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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Taramelli, Antonio: Ricerche archeologiche cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0183

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349

RICERCHE ARCHKOLOGICHE CRETESI

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venti, separati dalla omerica iisanóojxi) (Odiss. XIX,
37, XX, 336) e col pianato in legno, collocato ad
una certa altezza dal suolo, in modo da lasciare al
di sotto uno spazio riservato alle provviste, ripeta il
tipo protostorico della casa, quando granaio, cucina,
talamo erano raccolti sotto lo stesso tetto e nello
stesso spazio.

Alla Visala, oltre ai frammenti di edifìci, alle basi
di colonne, ottenni una grande quantità di ceramica mi-
cenea : accanto ai pithi frammentari, alcuni con deco-
razioni graffite, che rammentano quelli trovati a Cnosso
dal Kalochierinos ed illustrati dal Fabricius e da altri,
rinvenni frammenti di ceramica dipinta, notevoli fra
gli altri, due o tre frammenti di stamni a pareti
finissime, coperti da una vernice lucente bruna nel-
l'interno, esternamente con grandi e belle spirali
doppie a molti giri concentrici tracciati in vernice nera
sopra un fondo di giallo sporco.

La poderosa acropoli e la estensione di questa città
bassa mostrano la grandezza di Lj'castos, la quale
benché città mediterranea, e soggetta probabilmente
sino da epoche antiche a Cnosso ed anche più tardi
sua alleata contro i Gortynii, pure dovette avere do-
minio sulla fertile regione vicina, comprendente le
vallate del Platyperarna e le colline, ridenti di col-
tivi e di vigneti; credo perciò che se l'epigrafista
non avrà grandi speranze riguardo a questa città,
invece 1' esploratore potrà con certa fortuna interrogare
la sommità dell' acropoli ed il piano di Visala, e ricer-
care, forse al versante sud-ovest del colle, la necropoli,
dove riposano i cittadini micenei di Lykastos (').

(') Una mia accurata visita ad Astritzi mi dette mezzo di
confermare quanto aveva osservato il Mariani; benché gli abi-
tanti del villaggio maomettano mi asserissero che presso al-
l'acropoli, scavando profondamente, trovavano vasi antichi, pure
tutto quanto resta all' aperto è assolutamente di età greca ;
sono tratti di muro a blocchi ben squadrati e diligentemente
connessi; osservai anche che gli orli di questi erano lisciati,
come tutte le faccie di contatto, mentre tutta la superficie
esterna era conservata scabra, quasi bugnata. Anche qui, come
in altre delle mura di cinta cretesi e greche in genere (vedi
Itanos, in Mariani, op. cit., fig. 84), si hanno le due faccie in
belle pietre e nel centro una massa di emplecton. Quanto al
nome da darsi alle rovine non indifferenti Astritzi esito tra il
Diatonion, come ammise il Bursian, e che deve trovarsi tra
Gortyna, Cnossos e Lyttos, e Pannona, che deve essere tra
Gortyna e Cnossos, benché questa località sia da Gortyna troppo
distante.

Se ad una città o ad un santuario, o a semplice
vedetta fortificata si riferiscano le imponenti rovine
che si ammirano sul monte Joucta non saprei dire;
solo parmi che manchino le prove assolute che a questo
monte si riferiscano le leggende, vissute sino all' inizio
del periodo cristiano, relative alle tombe di Zeus.
Certo si è che esso monte, che sporge i suoi cucuzzoli
calcari dalla piana ondulata di Cnosso, circondato al
piede dai ridenti colli di Archànes, forma il fatto più
caratteristico e saliente del panorama di Candia, col-
pendo lo sguardo del viaggiatore che naviga verso
quella rada. Esso doveva certamente aver avuto un
significato ed una corona leggendaria in un' epoca in
cui l'isola e le sue parti furono dalla fervente fantasia
greca popolate di immagini, di miti illustranti il dio
degli uomini.

Fig. 2:i.
La vetta dello Joukta.

Però nò i riferimenti degli scrittori di et.i classica,
come Luciano, nè quelli dei primi secoli cristiani, come
Crisostomo, Minucio Felice, Giulio Firmico, che di-
chiarano ancora esistente al loro tempo la venerazione
per la tomba di Zeus ('), hanno spiccatamente indicato
il monte Joucta. in favore del quale tuttavia parla e

(') Hoeck. Kreta. III. p. 336.
 
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