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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Orsi, Paolo: Camarina: (Campagna archeologica del 1896)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0134

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251

stregua dei soli criteri topografici dovrebbero essere
più antichi dei precedenti e spettare tutti al VI sec;
ma del loro contenuto nulla si sa. Secondo le infor-
mazioni molto attendibili del sig. L. Fiorilla, a SE
della casa Majello egli avrebbe esplorata una povera
necropoli a fosse, eseguendo lavori agricoli sulla col-
linetta depressa che colà sorge, e dove una casetta
serve da seccatoia ai tabacchi; solo tre fosse conte-
nevano sarcofagi monoliti, ancora ivi conservati. Porse
fu in uno di codesti sepolcri che il sig. Fiorilla se-
niore scoprì avanti un trentennio una corona di foglie
di oro, liscie, che furono squagliate da un orefice.

252

anche qui è arrivata la mano di spogliatoi-i antichi
e moderni, che dovremo chiamare intelligenti, perchè
mentre i sepolcri poveri sono stati tutti risparmiati,
furono manomessi quelli di buona età e ricchi di vasi
dipinti.

a) Gruppo Sud-Ovest.

Il punto più occidentale di questa necropoli è oppo-
sto alla collina urbana, in cui lo Schubring ha collo-
cato il tempio di Eracle, e si stende sul declive che
dall'orlo del bosco Randello va giù sino al fiume. Se
le mie osservazioni Eon sono completamente errate,

camarina

Fig. 41.

Prima di passare alle necropoli meridionali sulla
sinistra del Refriscolaro ricordo che presso la casetta
Trombatore esiste una piccola catacomba, detta dai
villani Grotta Rancucco (o Grancucco), in gran parte
trasformata ; ed intorno ad essa alcune tombe a fossa
campanulata, romane tardissime o bizantine.

Necropoli meridionale.

È vastissima, occupando coi suoi diversi gruppi uno
sviluppo lineare di un buon km. e mezzo ; essa si
stende alla sinistra del Refriscolaro sui ciglioni delle
colline sabbiose che lo costeggiano e portano il nome
complessivo di Passo Marinaro ; in parte penetra an-
che nei boschi di profumate conifere, che rivestendo
quella plaga formano un magnifico parco naturale. Ma

qui sullo stesso terreno abbiamo sovrapposti e mesco-
lati sepolcri di due epoche diverse, cioè del sec. V
e del IV fine-Ili, fatto d'altronde osservato in altre
necropoli ('). Abbondano sepolcri di tegole, poveri
quanto mai di contenuto, e la cui cronologia precise-
remo meglio più sotto, ma spettano a tombe più an-
tiche una quantità di massi squadrati, in arenaria,
taluno con modinature, e pezzi di tegole in calcare,
e poi una quantità di rottami di grandi vasi a fig. r.
Se la devastazione di questo tratto di necropoli deri-
vasse da esploratori recenti, od anche dal principe
di Biscari, non si spiegherebbe come mai essi ab-

(!) Potrei citare numerosi casi di necropoli greche spo-
gliate dagli antichi, anzi in taluni casi dai Greci stessi. Valga
per tutti la necropoli di Cuma, dove le tombe antichissime
vennero distrutte dai Greco-Sanniti del II sec, per dar posto
ai loro sepolcri. (Beloch, Campanien, 2 ed., pag. 167; Patroni,
Notizie, 1896, pag. 203).
 
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