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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Orsi, Paolo: Camarina: (Campagna archeologica del 1896)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0117

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0AMAR1NA

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lato sud vennero troncati a colpi di mazza per levarli.
A quanto vedesi ora superstite sopra terra debbonsi
aggiungere per lo meno altri 4 m. in lungh. da questo
lato, e con tale sviluppo si accorda la gobba assai
pronunciata del terreno formata da un ammasso di
blocchi, che appunto continuano per m. 4 ^ in lungh.,
dove un saggio in profondità mi ha dato la roccia
di fondazione spianata. Anche all' estremità opposta,
la orientale, dello stesso lato sud una profonda trincea
condotta fino alla seconda assisa di fondazione di-
mostrò che i massi erano stati rotti con cunei di
ferro e poi strappati, quindi nemmeno da questo lato
si ha la fine del tempio. Per concludere la lunghezza
superstite della fabbrica è oggidì m. 16,50, ai quali
conviene aggiungerne circa 4 all' estremità ovest, ed
una quantità indeterminabile ad est.

Per determinare la larghezza del tempio, tirai, par-
tendo dal muro meridionale, una profonda trincea
nell'interno della mandra, normale ad esso; scesi
sino alla profondità di m. 2,40 ed in qualche punto
a m. 2,70, senza trovare altro che frammenti di buon
intonaco, formato con gesso, e qualche moneta greca
logora; a m. 13 di distanza dalla parete meridionale
non m'era ancora imbattuto nelle fondazioni della
corrispondente settentrionale, e per ciò aveva ogni
buona ragione di credere che esse fossero state di-
strutte sino agli imi strati, per trarne materiale da
fabbrica. Ed in fatto a m. 10,50 incominciò ad ap-
parire un cumulo enorme di rottami di massi, dei
quali non uno solo intero ed in posto, malgrado che
qui io scendessi fino a m. 2,70; anzi erano per lo
più grandi scheggie e pezzi piccoli di rifiuto, essendo
stato asportato il materiale buono. Devo dunque cre-
dere, che la larghezza approssimativa della cella fosse
di m. 10 circa. Se tre lati di essa vennero totalmente
distrutti, il meridionale solo perciò venne rispettato
che ad esso poggiava la chiesa.

Così tutto quanto ci è dato conoscere su questo
tempio si riduce a ben poca cosa; che fosse sorto in
buona età (V sec.) lo dice la eccellenza dei tagli e
delle giunture, non che il sistema di sovrapposizione
dei massi ; che fosse il principale della città esito a
credere, attese le sue modiche dimensioni; che fosse
sacro ad Atena, è assai verosimile, per il ricordo la-
sciatoci da Pindaro (01. V, 22, to nohào^ I/aXXdg)
di « Pallade all' arce preside » (Fraccaroli), e per la

subita trasformazione in chiesa della Vergine, nonché
per la presenza dell' immagine della dea nelle pic-
cole litre camerinesi del principio del V sec. Tut-
tavia sembrerebbe che se la dea era la protettrice
principale della città doveva avere il tempio più an-
tico e più cospicuo; mentre il non aver trovato nei
vasti scavi da me eseguiti un solo frammento di ter-
recotte architettoniche induce a credere che il nostro
tempio non sia sorto in epoca arcaica ma nel V se-
colo soltanto.

Altri edifìci.

Nella spianata ad oriente del tempio lo Schubring
vide ancora delle belle cisterne campanulate e rive-
stite di stucco ; essendo stata queir area trasformata in
pascolo chiuso e cintato, le bocche ne furono turate
con lastroni e poi con terra, per modo che esse sono
oggi irreperibili ; solo dentro la mandra, a due passi
dal tempio, una serve anche oggi ad uso dei pochi
villani colà abitanti. Piena di piccoli fabbricati è
tutta l'area digradante dal tempio al mare; erano,
come si può giudicare dalle tracce superstiti, evidenti
lungo la strada che mena a Scoglitti, e da qualche
saggio da me eseguito, di assai cattiva costruzione,
con muri perimetrali di m. 0,50 e pavimenti di coccio
pesto ; dagli avanzi fittili che contenevano non mi
parvero affatto anteriori al sec. III.

Dissi già che il braccio meridionale del muro
traversale distrutto già in antico, era coperto di case
erette con materiali anteriori. Ne esplorai parzial-
mente due ; nella prima due muri perimetrali del ri-
levante spessore di m. 1,25 erano formati di pezzi
tenacemente cementati, ed il vano interposto era di
m. 3,25. La seconda casa aveva per pavimento la
roccia bene spianata ; erano ancora in posto la soglia
ed un piedritto della porta; un tratto della parete
conserva il rivestimento di stucco ed in basso una
fascia con tracce di color giallo. Ma anche qui si vi-
dero impiegati materiali più antichi e di modulo di-
verso; a traverso della camera si trovò capovolto un
sarcofago monolito, e come limite ovest della casa
vennero messi in opera due poderosi monoliti (m. 1,33
X 0,67 X 0,55) certo tratti dalle mura.

Neil' interno delle due case giacevano avanzi fit-
tili e coroplastici del IV e III secolo, e due fram-
 
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