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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Taramelli, Antonio: Ricerche archeologiche cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0153

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289 RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

da un grave malore, che se mi dette occasione di
esperimentare la devozione affettuosa del mio maestro
e degli amici cretesi, primo ed amatissimo fra gli altri,
Giuseppe Hatzidàkis, presidente del Syllogos di Candia,
troncò ad un colpo il mio lavoro e le mie speranze.

Questa malattia prima, poi una serie di ostacoli,
non dipendenti dalla mia volontà, mi hanno trattenuto
dall' esporre i risultati della mia esplorazione. Si a<*-
giungevano anche altre considerazioni per rendermi
esitante, anzitutto l'idea del mediocre valore delle mie
osservazioni, in secondo luogo il fatto che esplorazioni
concomitanti e consecutive del prof. A. J. Evans ave-
vano messo in luce, e con maggiore ampiezza, quasi
tutti i dati da me osservati. Tuttavia ora, cedendo
specialmente alle istigazioni dei miei antichi maestri
della Scuola Archeologica, ai quali esprimo qui i sensi
della mia viva gratitudine, io oso presentare questi
scarsi risultati, nell' idea che essi possano servire come
indicazione a coloro che ora attendono allo studio
dell' isola, risorta a libertà. Ed il mio ardire sia anche
in parte giustificato dalla considerazione che per lo
più i dati che io qui verrò esponendo sono di indole
topografica, vale a dire riflettenti le condizioni naturali
e reali dei singoli luoghi e che, secondo gli avverti-
menti di un grande maestro delle discipline storiche,
Ernesto Curtius, sono una delle fonti più sicure della
storia ('). Inoltre i fatti da me osservati riflettono per
lo più il periodo miceneo, o quello che immediatamente
gli viene dietro, periodi dei quali parmi opportuno rac-
cogliere tutti i dati, anche i più insignificanti, essendo
quelli nei quali si preparano, si formano e si espli-
cano tutte quelle energie vivaci e mirabili, che nella
vita, nelle credenze e nelle costumanze hanno la loro
prosecuzione nell' età greca.

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La regione centrale dell'isola.

Il motto antico, raccolto da Aristofane nello
Ranae (-), chiama i Cretesi « figli dell' Ida », e come

esso trova la sua spiegazione nella massa del monte,
che forma, colla sua lunga giogaia, coi suoi estesi con-
trafforti, colla vastissima zona prealpina, il più note-
vole fatto orografico dell' isola, così è pienamente
giustificato dal numero grande di centri di popolazione
e di culto che in età greca fiorirono nelle sue valli,
nei suoi altipiani, o lungo i corsi d'acqua che sca-
turiscono e si nutrono dalle mille sorgenti della bella
e poetica montagna. E veramente figli dell' Ida pote-
vano dirsi non solo gli abitanti di Axos, di Eleutherna,
di Sybrita, di Tylissos, che vivevano sui fianchi stessi
del monte, fra i pascoli e le selve, ma anche quelli
di Cnosso, di Grortyna, di Phaestos, vale a dire dei
più importanti centri di Creta, i cui domini si esten-
devano e si toccavano appunto nel monte Ida e traevano
da quello l'alimento indispensabile delle acque per
gli uomini ed i coltivi. E figli dell' Ida erano anche
perchè nel monte, sacro al culto ed alla leggenda di
Zeus, si aprivano due santuari primitivi, le due grotte
votive dell' 'Ióccìov avtqov e del Maurospilion di Ca-
màres, la prima situata nel versante Cnossiaco, la
seconda nel versante Phaestio, le quali rappresentano
due epoche successive ed in parte concomitanti della
vita e del culto cretese.

L'antro Ideo, intimamente collegato colla leggenda
e colla poesia dell' isola, ebbe la ventura di una ri-
cerca accurata e metodica del prof. Halbherr e del-
l'Aerakis, la quale mise in luce quello splendido
tesoro di terrecotte e di bronzi votivi, studiati principal-
mente dall'Orsi, dal Fabricius e dal Ghirardini ecc. (').
Questo materiale, ora ornamento del Museo del Syl-
logos di Candia, è testimonio della cultura dell' isola,
dall' età che immediatamente fa seguito alla micenea,
sino all'epoca romana, nò vi mancano traccie che anche
all' età micenea, quando fiorì il regno che si accentra
nella mitica figura di Minos, quell'eccelso santuario
dell'Ida fosse già frequentato dai devoti, che dalle
terre soggette al dominio di Cnossos, traevano a ve-
nerare il sommo Zeus.

(') Ernst Curtius, Topographie uni mythologie (Rhcin.
Museum, 1895, p. 380) : « beginnt die Topographie einer der
ergiebigsten Quellen unserer historischen Kenntniss »; cf. V. Be-
rard, Typologie, in Rev. Archéol. 1899, p. 65 sgg.

(?) Aristoph., Ranae, v. 1398.

Monumenti antichi. — Voi,. IX.

(!) Halbherr-Orsi, Scavi nelV antro Ideo {Museo italiano
di antichità classica, II) p. 689 sgg.; Ghirardini, I bronzi di
Creta (Nuova Antologia, 1888) p. 672; Fabricius, Die Idàische
Zeusgrotte (Athen. Mitth. X) p. 59 ; più recentemente vedi il
VII volume della Histoire de l'Art, del Perrot e del Chipiez;
i: Milani. Studi e materiali d'arrheol. e numismat. fase. 1°.

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