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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Taramelli, Antonio: Ricerche archeologiche cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0154

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291 RICERCHE ARCI

Invece l'antro detto il Maurospilion, sui fianchi
del monte di Camàres, nel gruppo sud-est dell' Ida,
ebbe sinora solo una tumultuaria escavazione dai mon-
tanari e dai pastori, che arrecò in luce gli esemplari
di ceramica studiati dal Mariani, dall' Evans e dal
Myres ('), ed una mia visita nel giugno del 1894,
della quale ho dato relazione in una breve nota che
sarà tra non molto edita nella seconda serie del gior-
nale Americano di Archeologia.

Non voglio qui ripetere quanto dissi più estesa-
mente in quello scritto, sia relativamente alla salita
sul monte, che all' aspetto della grotta ed al mate-
riale che in essa rinvenni. Accenno soltanto che il
mentovato monte di Camàres, pure facendo parte del
gruppo dell'Ida, è alquanto discosto dalla vetta prin-
cipale, fronteggiando verso sud-est l'altipiano detto
di Nida, sull' alto del quale si apre la grotta Idea,
ed ha una fisonomia caratteristica, essendo profonda-
mente inciso da due valloni, che a Camàres conflui-
scono a formare il torrente di Temeneli, ed ergendosi
con ripidi fianchi verso una bicipite vetta, perfetta-
mente distinguibile per tutta quanta la Messarà (2).
La grotta di Camàres (fig. 1) è sul fianco sud-est del
monte, a circa 1400 metri d'altezza sul mare, e vi
si giunge attraversando una regione di boschi di piante
resinose ed aromatiche, le quali imbalsamano l'aria ed
accrescono l'impressione di meraviglia e di gaudio da
cui è commosso lo spirito alla vista del paesaggio,
che nelle mattinate di primavera è di una grandiosità
solenne, incomparabile.

Dinnanzi a questa grotta, che si apre come un
immenso arco di 20 m. d'altezza per 42 m. circa
d'ampiezza nella scoscesa parete di roccia, si stendeva
un brevissimo tratto di ripiano, nel quale vi deve essere
stata, come vi fu nell' antro Ideo (3) e si suppone in
quello di Psicrò, sul Lassithi (antro Dicteo) (''), ed

(•) Mariani, Antichità Cretesi (Mon. Antichi dell" Acc.
dei Lincei, VI), estratto p. 186; Evans, Academy, 1895, p. 469,
e Cretan Pictographs, p. 81 ; Myres,. nei Proceedings of the
Society of the antiquaries, 14 marzo 1895, p. 351 sg.

(2) Anzi per quella parte del piano messaritico che sta tra
Gortyna e Phaestos, la montagna di Camàres apparentemente
supera in altezza la vera montagna dell'Ida, a cui in realtà
è inferiore di più di 500 metri.

(3) Halbherr-Orsi, 1. c, p. 689 sg.

(4) Ivi, p. 905; Evans, Further discoveries of Cretan and
Aegean script (Iourn. of. Bell. Studies, XVII, 1898), p. 350 sg.

LOGICHE CRETESI

in quelli di Ilitia (') e di Ermes Craneo (2), un' ara
votiva, tagliata nella roccia ; ma essendo tutto quanto
il ripiano occupato da una quantità di enormi blocchi,
caduti dalla volta e dai lati, era impossibile il rin-
tracciarla a chi non aveva che piccoli mezzi di scavo.

La grotta, parimenti che l'antro Ideo e l'antro
Dicteo di Psicrò, si inabissa nel seno della montagna,
come una enorme fauce di un mostro, sì da far sor-
gere l'idea che la divinità qui venerata dovesse essere
concepita anche come divinità sotterranea %&ovCa, con-
cezione che del resto vediamo intimamente connessa,
anche nell'età classica, col culto di Zeus (3). Scen-
dendo nell' antro, a 50 metri circa più in basso della
bocca, la grotta presenta un breve tratto di ripiano,
ampio pochi metri, dopo il quale, per uno strettissimo
canale, si accede alla seconda e più profonda parte
della grotta, che si prolunga ancora per un centinaio
di metri, sempre inabissandosi nel monte e quasi
affatto priva di luce.

Eenchè anche in questa parte più bassa io abbia
rinvenuti numerosi frammenti ceramici ed una brocca
monoansata quasi intiera, del tipo frequente nelle ne-
cropoli di Amorgos ( '), si è però nell'accennato ripiano,
in fondo alla prima parte della grotta che rinvenni,
scavando un piccolo lembo di terra, non completamente
coperto dalla neve, le traccio di una costruzione in
pietre, calcinate dal fuoco, forse un altare, ed una
quantità di frammenti di vasi, che corrispondevano
in tutto, sia per la qualità e fattura che per la de-
corazione, a quelli già esistenti al Syllogos ed illu-
strati ampiamente dagli scritti e dalle tavole del prof.
Lucio Mariani (R) e del dott. Myres.

Nè io mi dilungherò a descrivere gli esemplari
da me rinvenuti ed ora al Museo del Syllogos, dirò
solo che io mi accordo cogli accennati studiosi e col-
1' Evans (fi) nel ritenere che il tipo della ceramica di
Camàres, pure mostrando di essersi formato contem-
poraneamente che nell' isola di Thera, persistette però

(') Hatzidàkis, nel llaQvaaoóg, 1887, marzo, voi. X, fase. 7.

(2) Halbherr-Orsi, 1. e, p. 913.

(3) E. Meyer, Gesch. d. Alterthums, II, § 62 e le citazioni
da lui raccolte.

(*) Mmmler, Mitth. aus d. g'riech. Inseln (Athen. Mit-
theii, XI, p. 224, Beil. 2, fig. 16).

(5) Mariani. 1. e, p. 185, tav. VIII-X.

(6) Evans, Cretan pictographs, p. 81.
 
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