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691

IL SEPOLCRETO GALLICO

692

larga m. 0,05, tutta attortigliata ed agganciata a due
capi del diam. di m. 0,13 (tav. VII, n. 22).

Sep. XXXI. In prossimità del fosso che circoscrive
a valle il podere Giampieri, anzi sulla ripa del
fosso stesso, furono rintracciati gli avanzi di altro se-
polcro, che gli scoscendimenti del terreno avevano già
guastato in passato.

Il sepolcro aveva la solita copertura di scaglie e
doveva contenere uno scheletro di guerriero, come si
argomenta dai pochi oggetti, che ancor vi furono rac-
colti, i quali sono: un elmo di ferro tutto rotto e
corroso ; una piccola lancia pure di ferro in frammenti ;
scarsi avanzi di una spada di ferro ed una strigile di
bronzo, eziandio in frammenti.

Sep. XXXII. Pochi giorni dopo la scoperta degli
ultimi due sepolcri nel fondo Giampieri, tornava in luce
altro ricco sepolcro femminile nel fondo del cav. An-
selmi, e propriamente sul confine di questo col podere
del cav. Giampieri.

Il sepolcro, lungo m. 3,50, largo e profondo m. 2,50,
non aveva nessuna copertura di scaglie, ma da cima a
fondo era riempito della breccia o ghiaia che co-
stituisce il sottosuolo dei Pianetti. Lo scheletro vi si
rinvenne ben conservato, perchè il cadavere era stato
racchiuso entro cassa di legno, lunga m. 2 e larga
m. 1,65, della quale fu ancor possibile determinare le
dimensioni, in causa di dieci chiodi quadrangolari di
ferro, lunghi m. 0,30, in parte ricurvi e con capocchia
conica, che ancor giacevano al proprio posto, e che
cinque alla testa, cinque ai piedi ed uno a ciascun
lato, dovevano aver servito a chiudere la cassa.

Il sepolcro era forse sormontato da una grossa
pietra tufacea che si rinvenne ad un metro circa dal
lato destro dello scheletro.

Questo era di donna e posava con la testa a le-
vante ed i piedi a ponente.

Il cav. Anselmi, con felice pensiero, lo fece traspor-
tare entro cassa di legno nel Museo del proprio pa-
lazzo. Esso vedesi riprodotto nella nostra tav. Vili,
n. 1.

Presso ciascun foro auricolare posava un orecchino
d' oro, in forma di toro marino alato, di bellissimo
lavoro (tav. Vili, n. 5) e presso le falangi della mano
sinistra erano tre anelli: uno d'oro, incastonato con
pietra onice, sulla quale è rappresentato un cavaliere

che procede con due cavalli sopra uno dei quali è
montato: in alto vedesi un ramo di palma simbolo di
vittoria, dal quale si deduce che il cavaliere, un de-
sultor, è riuscito vincitore alla corsa con due cavalli
(tav. Vili, n. 6) ; uno piccolissimo d' argento, eh' era
una fede, ed il terzo frammentato di ferro, eh' era inca-
stonato di ambra.

Presso la mano sin. si rinvenne ancora una sta-
tuetta votiva di terracotta mancante della testa, alta
m. 0,12 (tav. Vili, n. 9). Presso i piedi, sempre dal
lato sin. erano uno specchio di bronzo con figura fem-
minile alata incisa, non riprodotto nella tavola perchè
identico allo specchio Giampieri (tav. Ili, n. 8) ed a
quello Anselmi (tav. V, n. 16), ed un bel vaso di sottil
lamina di bronzo, alto m. 0,15, a forma di fiasco e di
un tipo fino allora affatto nuovo per questo sepol-
creto. Tutta la sua superficie è ricoperta di ornati
geometrici a sbalzo, ovoli, linee, puntini, disposti in
zone orizzontali e parallele di bellissimo effetto. Anche
il collo è ornato di tre ordini sovrapposti di foglie.

Una zona più grande, a metà del ventre, era ri-
vestita di sottil laminetta di argento, sulla quale
sono riprodotti rami e foglie d'edera, di elegante
disegno (tav. Vili, n. 8) (').

(l) Il cav. Anselmi possiede un altro vaso consimile, però
assai meglio conservato, in quanto che alla base del collo ri-
mangono tuttavia aderenti due anelli, uno per parte, per intro-
durvi una doppia catenella, la quale, finiente in maniglia se-
micircolare usavasi per tener sospeso il fiasco, quando lo si
trasportava. In giro al piede poi, rimangono, situate ad egual
distanza tra loro, tre zampette taurine che vi servivano di ap-
poggio.

Attesa la notevole conservazione di questo vaso, l'ho fatto
riprodurre nell'annessa zincotipia (fig. 23).

La decorazione del corpo prosenta qualche varietà nella de-
sfribuzione dei motivi ornamentali, essendovi agli ovoli ed ai
baccelli sostituiti dei curvi meandri e delle foglie (?) : ma lo
schema decorativo è il medesimo e ciò, che è più notevole, l'an-
damento e la forma delle larghe foglie d'edera sono ripetuti
in maniera quasi identica nella fascia maggiore, la quale era
pur essa rivestita di una leggera patina di argento.

Sulla provenienza di questo secondo vaso il cav. Anselmi
non mi ha saputo dare notizie precise.

Egli assicura che proviene dal sepolcreto di Montefortino,
ma non ricorda la tomba in cui si rinvenne. Crede fosse in
una delle tombe già frugate del fondo Marcellini e che ven-
nero nuovamente ricercate nella primavera del 1896, quando il
soprastante governativo sig. Luciano Proni aveva fatto ritorno
a Bologna.

In quella circostanza il cav. Anselmi ebbe pure, senza però
poter dire se fu trovata assieme al fiasco di bronzo, la elegante,
fina e leggerissima tazza verniciata a nero e con doppio ma-
 
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