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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Brizio, Edoardo: Il sepolcreto gallico di Montefortino: presso Arcevia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0371

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725

DI MONTEFORTINO PRESSO ARCEV1A

726

se sont trouvés associés à des épées, des lances et des
boucliers » (').

Il De Baye poi pubblicò un opuscolo con intento
appunto di dimostrare cbe il torque, presso i Galli, era
portato dagli uomini (2). Ed a conforto della sua opi-
nione citava gli antichi monumenti, il Gallo mori-
bondo del Campidoglio, il gruppo Ludovisi del Gallo
che ha trafitto la moglie, il sarcofago di Vigna Amen-
dola, monete di Eimini, le monete in argento dell'est
della Francia e quelle persino dei tempi di Cesare,
sui quali monumenti i Galli appaiono costantemente
con il collo ricinto dal torque. Come ulteriore conferma
della giusta sua opinione ricordava ancora i luoghi
di Polibio e di Livio, in cui viene attribuito tale
ornamento ai guerrieri gallici, e parlandosi del bottino
di guerra tolto ai Galli, vengono enumerati a migliaia
i torqui d'oro. Tito Livio, ad es., racconta che nel
solo trionfo dei Galli Boi, il console P. Cornelio, fra
le altre spoglie... aureos torques transtulit mille
quadrigenios septuaginta unum (3).

D'altra parte il De Baye stesso poteva citare sol-
tanto una tomba di guerriero gallico che avesse avuto il
torque. Essa si era scoperta nel sepolcreto di Mareuil-
Le Port (4) fra tre altre, pure di guerrieri, ma senza
torque e sette altre prive di armi, una delle quali
però, evidentemente femminile, conteneva uu torque.
Al contrario il De Baye stesso nell'anno 1885 aveva
rinvenuto due torqui di bronzo, uno dei quali en
torsade ed ancora attorno al collo dello scheletro di
una donna, entro una tomba gallica, la quale conte-
neva altresì cinque fibule La lène, due braccialetti di
vetro e quattro di bronzo, uno dei quali a filo dise-
gnante meandri curvilinei, cioè della schietta età gal-
lica (5). Anche nel sepolcreto gallico di Blussangeaux,
sulla riva destra del Doubs, in seguito a scavi re-
golari fatti nel 1882, si scoprirono quattro scheletri,
tre di adulti ed uno di bambino. Due degli adulti,
aveano « au cou, aus bras et aiu jambes, de brace-

(') Ball, du Comité des travaux historiques 1884, n. 3,
p. 239.

(!) De Baye, Le torques était porté par les hommes chez
les Gaulois. Caen 1886.

(3) Liv., lib. XXXVI, cap. 40, cfr. lib. XXXIII cap. 3G.

(4J J. De Baye, Cimitière gaulois de Mareuil-Le Port
(Marne) nel Bull, des travaux historiques, 1884.

(5) De Baye, Une sépulture de femme a Vépoque gauloise
dans la Marne, in Révue archéologique 1885, tome VI, p. 70.

lets et torques » ma nessun'arma. Erano scheletri evi-
dentemente femminili

Era i testi ed i monumenti antichi da una parte
ed i risultati delle scoperte archeologiche dall' altra
esiste adunque, riguardo all' uso del torque presso i
Galli, una stridente contradizione, della quale non è
facile proporre una spiegazione soddisfacente. Tutto al
più si può credere che questo torque, il quale fu un
ornamento comune a tutti i popoli nei primi stadi della
loro cultura (2) fosse ancora così generalmente portato
dai Galli quando giunsero in Italia, che venne consi-
derato come un loro distintivo e l'arte lo eternò in
tutte le opere raffiguranti quei popoli, anche dopo che
essi avevano cessato di usarlo. Difatti, per addurre un
solo esempio, la colonia latina di Ariminum, ripro-
dusse su tutte le sue monete, che sono posteriori al-
l'anno 268 av. Cristo (3) la testa di un Gallo con il
torque, quantunque dalle scoperte di Montefortino sia
ora dimostrato in modo decisivo, che i Senoni, assai
prima dell'anno 288 av. Cristo, in cui vennero espulsi
da Senigallia e da Rimini, avevano cessato di portare
quell'ornamento.

Seguitarono invece ad usarlo le donne dei Galli
così in Italia, come in Gallia. Quelle d'Italia imi-
tavano anche in ciò le donne etnische, presso le
quali, collane in forma di veri torqui erano assai fre-
quenti, se si deve giudicare dalle figure femminili
etrusche che di esso sono adorne. Cito ad es. le figure
di Arianna dormiente e di Venere in piedi nelle terre-
cotte di Civita Alba (4), un' altra figura di Venere che
forma il manico di un vaso di bronzo rinvenuto in
tomba gallica del predio Benacci (5) ed un altro ma-

(•) Révue archéologique, 1895, p. 140.

(2) Un torque vedesi attorno al collo di figurina antichis-
sima in bronzo rappresentante un guerriero ed attribuita ai
Kheta od Hetei {Révue archéologique, 1895, p. 39).

(3) Mommsen-Blacas, Histoire de la Monnaie romaine voi. I
p. 193 e 360; III, p. 187, nota 13. Il sepolcreto di Montefortino,
nel quale non si trovò alcuna moneta gallica, conferma l'opi-
nione del Mommsen che quelle di Bimini con la testa del
Gallo siano posteriori all'anno 268 av. Cristo, in cui fu colà
inviata la colonia latina, contrariamente al parere del Borghesi
e del Tonini, i quali le riferivano all'epoca gallica. La lette-
ratura relativa a tale quistione è raccolta dal Bormann nel
C-I.L. voi. XI, pars I, p. 76.

(4) Notizie degli scavi, 1896, p. 286, fig. 1 e 2 p. 293,
fig. 8.

(5) Brizio, Tombe e necropoli galliche della prov. di Bo-
logna, tav. V, n. 36; Montelius, La civilisation primitive en
Italie, pi. Ili, n. 11.
 
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