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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Orsi, Paolo: Pantalica [e Cassibile]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0050

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TANTALICA

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fronti sopratutto alle opere militari e civili ; perocché
nella costruzione del palazzo di Pantalica si ebbe in
mira non pure la solidità statica, ma altresì la ro-
bustezza e sicurezza dell'edilìzio, trattandosi di una
città aperta e della residenza del principe, che doveva
esser solida e munita. Il tipo di questa muratura è
chiaro; chè pur volendo astrarre dal valore convenzio-
nale della terminologia, ad essa ben conviene l'epiteto
di megalitica ciclopica quadrata.

Più arduo è il compito di stabilire la forma ori-
ginaria, sopratutto interna, dell'edificio e la sua ele-
vazione ; le genti che alcuni secoli d. C. lo ripresero
per abitazione rispettarono il muro perimetrale, ed
anche quelli interni, ' soltanto riattandoli, chiudendo
qualche breccia, rinforzando le murature più deboli
con calce ed emplecton, e gettando pavimenti di altro
genere. Ora noi conosciamo soltanto in via indiretta
la forma della casa sicula, circolare nei tempi più
antichi, elittica poi e rettangolare; rettangolari sono
le tombe principesche di Pantalica, rettangolare il
palazzo ed i vani in cui si suddivide. Solo in via di
convenzione io ho adottato per esso il titolo classico
di dvuxroQov, siccome abitazione del principe di que-
sta città barbarica; e se, come vedremo, è vero che
la costruzione di esso è dovuta non ad artisti indi-
geni, ma stranieri, merita di indagare se essi abbiano
importata anche la pianta e lo schema dell'edificio.

Si pone quindi il problema, se 1' dvdxroqov di
Pantalica risponda nella forma e nella partizione alle
residenze dei principi micenei, e quindi, in qualche
modo, al palazzo omerico ; prendendo a base la rico-
struzione tipica del Dorpfeld (Tirynthe, fig. 113) vi
troviamo qualche punto di contatto, ma più anomalie.
Appena nel lungo corridoio o vestibolo B si potrebbe
vedere un nQÓdoj.ioq, e nel vano aperto che lo pre-
cede, con due braccia di muro volte al sole di levante,
una specie di cd&ovca ; in tal caso la larga apertura
interposta fra i due spazi si deve supporre occupata
da porte con pilastri intermedi in legno, al tutto
scomparsi ; tenendo conto oltre che del palazzo di Ti-
rinto, di quello più modesto e di diversa forma di Gha
in Beozia ('), e poi delle abitazioni private esplorate

(l) De Eidder, Bull. Corresp. Hellenique, 1894, tav. XI,
p. 278 e segg.; Sciale, Athen. Mittheihtngen, 1894, p. 422 e
segg., tav. X.

dallo Tsountas sull'Acropoli di Micene ('), vediamo che
accanto alla parte centrale e principale v'è sempre una
quantità di piccole stanze, comunicanti per lunghi ed
angusti corridoi; portando i criteri classici nell'esame
del nostro edificio, direi che la sala più grande, A,
era il fie'yaqov per eccellenza, il pe'yccQov rùv dtÓQmv;
la presenza di traccio di un gran focolare, eW«, (chè
ad esso alludono senza dubbio i carboni, le ceneri,
le ossa cotte scomposte dal cumulo primitivo, pareg-
giate, disperse e ridotte a battuto di pavimento dai
tardi Bizantini), centro della vita di famiglia di tutti
i popoli primitivi, è la miglior prova di tale desti-
nazione ; ma se esso sorgesse, conforme 1' uso eroico,
nel centro della stanza, od in un angolo, non ho potuto
precisare; confermano il fatto anche la presenza del
fondo di un ni&og piantato in un angolo, e dei pic-
coli bacini di pietra. Accanto ad esso dovremmo porre,
come nei palazzi achei, in C e D il quartiere mu-
liebre, il ntyaqov twv yvvaixmv 0 yvvaixovitrjq. Da-
vanti tutto il fronte orientale del palazzo si stendeva
un'area, cinta da muro di debole fabbrica (2), che for-
mava un gran cortile, specie di avXiq; gli altri vani
del lato settentrionale dovevano servire a molteplici
usi di abitazione e deposito. — Ma come è grande
la distanza fra il capo tribù siculo e 1' arai; acheo,
fra lo spirito della vita signorile micenea e quella dei
principi barbari, insomma fra le civiltà dei due paesi
e dei due popoli, così vedrà tosto ognuno come questo
tentativo di identificazione sia in parte arbitrario ed
ipotetico. Così nulla ci consta della forma in alzata;
fu certo ad un piano, con elevazione in tutta mura-
tura, e tetto piano, se pur il clima semialpino di Pan-
talica non rese preferibile la copertura a pioventi ;
della interna decorazione delle pareti nessun indizio
ci è pervenuto, che guidi qualche tentativo di rico-
struzione.

Ricapitolando i dati reali e positivi questo resta
di accertato: essendo l'unica abitazione sicula sontuosa
che conosciamo, non disconviene attribuirla al prin-
cipe potente, che abitava in mezzo alla rude e forte

(') nquxnxci, 1886 ; Perrot, La Grece primitive p. 343
e segg.

(2) Vidi il muro molto esteso, ma in tristi condizioni,
nel 1895; nel '97 era quasi per intero cancellato dai conta-
dini, sì che ho rinunziato a metterlo in pianta. Era però certo
la cinta di un vasto cortile.
 
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