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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Brizio, Edoardo: Il sepolcreto gallico di Montefortino: presso Arcevia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0317

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IL SEPOLCRETO GALLICO DI MONTEFORTINO

PRESSO A R C E VIA

Circa quaranta kilom. da Senigallia (fig. 1), sopra
un monte alto m. 535 sul livello del mare, sorge
la città di Arceyia, altra volta chiamata, con nome
di egual significato ed allusivo alla sua elevata e forte
postura, Roccacontrada.

Essa domina a sud-est una valle, donde ha origine
il torrente Caffarella il quale, poco oltre un luogo detto
il Crocifisso, gettasi nel fiume Misa. Questo, dopo un
tortuoso e lungo percorso, ora incassato fra colli ridenti,
ora libero ed aperto in ubertose vallate, costeggiando
nel suo tratto inferiore un diverticolo della Flaminia,
lungo il quale sorgeva l'antica città di Ostra, va
infine a scaricarsi nell'Adriatico, presso Senigallia,
della quale forma nello stesso tempo il canale ed il
porto.

Arcevia, il cui vasto territorio si estende a nord-
est per oltre quindici kilom. e comprende ben 37 vil-
laggi, era, fino poco tempo addietro, quasi sconosciuta
all'archeologia. Nell'ultimo decennio, grazie sopratutto
all' intelligente attività ed allo zelo, veramente raro,
del R. Ispettore dei Monumenti di quel circondario,
cav. Anselmo Anselmi, è diventata uno dei centri
archeologici più importanti del Piceno, per le nume-
rose e varie scoperte che si sono fatte quasi ai piedi
di essa e nei suoi dintorni.

Queste scoperte riguardano per massima parte
l'età della pietra; alcune però rit'erisconsi anche ai
tempi storici, a quelli cioè dell' occupazione gallica e
romana: tutte assieme dimostrano che pure quella
interna e montuosa regione, a cominciare dai tempi più
remoti, fu sempre e senza interruzione abitata.

Nella tav. I che accompagna la presente Memoria,
ho abbozzato una pianta archeologica dei dintorni di
Arcevia, nella quale sono segnate con numeri arabici
le principali località in cui avvennero le sopradette
scoperte, che voglio sperare mi sarà dato in tempo non
lontano di degnamente illustrare, riguardo specialmente
al notevole contributo che hanno recato per la solu-
zione di vari problemi i quali interessano la paletno-
logia e l'archeologia.

Qui mi limiterò a darne un semplice cenno.

Trovamenti sporadici.

Il dott. Agostino Monti, zio materno del cav. An-
selmi, fu il primo dotto di quella contrada il quale
attese a ricerche di paletnologia e di archeologia rac-
cogliendo, secondo il nuovo indirizzo degli studi, i
monumenti di ogni età che casualmente si venivano
 
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