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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Orsi, Paolo: Pantalica [e Cassibile]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0049

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n

PANTAIjICA

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pimento di cemento e calce ; originario è invece il muro
di ponente, formato di blocchi in secco, sui quali fu
posteriormente addossata una massa di emplecton.
F esattamente quadrato ; come G, D, E ha tracce di
pavimento bizantino in cemento ed ingresso a levante ;
il muro perimetrale antico fu rinforzato con calce
nelle giunture della faccia interna. II è vano irrego-
1 arissimo, nel quale dal lato NE il muro perimetrale
antico distrutto è stato supplito con una muratura a
piccolo pezzame legato da calce.

Ovunque per 1' edifìcio si trovano sparsi pezzi di
tegolini alterati dal fuoco, le cui tracce sono più in-
tense in A ; sono a margini bordati e di piccole di-
mensioni ; di più qualche frammento di coppi e di tubi
cilindrici, tutto materiale appartenente a tempi bizan-
tini ; di vasi greci non il più piccolo frammento.

Chiaro si vede dunque che 1' edifìcio abbandonato
in epoca remota venne, dopo molti secoli, rioccupato
da quelli abitanti di Pantalica che lasciarono le chie-
sette ed i villaggi bizantini; il muro perimetrale fu
rinforzato qua e là con calce ; i tramezzi interni ro-
bustati con emplecton e costruiti dei pavimenti in ce-
mento ; in fine un incendio, dovuto forse agli Arabi
che s'insediarono in Pantalica, distrusse anche questa
nuova fabbrica. Malgrado le vicende e le alterazioni
subite, si può però quasi sempre distinguere nell'edi-
fìcio il piano primitivo dai rifacimenti seriori.

Le migliaia e migliaia di sepolcri a forno ed a
camera, orme indelebili segnate dai Siculi nei monti
calcari dell' isola, mostrano come questo popolo sin
dalla fase più antica della sua civiltà possedesse una
meravigliosa attitudine a scavare le roccie, attitudine
che deve aver portato dalle sue sedi primitive del-
l'Africa, che sviluppò nell'ambiente geologico cotanto
favorevole della Sicilia, e via via migliorò, a seconda
che la progrediente civiltà lo mise in possesso d'istro-
menti più efficaci e perfetti. Di fronte a tale fatto è,
e permane, motivo d'inesplicabile sorpresa, che un po-
polo lapicida per eccellenza non abbia invece posse-
duto, sino a tarda epoca, un' arte tectonica qualsiasi ;
le sue città sono completamente aperte, le sue capanne
di pali, canne e frasche senza impiego di muratura ;
1' unica opera muraria che per ben lungo tempo egli
adotta e conosce, le piccole e rozze macerie per sbar-
rare 1' ingresso ai sepolcri. Soltanto a Thapsos, sotto
1' azione viva della civiltà egeo-micenea vediamo qual-

MONUMKNTI ANTICHI. — VoL. IX.

che nuovo tentativo per applicare al prospetto dei se-
polcri una decorazione architettonica ; e parecchi secoli
dopo, sotto 1' influenza delle colonie greche sorgono sul
monte Finocchito delle rudi fortificazioni in secco
saggio isolato di una attività fin qui non altrove ri-
scontrata, e perciò eccezionale. Perocché ad altro po-
polo e ad altri tempi spettano le grandi costruzioni
di Erice, di Cefalù, di Collesano ; ed il mal noto mu-
ragliene megalitico in massi lavici bruti di Naxos (2)
sembra un muro argine dei primi coloni greci della
Sicilia.

Se dunque i Siculi non furono nè muratori, nè
costruttori, si affaccia come una strana anomalia l'edi-
ficio di Pantalica, che non a torto ho chiamato sede
principesca od dvdxzoQov ; l'alta antichità di esso resta
indiscutibile non solo per chi ne consideri la forma
e la struttura, ma sopratutto le scoperte in esso av-
venute; solo vuoisi concedere che una parte di esso
abbia subito in età bizantina una trasformazione o
meglio un adattamento, senza però alterarne il disegno
fondamentale. Il lato meridionale di esso, dove la
struttura muraria primitiva è intatta, può dirsi senza
esitazione un'opera megalitica quadrata; i massi, mal-
grado la straordinaria durezza della 'roccia, espressa-
mente cercata altrove, e da lontano portati a gran
fatica, vennero penosamente squadrati, avendo somma
cura di preparare faccie di combaciamento e piani di
posa senza la necessità di piccoli pezzi interstiziali;
così si è anche ottenuta una certa distribuzione in
filari od assise. La stessa struttura la si vede a Troja
nel muro sul Bali-dagh (3), a Tirinto nel muro occi-
dentale dell'Acropoli, a Micene in più punti, ma in
modo grandioso all'ingresso della porta dei Leoni; e
poi nel Pelargikon dell' Acropoli di Atene (4), oltre
che nelle mura di Arne in Beozia (5), ed in più luo-
ghi dell'isola di Creta come a Cnossos, a Gulas, in
Aptera ed altrove (G). Io ho lasciato a bella posta in
disparte le costruzioni funerarie, limitando i miei raf-

fi) Bull. Pai. Ital., XXIII, tav. Vili, pag. 179 e segg.
(2) Rizzo P., Naxos siceliota, pag. 139, 141.

Perrot, La Grece primitive, pag. 236.
01) Perrot, o. e, p. 236, 270, 312-313, 429.

(5) Athenische Mittheil, 1894, p. 436.

(6) Mariani, Antichità Cretesi,]). 78,110. Anche in Italia
nelle costruzioni megaiitichc della seconda maniera (Mariani,
in Nuova Antologia, 1" giugno 1896, pag. 588; Pinza, Le
civiltà primitive del Lazio, p. 113).

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