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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Robert, Carl: Sopra i vasi di Polignoto
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0017

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SOPRA I VASI

DI POLIGNOTO

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originaria della favola. Dessa è piuttosto il prodotto
di una ingegnosa combinazione di varie avventure di
Ercole, V opera un poco romantica di uno, almeno, e
probabilmente di parecchi poeti. La favola originaria
doveva essere molto più semplice. Ed ora notiamo che
fra tanti vasi arcaici che illustrano il mito di Nesso,
se ne trova uno solo, sopra il quale si possa consta-
tare la versione di Arciloco e Bacchilide. È questo
una bella coppa del Museo Britannico (E 42 ; Inghi-
rami, Vasi fìttili, II, 119) dipinto a figure rosse e
di disegno assai severo, appartenente certamente agli
ultimi decenni del sesto secolo. Dessa mostra Nesso,
che portando sul dorso Deianira e volgendo la testa
con espressione libidinosa, stringe la giovane fra le
sue braccia. Tutti gli altri — e sono più di una
dozzina e di diversissime fabbriche (') — mancano
dei contrassegni caratteristici per la versione Arci-
loco-Sofoclea, anzi taluni le contraddicono diretta-
mente. Vero è che talvolta Deianira si trova sul dorso
del centauro (2) ma in altrettanti casi Nesso la porta
nelle sue braccia (3), o dessa sta sul suolo guar-
dando tranquillamente la lotta (4). Lascio da banda
che il fiume Eueno non è mai indicato, e che senza
alcun dubbio la scena ha sempre luogo sulla terra,
nè voglio insistere sul gran numero di persone acces-
sorie, non soltanto numi protettori di Ercole, come
Minerva e Mercurio, ma anche parenti di Deianira,
come Eneo e varie donne. Tutto ciò si potrebbe spie-
gare o almeno scusare mediante i principi dell' arte
arcaica. È però un poco strano per chiunque abbia
in mente il frammento di Arciloco o la tragedia di
Sofocle, di vedere Nesso difendersi qualche volta con
delle pietre (5) o di vedere altri centauri accorrere in

suo soccorso ('), o finalmente di trovare tre volte, che
la figura principale, Deianira, il premio della lotta,
sia omessa (2). Ma il punto decisivo sono le armi di
Ercole. Imperocché nella versione di Arciloco e di So-
focle un motivo assai caratteristico è quello, che Nesso
vien ucciso da Ercole mediante le freccie. Poiché se
questi non si fosse trovato a qualche distanza, il cen-
tauro non avrebbe mai osato di toccare Deianira in
maniera libidinosa. Lo osa, perchè Ercole nel mo-
mento critico è ancora sulla ripa e lui stesso nel mezzo
del fiume : dfxia&ì ydq as ndurtccv ov Sid^oiisv dice
desso presso Arciloco (fr. 40), parole che in niun modo
potevano essere pronunziate alla presenza di Ercole.
A questi dunque non restava altra arma che 1' arco.
In secondo luogo per ricevere la sua proprietà letifera,
il sangue del centauro doveva essere attossicato dalle
freccie bagnate nel sangue della idra Lernea. Così
per la forma del mito, quale l'abbiamo presso Arci-
loco, Bacchilide e Sofocle, l'uso dell' arco è cosa in-
dispensabile. Ora sopra i vasi, Ercole in questa scena
non adopra mai l'arco e freccie, ma piuttosto la
spada (3) o la clava (4) ; una volta, sopra un esem-
plare molto recente e molto negletto, anche la lancia (5).
Tale contraddizione certamente non si può spiegare col-
l'insufficienza formale o col carattere tipico dell'arte
arcaica. Basta citare il noto bronzo di Olimpia (G) il
fregio d'Assos, ed il vaso protocorinzio pubblicato dal
Furtwangler (Archaeol. Zeit. XLI, 1883, tav. 10) per
provare che in quest' epoca, Ercole, nell' atto di saet-
tare un centauro, era un tipo assai comune. Consta-
tiamo dunque che la tradizione illustrata dai pittori
vascolari è diversa da quella di Arciloco e Sofocle.
I pittori non sanno nulla del passaggio del fiume

(') Vedi la lista fatta dal Ftirtwangler nel Mythol. Lexi-
kon del Roscher, p. 2195.

(2) Moti. d. Inst. VI, 56; Gerhard, Auserles. Vasenbilder,
tav. 117. 118, 1. 2, Holwerda; Jahrbuch des Kaiserl. Deutschen
archaeologischen Instituts, V, 1890, p. 244, Monaco 126. 1081,
Museo Britannico B 278.

(3) Museo Britannico B. 30 (corinzio; raffigurato H. B.
Walters, Catal. pi. I) ; Museo Gregoriano, II, tav. 28 ; Berolino
1802, Monaco 156, Zurigo 415.

(*) Boss, Archaeol. Aufsàstze, II, tav. 2 (trovato a Tenea);
Berolino 1835; Roulez, Bullettin de VAcadémie de Bruxelles,
Vili, 2, p. 52 (= Mélanges d'antiquité, IV, 4); lo stesso, Vases
de Leide, pi. 8, 2, Museo Britannico B 227 (ved. la riprodu-
zione, p. 19, fig. 3).

(&) Monaco 1081; Roulez, Vases de Leide, pi. 8, 2.

Monumenti antichi. — Vol. IX.

(!) Museo Gregoriano, II, 28; Mon. d. Inst. I, 26, 10
(= Monaco 150); Monaco 126.

(2) Antike Denkmàler, I, 57; Pottier, Vases du Louvre,
I, pi. 17, nr. A 478; Boehlau, Nekropolen, tav. V, 2.

(3) Mon. d. Inst. VI, 56; Museo Gregoriano, II, 28; Ger-
hard, Auserl. Vasenb. 117. 118, 1. Antike Denkmàler, I, 57,
Monaco 126. 156. 1081, Berolino 1702. 1835; Roulez, Vases
de Leide, pi. 8, 2; Boehlau, 1. c.; Holwerda, 1. c.

(4) Ross, 1. e; Museo Britannico B 30. 227 (vedi la ri-
produzione, p. 19, fig. 3); Gerhard, 1. cit. tav. 117. 118, 2;
Zurigo 415 ; Roulez, Bull, de VAcad. de Bruxelles, Vili, 2 ;
Pottier, Vases du Louvre, I, pi. 17 A 478.

(5) Museo Britannico B 278; Holwerda, 1. c. p. 244.
(°) Olympia, Bronzen, tav. 38.

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