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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Orsi, Paolo: Pantelleria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0234

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451

PANTELLERIA

452

1) Calcara Pietro, Descrizione dell' isola di Pantelleria.
Palermo, 1853. 8°, incompleto.

2) Dalla Rosa Guido, Abitazioni dell'epoca della pietra
nell'isola di, Pantelleria. Parma, 1871. 8", p. 15 con 2 tav.

3) Idem, Una gita all' isola di Pantelleria. Firenze, 1872
(Archivio per l'antropologia c la etnologia del ilott P. Man-
tegazza. 8", p. 138-150 con 3 tav.).

4) Cavallari Fr. Saverio, Corografia di Cossyra e della sua
necropoli. Palermo, 1874 (Bullettino della Commissione di an-
tichità e belle arti di Sicilia, n. VII, p. 23-28. 4°).

5) Idem, Corografia di un castello ciclopico e particolari
dei Sesi di Pantelleria. Palermo, 1874 (Ibidem, p. 28-32,
tav. fi).

6) Vayssié Georges, Les monuments primitifs de Pantel-
leria. Tunisi, 1804 (Eevue Tunisienne, 1804, a. I, p. 104-116. 8°,
fig. con 1 tav.).

7) Mayr Albert, Die antiken Miinzen der Inseln Malta,
Gozo und Pantelleria. Mtìnchen, 1804 (Programm des K. Wil-
helms-Gymnasiums in Mfinchen. 8°, p. 40 e tavola).

8) Idem, Pantelleria, Roma, 1808 (Mittheilungen des K. D.
Archaeologischen Instituts, voi. XIII, 1808. 8°, flg., p. 367-308).

0) Mariani Lucio, Passeggiata Archeologica. Pantelleria.
(Nel L'Opinione, gazzetta di Roma, 1800, n. 70, 20 marzo).

10) Carta topografica dell'isola di Pantelleria, rilevata e
disegnata dagli allievi dell' Istituto Topografico Militare alla
scala di 1:10000 nell'anno 1877. Fogli 4.

11) Carta di Pantelleria dello Stato Maggiore Italiano
scala 1 :50000. 1 fol.

II. PANTELLERIA PREISTORICA

Da circa un trentennio Pantelleria deve la sua
fama archeologica ai singolarissimi e prima sconosciuti
monumenti preistorici che contiene, di carattere così
speciale, da formare un gruppo particolare e tutto a sè.

Un fatto che a tutta prima colpisce si è che le
reliquie della civiltà preistorica non sieno disseminate
in più punti dell' isola, ma si trovino fittamente rac-
colte in un' area molto ristretta della costa occiden-
tale, fra il Capo Fram e la Marina di Sciuvacchi,
lungo il tratto di costa denominato le Cimelie. Quivi
le imponenti masse di lava e di riolite colate dal Ghel-
fìkamar (a. m. 289) hanno dato alla regione un'im-
pronta delle più strane e pittoresche, che si possa
immaginare; un vasto campo di nere roccie vulcaniche
infrante ed affastellate, che qui assumono l'aspetto di
nere spugne, là di masse vitree, sale verso il monte
interrotto da piccoli piani, da macerie e da macchie
di fichi d' India. Il luogo è aspro quanto mai, ed il
viaggiatore, che lasci gli scarsi sentieri che solcano le
Cimelie, corre rischio di perdersi in quel labirinto
di cumuli ed avvallamenti, che tolgono, a tratti, la
vista e la lena. Eppure in mezzo a questa ruina infer-

nale prodotta da una eruzione, che si adagiò sulle
roccie di sollevamento antichissimo, il lavoro lungo e
paziente dell' industre agricoltore pantesco ha saputo
aprire delle piccole oasi, dove la vite prospera e ge-
nerosamente fruttifica.

Questa plaga aspra ed inospite, che da un lato
finisce nelle impraticabili pendici del Ghelfikamar dal-
l'altra nelle scogliere del Capo Fram, fu la dimora
dei primi abitatori di Pantelleria. Eppure il fertile e
comodo piano di Sciuvacchi, limitrofo al sud, e l'aperta
e facile costa più a nord presso il borgo, colle sopra-
stanti amene colline avrebbero dovuto offrire più attrat-
tive, che non il nero ed impraticabile mare di lava
delle Cimelie. Forse essi pensarono che la stessa aspe-
rità della regione colle sue rupi precipiti a mare, coi
contorni interni a ripide scarpe, col suo labirinto di
mine costituisse la miglior difesa contro genti che ten-
tassero approdi dal mare, nulla avendo a temere dal-
l'interno, che dovette esser disabitato. Dal villaggio
fortificato a Mursia, da cui larga è la vista sul mare,
essi piombavano facilmente addosso a quanti avessero
osato, nel raggio di parecchi chilometri, uno sbarco,
sempre difficile per la conformazione della costa e per
la perpetua agitazione del mare. Così essi s' erano assi-
curato il possesso delle due plage agricole a sud e a
nord delle Cimelie.

La regione che porta questo nome racchiude due
generi di monumenti ; un villaggio fortificato alla estre-
mità nord-ovest, ed i monumenti funebri detti Sesi,
disseminati ovunque in mezzo alle colate di lava. Che
i Sesi sieno i sepolcri degli abitanti del villaggio, non
vi è dubbio; ma dato il loro numero rilevante che sta
a contrasto coli' area limitata del villaggio, convien
credere che essi servissero anche ad altri abitanti, estra-
nei al villaggio, le cui dimore, certo non lontane, an-
darono per intero distrutte. Se così è, il villaggio di
Mursia, era il centro militare della piccola tribù che
abitò quella plaga, e che pare sia stata 1' unica in
tutta l'isola.

Villaggio fortificato di Mursia (')•

Lo stradello che mette da Pantelleria a Porto Scauri,
seguendo la spiaggia, si trova davanti, dopo circa 4 chil..

(') Per la toponomastica osservo che il villaggio è propria-
mente sito fra il piccolo seno di Cala dell'Arca e Mursia; la
parte superiore di esso denominasi anche Muro Alto.
 
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