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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Taramelli, Antonio: Ricerche archeologiche cretesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0223

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429

RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

430

APPENDICE

CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA SCRITTURA PREFENICIA IN CRETA

Le nostre conoscenze relative all'origine della scrit-
tura ed alla fonte dalla quale proviene questa impor-
tante conquista dell'umanità hanno avuto in questi ul-
timi tempi un notevolissimo aumento, in grazia alle
scoperte che il prof. Arturo Evans venne facendo in
quest' ultimo quinquennio, specialmente nell' isola di
Creta ('), scoperte, che ammirate da tutti, giudicate
« epochenmachende » dal Larfeld, hanno gettato una
luce inaspettata sui movimenti, sui rapporti reciproci
delle popolazioni che occuparono le spiaggie circon-
danti il Mediterraneo in quelle epoche remote rispetto
alle quali l'attenzione degli studiosi era sinora rivolta
alle genti dell'Asia c della valle del Nilo.

Osservato quel singolare fenomeno dell' epigrafia
greca che è il sillabario cipriotto e considerata la
grande altezza a cui è pervenuta la civiltà micenea,
l'Evans si chiese se nell'epoca in cui essa è fiorita,
non si avesse avuto un sistema per riprodurre il pen-
siero, sistema che avesse lasciato le sue traccie ultime
in età storica, e del quale un accenno doveva scor-
gersi anche nella menzione Omerica dei avviata Xvyqd
(Ilias, H, 16S). Alle ricerche dell'Evans nell'isola di
Creta, estese poi nell'Egitto, nella Cirenaica e nella
Tripolitania, e corroborate con vastissimi studi e con-

(!) Arthur J. Evans, Primitive pictograpks and script from
Greta and Peloponnesos, 1895; Further discoveries of Cretan
and Aegean script., 1898, entrambi nel Journal of hellen. Stu-
dies, Yol.XIVeXVTI. Cf. Reinach, La Créte Mycénienne (An-
thropologie, 1894, pag. 407); la Berlin. Philol. Wochenschrift
20 maggio 1895 ; Larfeld, Bericht ùber griech. Epigraphik
(Jakrbuch der class. Allerth. 1896, pag. 130); Koepp (Jahrb. d.
Inst. 1895. Arch. Anzeig., pag. 117; Kluge, Die Schrift der My-
kenier. Cfr. le recensioni del Mariani sopra l'opera dell'Evans
e del Kluge, nella Cultura, a. 1897, 1898.

fronti, arrise la fortuna, nè è dubbio che alla scoperta,
che non è che ai suoi inizi, verrà arrecato il contributo
di nuovi fatti, a conforto delle vedute che già sin
d'ora si designano nella mente del dotto e cortese
direttore del Museo Ashmoleano di Oxford.

I fatti da lui osservati rendono evidente che in
età primitive, molto tempo prima dei più antichi ri-
cordi di un alfabeto fenicio, fu nota ai Cretesi un'arte
della scrittura. Si hanno le traccie di due sistemi di
scrittura, ben distinti, ma uno all'altro in relazione,
l'uno pittografico, l'altro più chiaramente lineare ; per
entrambi si può determinare che siano, nelle linee ge-
nerali, indigeni dell' isola, ma specialmente pel primo,
potendosi tracciare l'evoluzione dei simboli conven-
zionali che lo compongono da prototipi puramente
pittorici della più antica classe di sigilli. In questa
classe la materia dominante è la steatite, di facile
lavorazione e rinvenuta in situ, in varii giacimenti
dell'isola, ed i segni o simboli pittografici che in essa
si riscontrano sono tolti o dalla figura umana e dalle
sue parti, o dal mondo vegetale ed animale, noto agli
abitanti delle spiaggie o dei monti cretesi, o da armi
e strumenti preistorici ; i quali segni, venendo poi alla
serie convenzionale del sistema stesso, formano un com-
plesso di 93 diversi « tipi » appartenenti ad una
stessa famiglia, a cui probabilmente presto altri ver-
ranno ad aggiungersi, in occasione di nuove ricerche.

Quanto alla distribuzione geografica di questo ma-
teriale nell' isola, si avrebbe che i sigilli coi pitto-
grafi convenzionali sarebbero una speciale proprietà
della regione « Eteocretese », mentre d'altra parte il
sistema lineare sembra essere stato in relazione col-
l'elemento Miceneo dominante in tutta l'isola di Creta
 
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