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RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

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menta per tipo e decorazioni consimili esemplari di
Tyrinto. Dai contadini acquistai pure una statuetta in
terra cotta, frammentaria, mancante della parte inferiore
e colla superfìcie erosa dall'azione del tempo e scolorita
(fig. 8); erano però visibili alcuni elementi caratte-

Fig. 8.
Muletto di Axùs.

vistici, quali una specie di berretto sul capo, una pro-
minenza a indicare il naso, gli occhi sporgenti e le
due braccia curve in alto. Questa statuetta, che trova
vari confronti sia colle sculture provenienti dalla stessa
Axòs ('), ed ora al Sillogos di Candia, insieme ad
altre di varie località dell'isola, sia con quelle pro-
venienti da necropoli e località del mondo greco, sedi di
cultura primitiva, non ha tutto lo schematismo conven-
zionale, proprio della più parte dei cosiddetti idoli mice-
nei, ma serba una certa tendenza naturalistica, basata
sopra l'osservazione. Gli occhi sporgenti, la forma del
berretto, l'attitudine delle mani sono comuni ad ido-
letti di Eleusis (2), dell'acropoli di Atene, di Tyrinto,
di Mycene, e fanno pensare, coli' Evans, ad analogie
con figurine arcaiche provenienti dalla costa setten-
trionale dell'Africa (3).

Altri insediamenti primitivi erano sparsi attorno
ad Axòs, a dimostrare che la popolazione era nume-

(!) Cf. Mariani, op. cit., pag. 31, fig. 13; cf. fig. 8, pag. 28,
e fig. 14 a pag. 32.

(2) Schliemann, Tiryns, pag. 143, fig. 76,77,84, e tavole
XXV. X. Cfr. Studniczka, Aus Chio [Ath. Mitili., XIII), pag. 184.

(3) Cf. A. I. Evans, Further Biscoveries, pag. 381, fig. 33.
Però, per rimanere nell'ambito dei confronti cretesi, rammento
come la statuetta di Axos, sia per la forma del copricapo, che
per la cintura attorno al dorso, si accosta a quelle rinvenute nel-
l'antro di Psicrò (Mus. hai. Ant. Classica, II, tav. XIII, fig.
1 a, b) e nel santuario di Hermes Cranaios a Patsò (Amari), ivi
tav, XIV, fig. 4 a, b). Forse nella parte inferiore la statuetta
di Axòs era simile a quella di Itanos, data dal Mariani, op.
cit., pag. 21, fig. 1.

rosa e sparsa nelle varie parti del distretto ; traccie non
dubbie trovai nella località detta di Spetzaria o Liva-
dhià, nella valle di Livadhi, poco sotto il colle dominato
da Anoja, dove esistono frequenti tagli nella roccia, ed
abbondanti frammenti di ceramica; nel villaggio di
Anoja poi mi mostrarono come provenienti da quella
località una specie di biigelkanne a decorazione li-
neare, del tipo di quelle di Kourtes, ed una bella
coppa in pietra, stretta nel fondo e allargatesi verso
la parte superiore, coli' incavo interno cilindrico e la
superficie a spicchi, che io acquistai per il museo del
Sillogo di Candia, perchè si trovasse insieme coi belli
esemplari di vasi in pietra, provenienti da Arvi, da
Psicrò, da Milatos e da Phaestos, coi quali, e special-
mente con uno di Phaestos, ha singolare analogia.

Scendendo lungo il corso del fiume di Axòs, at-
traverso al Mylopotamos, toccai il paese di Episcopi,
grosso villaggio di epoca veneziana, ora in grande de-
cadenza, nel quale mi vennero mostrati grandi pithi,
però di età assai più recente di quelli di Cnossos e
anche di Lyttos (')•

Procedendo ancora verso valle, attraversai la re-
gione ondulata che forma il piano del Mylopotamos.
e toccai il forte di Kastrì, che presenta uno degli
esempì più interessanti in tutta l'isola di fortilizi
veneziani nel centro del paese dominato dalla Sere-
nissima (4).

Prima di raggiungere Melidoni, dov'è la grotta
resa tristamente famosa dall'eccidio del 1821, ordi-
nato da Ibrahim Pascià, mi fu segnalata a breve di-

(') Per gli studiosi delle memorie veneziane nell'isola se-
gnalo la bella chiesa di Episcopi, ora rovinata, ma mostrante
un' interessante esempio di cappella a cinque cupole, di cui la
centrale, di un diametro di m. 4,15,conserva ancora molte traccie
di affresco in quello stile bizantino corrente, che i decoratori
veneziani prodigarono nelle chiese dell'isola. Sopra 1' architrave
della porticina laterale della nave a corna epislolae è uno stem-
ma episcopale, con una stella radiata; ai fianchi è la data:
m ' d (stemma) lxviii

(2) Il forte si eleva su una collina alta pochi metri sulla
valle, comandante la strada, detta VasilicO dromo, da Anoja a
a Rettimo; tutta la parte alta della collina, di fragili marne
terziarie, tagliate verticalmente , è dominata da una mura-
glia alta poco più di un metro, colle feritoie per i fucili o
le spingarde e le troniere per i cannoni. Nel suo complesso
era un fortilizio che difficilmente poteva venire espugnato da
rivoltosi, ben altrimenti che i Blockhaus disseminati dai Turchi
nella regione cretese. In mezzo al forte sono bellissime cisterne
ed una cappella con uno stemma episcopale a tre sbarre.
 
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