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della necropoli di caere

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dei nostri sarcofagi. Il fatto storico che due artisti
greci, Damofilo e Gorgaso, furono chiamati a Roma
sullo scorcio del secolo VI av. Cr. per decorare il tempio
di Cerere con opere in terracotta, ci dimostra non solo
che artisti greci lavorarono veramente nelle nostre
regioni, ma che la riputazione della loro scuola erasi
già consolidata ed estesa da un pezzo. I recenti tra-
vamenti della decorazione fittile del tempio arcaico di
Satricum ('), in cui tutto è greco nulla etrusco,
sono la migliore conferma di quanto ho esposto. Essi
inoltre ci dicono ancora una volta che il carattere
della plastica antichissima trapiantata in Italia è
decisamente ionico; il che va benissimo d'accordo
colle osservazioni che abbiamo fatte intorno ai sarco-

fagi fittili di Caere. I quali pertanto devono essere
considerati come eccellenti opere di artisti greci,
siano ionici siano educati ai principi dell'arte ionica,
che fissarono la loro dimora ed esplicarono la loro
attività nella bassa Etruria. E mentre con ciò ci è
dato aggiungere un nuovo tipo al novero di quelli
già conosciuti della statuaria ionica arcaica, d'altra
parte nella peculiare destinazione funebre del tipo
medesimo noi possiamo ritrovare la prima completa
manifestazione della tendenza antichissima di sosti-
tuire con immagini artistiche le forme umane di-
sfatte. Questa tendenza si esprime in grado cotanto
eminente nell' Etruria, nel tempo appunto in cui le
tombe trasformate in sontuosi triclini ricevono l'appa-
renza della vita più gaia in singolare contrasto con il
silenzio sotterraneo e la triste realtà della morte.

(') Cfr. Barnabei e Cozza in Notizie 1896, p. 23 sg.;
Graillot in Mélanges 1896, p. 131 sg.

Luigi Savignoni.
 
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