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DI MONTEFORTINO PRESSO ARCEVIA

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lato d. parecchi vasetti di terracotta in frammenti
ed uno intero, alto m. 0,12, a forma di oinochoe.

A contatto della mano sin. erano una lancia di
ferro, rotta in tre pezzi, lunga m. 0,40, ed un'accetta
di ferro, lunga m. 0,12.

Ai piedi posavano i tre oggetti seguenti: una
caldaia di bronzo, alta m. 0,16, diam. 0,22, con manico
semicircolare di ferro ; una striglie di bronzo rotta nella
cucchiaia ed il solito utensile o piattello di lampada, a
doppia lamina esilissima di bronzo (tipo tav. X, n. 9).

Sep. XXIX. In un altro sepolcro a nord del pre-
cedente, e già in passato guasto dai lavori agricoli,
altro non si rinvenne che un elmo di ferro, in fram-
menti ed avanzi di vasetti fittili.

Sepp. XXX e XXXbis. Scoperta 1' 8 e 9 novem-
bre 1895 dev'essere annoverata fra le cospicue tombe
del sepolcreto. Era situata cinque metri ad est da
quella ricchissima n. Vili e consisteva di due fosse
sovrapposte.

La superiore, lunga m. 3,40, larga m. 2,50, con-
teneva, alla profondità di m. 1,80, lo scheletro di un
cavallo. Questi aveva probabilmente sul muso, perchè
rinvenuto aderente ai denti, un cerchio di bronzo di
verga rotonda del diam. di m. 0,095, ed altri due anelli,
pure di bronzo, di verga piana, del diam. di m. 0,025.
Era circondato altresì da un gran numero di vasi fit-
tili, fra cui distinguevansi tre olle di terra rossiccia,
alte m. 0,60 e del diametro di m. 0,23, una delle
quali intera (tipo tav. IV, n. 18) e le altre due in
frammenti ; più una dozzina di vasi tutti della mede-
sima forma, cioè di olla a doppio manico, alta m. 0,35
e del diam. di m. 0,15. Questi ultimi erano identici
a quelli trovati nel sepolcro XXIV, posti altresì come
corredo allo scheletro di un cavallo. Lungo la parete
nord giacevano disseminati una quindicina circa di va-
setti, tutti della medesima forma, cioè di cantari a
doppio manico, con alto piede e di terra verniciata
nera, e dell'altezza media di m. 0,20. Uno di tali
vasi è riprodotto nella tav. X, n. 6.

La fossa inferiore, situata a m. 1,20 sotto gli avanzi
del cavallo, conteneva uno scheletro di donna, lungo
m. 1,70, giacente col capo a sud-est. Sopra la testa
era un gruppo di vasi di bronzo, fra cui una stupenda
tegghia a lamina robustissima del diam. di m. 0,32
con grosso e ben lavorato manico e perfettamente con-
servata (tav. X, n. 11); un colatoio, alto m. 0,30; un
Monumenti antichi — Vol. IX.

vasetto cilindrico-conico con ansa ad orecchietta, alto
m. 0,20, diam. m. 0,10 (tipo fig. 25), ed altro simile
più piccolo.

Più presso la spalla destra era una pettinella
d'avorio, simile a quelle in uso oggidì, cioè con i
denti da una parte più fitti e dall' altra più radi
(tav. VII, n. 14); un grande specchio di bronzo del
diam. di m. 0,18, ma in frammenti e col manico
già risarcito nell'antichità.

Più giù, a canto il braccio e quasi in piedi stava
un candelabro di bronzo, alto m. 0,45, fidente in una
bacinella concava racchiusa entro piattello quadrango-
lare a spigoli acuti. Questa posa su tre foglie che
spuntano dal vertice di una canna, alla sua volta sor-
retta da tre robuste zampe di bue, impostate ciascuna
su basetta quadrangolare. Fra le zampe sporgono foglie
di edera, le quali ornano altresì il fusto in tre parti
e ad ugual distanza fra loro (tav. X, n. 10).

Dal fianco fino ai piedi dello scheletro erano stati
posti numerosi vasi fittili, tutti a vernice nera, pa-
recchi calici con labbro riversato infuori ed obliquo
(tav. X, nn. 8 e 18), ed alcuni piattelli con stretto ori-
fizio e labbro similmente riversato in fuori ed obliquo
(tipo tav. XI, nn. 13 e 20).

Lo scheletro aveva ancora infilato nell' avambraccio
sinistro tre armille ; una di vetro giallognolo del diam.
di m. 0,068 (tav. VII, n. 20) ; un' altra in argento di
verghetta cilindrica, rafforzata alle estremità con spi-
rali e ripiegata a gancio ai due capi per annodarla,
del diam. di m. 0,07 (tav. VII, n. 5); la terza di
verghetta di avorio, ma ridotta in frammenti.

Nelle falangi delle dita della medesima mano si-
nistra erano ancora infilati due anelli d'oro, uno con
castone a losanga sul quale è inciso un delfino (tav. VII,
n. 16 e 16a), e l'altro fatto di una staffa di argento
racchiudente uno scarabeo di agata fasciata con in-
cisione di Dioniso appoggiato a colonna con tirso
nella d. e grappolo d'uva nella sin. abbassata (tav.VII,
nn. 23 e 23a).

Inoltre presso l'osso del collo fu raccolta una ele-
gante collana d'oro, formata di semplice fettuccia,
cioè un torque, del tipo detto a nastro ritorto ('),

(•) Iohn Evans, Vage du òrome de la Grande Bretagne
et de V Irlande, p. 408, fig. 469.

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