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271 ca

naturale spalmato di calco, dove aveva lasciato una
macchia bigia con pochi frustali di ossa ; invece erano
meglio conservati gli avanzi del legno, che mostrava
ancora i piani di segatura delle assi, ed in un angolo
le commissure fra le assi stesse; in mezzo al fraci-
dume ligneo si raccolsero tre chiodi di ferro.

Sep. 72. Cella ipogeica a due assise, con orma nera
del cadavere e poche scheggio ossee. Al sito della mano

Fig. 68.

d. due lekythoi campane come fìg. 58 b, lucerna nera
ombelicata, lo skyphos nero a fogliami bianchi e rossi,
campano, dato alla fig. 68; una piccola lekane con
coperchio e fregi bianchi e rossi, anforetta e scodel-
lina grezze.

Fig. 69.

Sep. 73. Fossa profondissima (m. 2,80) con esigue
tracce dello scheletro. Come materiale di riempimento
avevano servito alcuni pezzi in calcare lavorato, per-
tinenti ad una delle ricordate edicole funebri, cioè cor-
nicioni, fascio ecc. V era ancora il finimento superiore
di un cippo funebre, qui riprodotto (fig. 69), ed ana-
logo ad uno rinvenuto a Piano dei Greci presso Ca-

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marina; la testa, rotta, ha un foro per fissarvi me-
diante perno un oggetto terminale (lekythos, pigna?), ed
altro foro è nella base, che ha m. 0,31 di diam., mentre
il cono ha una alt. totale di m. 0,30.

Sep. 75. Fossa prof. m. 2,60, dir. E-O, col fondo
chiuso da tegole a piovente ; dello scheletro mancano
le traccie, ma al sito supposto della mano d. due
bicchieri nerastri, uno stamnos, due anforette, due boc-
cali minuscoli grezzi. Nella parte superiore della fossa
una grossa olla globare con coverchio non conteneva
tracce visibili di ossa, ma due scodellette nere ed una
conchiglia.

Vista la povertà della necropoli sud ed avendo da
76 sepolcri raccolti elementi bastanti per determinarne
l'età ed il carattere, ne sospesi la esplorazione; co-
stipando in breve i risultati sintetici delle osserva-
zioni, ecco quanto può dirsi : varia è la forma dei
sepolcri, dipendente dall'agiatezza della famiglia ed
anche dalle condizioni geologiche del suolo, prevalendo
qui quelli di tegole per la distanza delle cave e quindi
per il maggior costo della pietra. Non mancarono an-
che qui tracce di cippi, colonne, edicole, heroa, che
decoravano i più ragguardevoli sepolcri ; la cui orien-
tazione è costante da E-O, NE-SO, colla testa del de-
funto sempre dalla parte di levante ; 1' ustione, mal-
grado 1' epoca relativamente bassa, è ancora eccezio-
nale, rarissima. Povero generalmente il contenuto; nulla
di bronzi, misera la ceramica, scomparsa interamente
quella attica, supplita da articoli campani, a quanto
pare cumani, modestissimi anche codesti, e da una
umilissima industria locale, che imitava in esemplari
minuscoli, alticm. 3-4, quasi giocattoli puerili, i grandi
vasi fittili, e talvolta (situle) anche metallici. Se i
vasi ci danno qualche lume sulla cronologia, la pre-
senza di tre monete, emesse tutte nella seconda metà
del IV sec, giustifica 1' assegnamento di tale necro-
poli all' ultimo periodo di vita della città, cioè al
339-258 ; però, almeno una parte, la occidentale della
necropoli di Passo Marinaro è piantata sopra una più
antica del sec. V.

c) Sepolcro di Bosco Randello.

Ho già detto che le colline o dune sabbiose di
Passo Marinaro sono in parte coperte di una fitta mac-
chia di piante resinose, che serve sopratutto ad im-
 
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