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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 8.1898

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Patroni, G.: Un villaggio siculo presso Matera: Nell'antica Apulia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9302#0261

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505

nell' antica apulia

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di 18 capanne, che potevano contenere ciascuna una
famiglia di 6 persone in media; quindi si può calcolare
una popolazione approssimativa di 108 abitanti. Que-
sti avranno formato una sola famiglia patriarcale, od
una piccola tribù; e non è improbabile che avessero
iu comune l'ossario, e che non ne preparassero uno
nuovo se non quando l'altro era riempito ('). Tutto ciò
è assai lecito argomentare fondandosi sui dati offer-
tici dalla tomba 1. Dall'altra parte possiamo prendere

ducono a ritenere più recente la tomba 3. Il primo
è la perfezione relativa con cui erano condotti i mu-
retti, a giudicarne dal superstite. E perchè si possa
meglio apprezzare questo antichissimo e raro saggio
di muratura, riproduco qui (fig. 110) una mia foto-
grafia che mostra il muretto di faccia, visto dalla
corsia, le cui pareti chiudono la vista ai due lati:
l'ingresso della tomba è a destra, nascosto da una
sporgenza della roccia tufacea. Aggiungo che i massi,

FlG. 106. 2 : 3 circa

la cifra delle deposizioni accertata per questa tomba
come base di un calcolo generale ; poiché il contadino
che scavò la tomba 3, sebbene non sapesse darmi
notizie precise ed utilizzabili pienamente per la scienza,
pure mi affermò che il numero degli scheletri era
grande, e che anche il pozzetto n'era stipato; e
per le due celle della tomba 2 avvenne certamente
che la stessa violazione che frantumò i vasi di-
sperse e ridusse in polvere le ossa, facilitandone la
distruzione completa che i cocci non potevano subire.
Abbiamo dunque 76 x 4 = 304, numero approssima-
tivo degli scheletri deposti. Le quattro celle potevano
quindi servire a tre generazioni; e calcolando una
vita individuale media di 70 anni, abbiamo uno spazio
di due secoli e qualche decennio, nel quale si esplicò
la vita del villaggio preistorico alla Murgia Timone.
Questo spazio di tempo poteva certamente bastare
alle popolazioni industriali e commerciali dell' Egeo per
sviluppare e perfezionare i loro prodotti enei, per in-
ventare la fibula ed arricchirne 1' arco mediante gi-
rate ad occhielli. Oltre a ciò anche due criteri indi-
pendenti dalla qualità degli oggetti rinvenuti c'in-

(') Per un fatto analogo cfr. ciò che venne osservato nei
sepolcreti vetustissimi di Monte s. Angelo nel territorio falisco
(Monumenti, voi. IV, p. 85 sg.).

di cui consiste il muretto, sono di calcare portato d'al-
tronde (perchè non esiste sul luogo) ; ed esaminati at-
tentamente mostrano meno abilità che a prima vista,
non essendo lavorati nè squadrati, ma solo una cura
grandissima nello scegliere pezzi con sfaldatura natu-
rale pianeggiante. L' altro indizio di posteriorità è la
posizione topografica più in disparte relativamente al
nucleo maggiore di capanne, mentre la tomba 1 si
manifesta la più antica come la più prossima (v. tìg. 1).

Tutto adunque induce a credere che la tomba 3
sia la più recente di tutte, e fosse stata preceduta
dall' apertura della tomba 2, di cui fu prima scavata
la cella settentrionale, poi aggiunta 1' orientale. Anzi
l'evidente successione di queste due celle compagne,
mostra che non se ne apriva un' altra se non si era
riempita già prima la precedente. E tornando al pro-
blema delle relazioni cronologiche tra la corsia sca-
vata nella roccia e la tomba 3, non sarebbe difficile
credere che il riempimento di quella fosse causato
dalla costruzione di questa, che fu l'ultima opera
compiuta dagli abitanti del villaggio. Se la tomba ha
dato fibule enee alquanto sviluppate, non ha però dato
strumenti nè armi, e non sappiamo se avesse fornito
anche oggetti litici, sfuggiti ai ricercatori, mentre
dall' altra parte poteva benissimo durarne 1' uso. E si
comprende che, stante la rarità del metallo ed il pregio
 
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