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IL SEPOLCRETO GALLICO
660
Uno di tali vasi ad alto piede (fig. 20) presenta
graffita tutto in giro una iscrizione romana, già da
Fig. 19. 1:5
me pubblicata nelle Notizie dell'anno 1893, p. 191 la
Fig. 20. 1 : 5
quale accennava ad un voto fatto da un tale L. Hel-
venalius, il quale, da altra iscrizione rinvenuta a Sen-
tino, pare fosse nativo di questa città e vissuto verso
la metà del secondo secolo dopo Cristo.
Anche le colonnine delle fig. 19 e 20, doveano
essere sormontate, come quella della fig. 18, da una
specie di labrum o catillo.
Il tempio o santuario, donde uscirono quegli og-
getti votivi, e della cui costruzione finora non si è
potuto rintracciare alcun avanzo, sorgeva certamente
presso l'abitato che dobbiamo supporre occupasse il
luogo dell'attuale villaggio. Per conseguenza veniva
a trovarsi poco lungi, circa 500 metri, dal sepolcreto,
le cui tombe furono dai recenti scavi restituite alla
luce (veggasi tav. II).
Il sepolcreto.
Come ho detto sopra, e rilevasi chiaramente dalla
tav. II, il sepolcreto comprende un'area di circa 4000
m. q. suddivisa fra tre proprietari, i coniugi Giuseppe
ed Albina Marcellini, il cav. Giampieri-Carletti ed
il cav. Anselmo Anselmi, ed i sepolcri si scoprirono
alcuni successivamente ed altri, anche simultanea-
mente, nei tre indicati poderi.
Sep. I ('). Si rinvenne casualmente eseguendo
lavori agricoli il 18 ottobre 1894, quasi nel mezzo
della proprietà Marcellini. Il cav. Anselmi, che assi-
stette alla esplorazione, così la descrisse nei suoi ap-
punti :
« Il cadavere di uomo adulto giaceva sulla breccia
« viva, circondato attorno da scaglie di varia forma
<* e colore di cave locali ed aveva sotto la spalla de-
li stra una pietra rotonda di arenaria. Il cadavere gia-
« ceva supino con i piedi a ponente e la testa a le-
« vante, leggermente volta a sinistra. Intorno la testa
« gli si trovarono sette chiodi di ferro disposti al-
« l'ingiro (2). Presso la testa dalla parte sinistra
« era collocato un elmo di ferro conico e sormontato
« da apice, dell'altezza di m. 0,20, con apertura ovale
(') Per le prime nove tombe ripeto la descrizione che ne
ho già dato nelle Notizie degli scavi, gennaio 1896.
(*) Probabilmente erano i chiodi della cassa di legno che
racchiudeva il cadavere, come fu constatato in seguito in altre
tombe. Si confronti per es. tav. Vili.
IL SEPOLCRETO GALLICO
660
Uno di tali vasi ad alto piede (fig. 20) presenta
graffita tutto in giro una iscrizione romana, già da
Fig. 19. 1:5
me pubblicata nelle Notizie dell'anno 1893, p. 191 la
Fig. 20. 1 : 5
quale accennava ad un voto fatto da un tale L. Hel-
venalius, il quale, da altra iscrizione rinvenuta a Sen-
tino, pare fosse nativo di questa città e vissuto verso
la metà del secondo secolo dopo Cristo.
Anche le colonnine delle fig. 19 e 20, doveano
essere sormontate, come quella della fig. 18, da una
specie di labrum o catillo.
Il tempio o santuario, donde uscirono quegli og-
getti votivi, e della cui costruzione finora non si è
potuto rintracciare alcun avanzo, sorgeva certamente
presso l'abitato che dobbiamo supporre occupasse il
luogo dell'attuale villaggio. Per conseguenza veniva
a trovarsi poco lungi, circa 500 metri, dal sepolcreto,
le cui tombe furono dai recenti scavi restituite alla
luce (veggasi tav. II).
Il sepolcreto.
Come ho detto sopra, e rilevasi chiaramente dalla
tav. II, il sepolcreto comprende un'area di circa 4000
m. q. suddivisa fra tre proprietari, i coniugi Giuseppe
ed Albina Marcellini, il cav. Giampieri-Carletti ed
il cav. Anselmo Anselmi, ed i sepolcri si scoprirono
alcuni successivamente ed altri, anche simultanea-
mente, nei tre indicati poderi.
Sep. I ('). Si rinvenne casualmente eseguendo
lavori agricoli il 18 ottobre 1894, quasi nel mezzo
della proprietà Marcellini. Il cav. Anselmi, che assi-
stette alla esplorazione, così la descrisse nei suoi ap-
punti :
« Il cadavere di uomo adulto giaceva sulla breccia
« viva, circondato attorno da scaglie di varia forma
<* e colore di cave locali ed aveva sotto la spalla de-
li stra una pietra rotonda di arenaria. Il cadavere gia-
« ceva supino con i piedi a ponente e la testa a le-
« vante, leggermente volta a sinistra. Intorno la testa
« gli si trovarono sette chiodi di ferro disposti al-
« l'ingiro (2). Presso la testa dalla parte sinistra
« era collocato un elmo di ferro conico e sormontato
« da apice, dell'altezza di m. 0,20, con apertura ovale
(') Per le prime nove tombe ripeto la descrizione che ne
ho già dato nelle Notizie degli scavi, gennaio 1896.
(*) Probabilmente erano i chiodi della cassa di legno che
racchiudeva il cadavere, come fu constatato in seguito in altre
tombe. Si confronti per es. tav. Vili.