accorderebbe con la decorazione
di una parete. Ora aggiungo che un più attento esame
mi fa ritenere essere stato già adoperato il nostro
musaico come decorazione di un pavimento, presen-
tando la sua superfìcie indizi non dubbi del consumo
prodotto dal calpestio. La ragione dell' essersi rinve-
nuto rimosso dal suo posto originario ora ci sfugge:
forse per restaurarlo, forse anche per sottrarlo a
danni ulteriori.

Nella scena bisogna distinguere 1' elemento essen-
ziale, introdotto per determinare il luogo, cioè l'acro-
poli di Atene, dagli elementi accessori, che pur con-
correndo a meglio caratterizzarlo possono tuttavia ri-
specchiare, in alcune note comuni, V ambiente locale
relativo all' artista, che eseguiva la copia ; ambiente
locale, che del resto non poteva non essere se non
una piccola parte del grande ambiente classico del
tempo ellenistico.

Che sia Atene la città con acropoli, che si scorge
in lontananza, non può esservi dubbio. I colleghi
Patroni e Savignoni che hanno ancor viva la memoria
dei luoghi da loro visitati, riconobbero immediata-
mente l'acropoli di Atene nella fotografia del musaico,
che io loro mostrai, senza punto manifestare la mia
opinione al riguardo. E questo giudizio d'impressione
dato anche da altri diventa definitivo, quando si con-
sideri la pianta di quella celebre acropoli. Come è
noto, la pianta dell' acropoli di Atene ha forma quasi
ellittica, presentando due lati lunghi, che sono il set-
tentrionale ed il meridionale. L' uno di essi, visto al-
quanto di scorcio, è riprodotto nella rappresentanza
del nostro musaico. Che non vi sia rappresentato il
lato lungo meridionale, si desume da due fatti : il pri-
mo, che quel lato meridionale offre in tutta la sua lun-
ghezza due soli tratti rettilinei, quasi eguali fra loro,
che s'incontrano sotto un angolo leggermente convesso,
dalla parte della città, di circa 205 gradi e che
perciò presenterebbero alla visuale un andamento del
tutto rettilineo e continuo; il che non si riscontra
per nulla nel lato qui riprodotto, che risulta intera-
mente di sporgenze e di. rientranze. Il secondo fatto,
totalmente negativo, ma non per questo meno im-
portante, si è che 1' artista, se avesse voluto indicare il
lato meridionale dell' acropoli, non avrebbe trascurato
un elemento indispensabile a determinarlo, vale a dire
il teatro di Dioniso, come si vede in una moneta ate-
niese di bronzo, conservata nel museo di Berlino ('),
sulla quale è indicato appunto quel lato meridionale
col teatro di Dioniso, la rupe, le mura dell'acropoli
e il Partenone.

Se nel breve campo di una moneta, che ha per
tipo l'acropoli vista dal lato di mezzogiorno, trova
posto la indicazione del teatro dionisiaco, a fortiori
questa non sarebbe mancata nel nostro musaico, qua-
lora si fosse voluto determinare quel lato appunto.
Non resta quindi che il lato settentrionale, il quale
offre precisamente quelle molte sporgenze e rientranze,
che trovano un pieno riscontro nel lato riprodotto nel
musaico. A colui, che allontanatosi da Atene per circa
due chilometri nella direzione di nord-ovest si rivolga
indietro a riguardare la città, non diversamente si pre-

C1) Notizie cit., p. 338.

(') Jahn-Michaelis, Pausaniae descriptio arcis Athena-
rum, in fronte libri; cfr. index imaginum.
 
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