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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Brizio, Edoardo: Il sepolcreto gallico di Montefortino: presso Arcevia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0351

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685

DI MONTEFORTINO PRESSO ARCEV1A

686

sepolcreto dalla parte verso il poggio. La pietra
acquistava per dir così un carattere sacro, da quanto
essa doveva contenere nel suo interno.

Aggiunge probabilità a tale supposizione il con-
fronto che si può istituire con altra pietra simile
posseduta dal cav. Anselmi e da esso rinvenuta

Fig. 22. 1:9

in un podere distante pochi kilom. ad est di Ar-
cevia.

Dal cav. Anselmi non ho potuto avere notizie più
precise sul luogo del rinvenimento; ma egli suppone
che anche ivi esista un sepolcreto gallico, che, a suo
tempo, intende esplorare.

La pietra da lui posseduta e che in due vedute
è riprodotta nelle fìgg. 22 e 22bis, misura in altezza
ni. 0,81, in larghezza m. 0,27 ed in profondità m. 0,18.

È fatta essa pure a forma di pilastro terminante
alla sommità in due pioventi, dai quali nella faccia
più nobile (fig. 22) risulta una specie di timpano o
frontone triangolare, decorato di una cornice a tre mem-
brature ed ornato nel centro di un disco.

La parte inferiore del cippo, separata dal timpano
mediante un fregio di astragali, rappresenta sopra la
faccia nobile una porta chiusa a doppio battente,

ognuno dei quali è diviso in due specchi o riquadri
di diversa grandezza.

Sulla faccia opposta (fig. 22bis) osservasi un'aper-
tura circolare, la quale ricorda quella quadrata del cippo
Giampieri, tanto più che anch' essa è circondata da
una incassatura quadrangolare con quattro appendici

Fig. 22bis. 1 : 9

laterali, le quali formano una specie di croce. Ed in
ciascuna delle quattro appendici ovvi un foro desti-
nato a ricevere i capi di due asticelle metalliche che
disposte, l'ima verticale, l'altra orizzontale, incrocia-
vansi e trattenevano una lastra metallica, la quale
otturava l'apertura centrale circolare.

Ricordo semplicemente, senza però volervi rico-
noscere alcuna analogia, la lastra di chiusa di un
sepolcro di Pantalica, pubblicata dal prof. Orsi ('),
la quale nella faccia interna ha segnata in centro una
piccola e profonda croce. Osservo al contrario che la
rappresentazione di una porta a due battenti, divisi
ognuno in due riquadri e chiusa, occorre assai spesso
sui cippi sepolcrali etruschi e romani (2).

(') Monumenti antichi della R. Accad. dei Lincei, voi. IX,
puntata 1», p. 65, fig. 18.

(2) Durra, Die Baukunst der Etrusker, p. 84, fig 77.
 
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