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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Brizio, Edoardo: Il sepolcreto gallico di Montefortino: presso Arcevia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0347

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DI MONTEFORTINO PRESSO ARCEVIA

678

iniziassero regolarmente gli scavi ('). In un dito della
mano sinistra dello scheletro era ancora infilato un
anello d'oro, di verghetta quasi cilindrica, e presso il
fianco posava una spada di ferro, lunga m. 0,60, la
cui impugnatura di legno, ora mancante, sembra fosse
tempestata di bottoncini di ferro ricoperti da lami-
netta d'oro, di cui cinque si raccolsero presso la spada
in vicinanza dell' imboccatura. Il fodero, pure di ferro,
era in pezzi e di una striglie in bronzo che vi stava
dappresso, fu raccolto intero il solo manico, ben con-
servato, perchè assai grosso.

Erano altresì nel sepolcro due lance di ferro, una
lunga m. 0,50, molto acuminata ed un po' piegata
verso la punta, 1' altra più piccola, in frammenti, ed il
solito utensile di bronzo a doppia lamina, che giudico
un piattelo per fiaccola o candela (tipo tav. X, n. 9).

Alla parte d. ed ai piedi erano ammassati molti va-
setti di terra fina, fra i quali distinguesi una kylix a due
manici, con figure rosse di buono stile. Neil' interno
di essa è dipinta una donna seduta a cui un Eros
nudo ed alato tocca con la destra la fronte (tav. XII,
nn. 9 e 9a), come per aggiustarle la corona.

Oltre i vasi fini erano altresì due skyphoi con tu-
bercoli presso l'orifìzio.

Sep. XIX. Sottostava m. 0,70 al sepolcro ora de-
scritto un altro senza pietre, appartenuto similmente
a guerriero, nel quale si rinvennero : una spada di ferro
ripiegata e spezzata a metà (tav. VI, n. 12) e senza
fodero; due armille, una di verghetta cilindrica di
bronzo e l'altra di ferro, amendue del diam. di m. 0,08;
più parecchi vasetti in frantumi.

Sep. XX. Più a sud di questi due sepolcri se ne
rinvenne uno appartenuto a donna. Era lungo m. 2,
largo m. 1,80, profondo dal piano soltanto un metro,
con tutta la superfìcie occupata da scaglie di pietra,
sotto il cui cumulo posava lo scheletro con la testa
a sud-est.

(') Per le due trecce incise che ne fregiano la calotta,
questo elmo presenta grande analogia con un altro rinvenuto
nella già citata tomba di s. Ginesio, presso Tolentino, e pub-
blicato dal Gentiloni nelle Notizie degli scavi di Antichità
1886, p. 39 e tav. I. Quella tomba conteneva altresì vasi di bronzo
ed armi di ferro, che trovano riscontro in questo ed in quel
pezzo estratto da Montefortino. Per conseguenza essa appar-
tiene senza dubbio allo stesso periodo archeologico che questo
sepolcreto.

Presso i piedi erano quattro vasi assai rozzi a
forma di skyphoi con tubercoli presso l'orlo, molti ca-
lici e piattelli di terra cenerina, alcuni dei quali con-
tenenti ossa di pollo. Aderivano alla mano d. oltre
un anellino a verghetta d'oro, con castone elittico,
due balsamarì, uno di alabastro ridotto in frantumi
e l'altro a forma di anforina a due manici di vetro
azzurro, con smalti bianchi e gialli disegnanti linee on-
deggianti che circondano il collo ed il piede (tipo
tav. XII, n. 10). Presso la mano sin. posavano una
strigile ben conservata, con il manico ornato di tre
rosette (tav. X, n. 4); il solito utensile a doppia la-
mina di bronzo (tipo tav. X, n. 9) e due fusaiuole
di terracotta.

Un monile doveva cingere il collo della defunta
perchè sullo sterno si raccolsero i seguenti oggettini :

alcune sferette traforate di argilla finissima color
giallo, imitante l'oro;

due sferette di vero oro similmente traforate ;

quattro pendaglietti cuoriformi, d'esilissima foglia
d'oro, ornata di palmette a sbalzo (tav. VII, n. 15b);

un altro pendaglietto a forma di secchiello, ornato
di doppie linee a zig-zag (tav. VII, n. 15°);

una specie di medaglione elittico con foro trasver-
sale per essere infilato. Questo dovea occupare il mezzo
della collana (tav. VII, n. 15).

Il medaglione è costituito di una piastrella sotti-
lissima di terracotta rossiccia, con foglia d'oro appli-
cata sovra ambo le facce, chiusa ed incassata fra due
dischetti lenticolari di pasta vitrea. Questi, lavorati
ad incavo nella faccia piana, mostrano ciascuno una
rappresentazione, la quale, per la foglia d'oro sotto-
posta, acquista parvenza di essere dorata ed a rilievo.
In una faccia è figurata una quadriga (tav. VII, n. Ila)
nell' altra Amore, il quale con fiaccola nella sin. sembra
con la mano d. alzata accendere un candelabro, op-
pure collocare sulla punta della rabdos del cottabo
il disco o piattello (*); ma il soggetto non è troppo
chiaro (tav. VII, n. 11 b).

Sopra il cranio dello scheletro si raccolsero due
grosse perle di pasta vitrea, una delle quali probabil-
mente formava la capocchia di uno spillone, perchè
entro il foro conservava ancora un frammento di asti-

ti Cfr. Pellegrini, Catalogo dei vasi antichi dipinti del
Museo Civico di Bologna, p. 72, flg. 69.
 
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