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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Orsi, Paolo: Camarina: (Campagna archeologica del 1896)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0121

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225

CAMARINA

226

alt. era. 33) in buona arenaria coperto di stucco gial-
lastro sopra tutte le quattro facce. Altri frammenti
della stessa pietra collo stesso colore.

Due altri cumuli mi hanno dato risultati di mi-
nore importanza, ma che in ogni caso ripetono le sco-
perte avvenute nei primi. In complesso questo resta
accertato che siffatti cumuli contenevano i ruderi di
piccoli edifìci decorati architettonicamente di colonne,
di geisa a colori, di mezze colonne, e di timpani ;
1' opera ne era in pietra viva ricoperta di candido
stucco, sul quale risaltavano i colori rosso ed azzurro
della decorazione epistiliare. Dovevano essere quadrati,
non essendosi trovato alcun pezzo in curva, ma al di
là di questo non possiamo andare nella ricostruzione
ideale di essi. Ed anche la loro destinazione non può
dar luogo che a delle congetture; che fossero ricche
edicole sepolcrali non sembra, per ciò che esse si tro-
vano dentro il perimetro murale; ma potevan essere
degli heroa, spettanti a personaggi ragguardevoli della
città, eroizzati, oppure dei vaiaxoi di divinità se-
condarie, allineati lungo qualche strada sacra, come
ben poteva essere quella che saliva dall' Hipparis al
centro dell'Acropoli. L' Olimpica V di Pindaro, divisa
in tre triadi dirette a tre divinità, sembra contenga
una prova implicita che sulT Acropoli v' erano tre al-
tari od edicole sacre a Zeus, a Camarilla, e Pallade
ai quali accedeva, compiendo riti e sacrifìci, una pro-
cessione; io mi guarderò bene dal volere identificare
i nostri ruderi con siffatti luoghi di culto, anche perchè
in essi nulla appare che possa essere anteriore al se-
colo quarto; sebbene sotto tale rispetto, non vada
esclusa la possibilità di una distruzione e successiva
ricostituzione di tali altari od edicole nelle tante for-
tunose vicende di Camarina. Se pertanto nulla di con-
creto risulta intorno alla destinazione di siffatti pic-
coli edifìci, tutto induce a credere essi datino dal
secolo IV fine a metà III, e fossero fabbricati secondo il
gusto e nello stile (dorico-tardo) che in tale epoca do-
minava nell'isola, secondo le tracce riconosciute già in
varie altre città, come Siracusa, Netum, Akrai ecc. (')•

(') Gli clementi di piccola decorazione architettonica tratti
da codesti cumuli e da altri punti della città rappresentano in
complesso il gusto dominante nei tempi che seguono Alessan-
dro M. ; a Pompei se ne hanno vive reminiscenze nel cosidetto
1° stile, ed i recenti scavi di Priene (Schrader, Archaeol. An-
zeiger, 1897, pag. 182) ce lo fanno meglio conoscere applicato
alla decorazione interna ed esterna delle case.

Monumenti antichi. — Vol. IX.

Nessun monumento superstite, di tal genere, è a noi
pervenuto, ma i sepolcri scavati nelle roccie della con-
trada Grotticelli in Siracusa ('), coi loro prospetti ar-
chitettonici, coi timpani e le mezze colonne, servono
a darci un' immagine approssimativa delle edicole
sacre, le quali sorgevano allo sbocco dell'Hipparis.

Deposito di terrecotte ieratiche.

Il terreno fra il basso Refriscolaro e 1' alta ter-
razza della città è formato da una sequela di ondu-
lazioni sabbiose digradanti, ed in parte coperte di ro-
busti ginepri. Circa un km. in linea retta a SSE del

Fig. 17.

tempio, sopra una depressione apparvero a fior terra
rottami di terrecotte varie, che m'indussero a tentare
una esplorazione in quel sito, collocato certo fuori delle
mura, ma non discosto da esse. La presenza di qualche
bel squadrone e di pezzi di kalypteres, mi avevano
persino lusingato che colà esistesse qualche tempietto.

Sta il fatto che dopo alcuni giorni di lavoro misi
interamente allo scoperto il piccolo edifizio rettango-
lare (fig. 17), di cui offro qui la pianta. Irregolare ne

. (!) Cavallari, Top. archeol. di Siracusa, tav. XIV, 5, 0.

ir,
 
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