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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Taramelli, Antonio: Ricerche archeologiche cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0161

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305

ricerche archeologiche cretesi

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b) vasi di qualità più fina, fatti però sempre a
mano, ma con pasta più depurata, specie di piatti, a
fondo concavo e pareti srasate ; ciotolette biausate e
dal fondo carenato e, caratteristici, grandi vasi dal
fondo rotondo, dal corpo cilindrico e dalla bocca qua-
drata, che richiamano quelli dei depositi neolitici del
Portogallo e della Francia meridionale ed in special

sili in osso ed in corno di cervo, come punte, spatole,
punteruoli, ecc.

Superiormente a questo strato, ma da esso sepa-
rato da una crosta di deposito calcare, era uno strato
sepolcrale, sfortunatamente non intatto, nel quale,
insieme ad ossa umane di inumati, rinvenni vasi, più
o meno frammentari, quali brocche dalle spesse pareti.

Fig. 4.

Sezione longitudinale della grotta.

modo quelli interessantissimi delle caverne di Pina-
lese esplorate dal Rev. P. Amerano (');

c) numerosi esemplari di vasetti minuscoli, di
quelli elio il B.ùckner (vedi Doerpfeld, Troia, 1893,
p. 91) chiama liliputisches Geschirr, generalmente
della forma di ciotolette dal fondo sferoidale, dal
collo che si restringe come una piccola bocca, oppure
di piccolissime oinochoe, quali si ravvisano anche nei
più profondi strati troiani, nè mancano nelle tombe
della necropoli di Phaestos (2).

L' antichità del deposito di Miamù venne altresì
confermata da un certo numero di molini a mano, in
roccie molto tenaci, e dai relativi pestelli in calcare
compatto, o trachite o quarzite, oltre che dagli uten-

(1) Cazalis de Fondouce, Allées couvertes de la France
(JJatériau.r pour rhistoire de Vhomme, XIII, p. 400, tav. 16,
fìg. 1); Cartailhac, Les c/rottes artificielles sepulcrales du Por-
tagli (Materiaux, 1835, p. 1 sg.); Amerano, Vasi colorati e
dipinti nelle caverne di Finale {Bull. Rai. di Paletn., XIX,
a. 1893, p. 174).

(2) Evans, The H. Onuphrios deposit. p. Ili, fig. 99,
102, 104.

Monumenti Antichi. — Vol. IX.

dalla forma frequente a Tyrinto ed a Troia; altre invece
a forma di pera, dalle pareti più esili, esternamente
coperte da una colorazione rosea, a striscie di colore
rosso vivo, richiamante quello della ceramica di Thera;
unitamente a quelle rinvennesi una coppa concoicale,
dalla bocca circondata di piccolo orlo, fornita di due
ause di sospensione forate verticalmente, come in
molti esemplari della ceramica di Tyrinto e di Troia.

Dai dati raccolti nelle mie esplorazioni parvemi
agevole venire alle seguenti conclusioni : 1° che in quella
grotta si ebbe l'abitazione di una famiglia che, a corto
di altri nomi diremo « trogloditica » e vissuta in epoca
probabilmente neolitica e contemporanea a quelle fa-
miglie le cui sedi ci furono rivelate dagli strati pro-
fondi di Troia, e con caratteri molto affini a quelli di
altre popolazioni delle spiaggie del Mediterraneo, vi-
venti nell'epoca stessa ;

2° in epoca più tarda, dopo che la grotta fu per
qualche tempo abbandonata, sì da formarsi lo strato
di calcare stalattitico, vi furono deposti cadaveri
inumati di gente che ebbe comune il tipo di suppel-

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