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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Orsi, Paolo: Camarina: (Campagna archeologica del 1896)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0122

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CAMARINA

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era la forma, non meno che la costruzione; piccoli
massi appena sbozzati, nè legati da cemento ne fa-
cevano la muratura, spessa cm. 40-60, piantata sulle
sabbie vergini e non più alta nello stato attuale,
di cm. 80. Gli avanzi archeologici, fittili in grande
prevalenza, si trovarono in maggior numero dentro il
vano, ed altri fuori di esso in un raggio di m. 5 ed
alla prof, di cm. 20-80, sotto la quale linea non trovasi
che terra vergine. Il deposito è stato certamente ma-
nomesso in precedenza da violatori, come risulta dalla
dispersione delle terrecotte e dalla presenza di varie
tra esse a fior terra. Sull' indole di esso non voglio
pronunciare un giudizio prima di avere esaminato il
materiale ; ma escludo subito che si tratti così di un
vafoxog, come di una fabbrica, mancando gli elementi
che li caratterizzano. I tegolami trovati nell' interno
ed all' esterno del vano, possono bensì spettare alla
copertura dell' edifìcio, che in ogni modo era assai mo-
desto e per struttura e per dimensioni.

a) Bromi (fig. 18).

Una foglia a losanga in robusta lamina con foro
di sospensione alla base. Una dozzina di dischetti in

Fig. 18.

lamina più sottile, diam. cm. 2:,/4-31/2, con bullette
a rilievo in giro, una più accentuata al centro, sono
tutte riproduzioni in miniatura delle patere o (fidlai
(ieri(MpaXca che abbondano di solito nei santuari come
offerte del volgo. Io ne ho raccolto una quantità di
esemplari più grandi nel santuario di Granmichele (')

(') Orsi, D'una città greca a Terravecchia presso Gran-
michele prov. di Catania. Monum. dei Lincei, VII, pag. 67.

(assieme ad una foglia identica alla camarinese) ed
a Megara Hyblaea in uno scarico di terrecotte sacre.
La circostanza che qui le patere sono tutte in minia-
tura sembra alludere ad offerte di gente assai povera.
Una kylix in sottil lamina di bronzo coi manici fusi
ed in origine saldati alla coppa rappresenta nella sua
sagoma il tipo fittile dei piccoli maestri e va quindi
riportata alla fine del secolo VI od ai primordi del V.

b) Vasi fittili.

Di vasi dipinti segnalai solo rottami di skyphoi
neri ed una piccola kylix a fascie nere e rosse; ma-
teriali che risalgono al principio del sec. V. Di ce-
ramica grezza numerose patelle ausate, piccole hydrie,
orcioletti ansati, fiaschetti ariballici ecc.; in complesso
un materiale ordinario e povero.

c) Terrecotte plastiche.

Neil' area suindicata si raccolsero alcune centinaia
di pezzi, teste (oltre a cento), torsi decapitati, pezzi
di panneggi, plinti coi piedi ; e di fronte a questa
massa di rottami non toccano la mezza dozzina gli
esemplari interi. Si direbbe che quello fosse uno sca-
rico di terrecotte difettate o rotte, mentre di solito
nei santuari accanto ai rottami si trovano numerosi
esemplari interi (Granmichele, Megara, Locri, Gir-
genti ecc.) ; ma io penso invece che questo derivi da
una precedente devastazione, forse del principe di Bi-
scari che moltissime terrecotte ebbe da Camarina (').
La creta di tutte le figurine del deposito è certamente
locale, intendo dire se non del sito di Camarina certo
della regione circostante; giallastra e rossigna, nò
di grande finezza. Le figure sono cavate a stampo e
finite a stecca, e con pochissime eccezioni di un lavoro
piuttosto ordinario e sommario ; nissun pezzo si distin-

(') Eekulè, Die Terracottcn aus Sif ilidi, pag. 24, cita un
jiasso del Biscari, Sopra t/li antichi ornamenti e trastulli dei
fanciulli, Firenze 1781, pag. 22; dal quale risulta che a Ca-
rnai-ina egli scavò « una quantità grande di tali figurine clic
« le sole intere erano più di cento, oltre le rotte, tutte ain-
« mucchiate in un luogo, che potè essere una officina oppure
« bottega ». Forse quel luogo è quello da me esplorato, ed
accresce forza a tale ipotesi che nel Museo Biscari si hanno ter-
recotte Camarinesi identiche a quelle prevalenti nel nostro de-
posito (Kekulè, fig. 56-57).
 
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