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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Brizio, Edoardo: Il sepolcreto gallico di Montefortino: presso Arcevia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0381

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DI MONTEFORTINO PRESSO ARCEVTA

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continuò a rappresentarli l'arte greca (ad es. nel
gruppo Ludovisi e sul sarcofago Annuendola), ma usa-
vano rialzarli e fermarli sul capo con spilloni sormon-
tati da grosse capocchie, incirca come doveano fare le
donne etnische contemporanee.

Specchi. — A somiglianza delle quali possedevano
anch' esse gli specchi metallici, mediante cui pote-
vano formarsi, esse stesse, un giudizio sulla propria
acconciatura. Questi specchi, con una o più figure
graffite, sono di etnisca fattura, e tre, uno dei quali
simile, anche per il manico, ad altro di Montefortino,
se ne rinvennero altresì nel sepolcreto gallico del
predio Benacci, tutti in tombe di donne (').

Al contrario tre specchi metallici, di cui uno ret-
tangolare e due rotondi, usciti dalla necropoli di Ma-
genta (2), sono di età romana, come ad età romana
spettano altresì quelli di Ornavasso rinvenuti tutti,
uno soltanto eccettuato, nei sepolcri più recenti di
Persona (3), tutti in tombe di donne ed alcuni uniti
con uno o più unguentari di vetro.

Ad una età un po' più antica rimonta lo specchio
metallico rinvenuto nella tomba gallica di Dùhren
non lontano da Heidelberg. E basterebbe la presenza
di questo utensile, non mai occorso finora fra la sup-
pellettile gallica maschile, per provare che quella
tomba è veramente muliebre, non di guerriero, come
ha pensato il eh. autore (4).

Curaorecchi-nettaunghie. — La toeletta delle
donne galliche di Montefortino non si limitava alle
corone, agli orecchini, alle armille, collane e spilloni
dei capelli, ma estendevasi anche alla cura degli
orecchi e delle unghie. Ciò si deduce dagli utensili
eh' esse adoperavano per tale intento e che si rinven-
nero in buon numero nelle loro tombe.

Consistono di un' asticella ora liscia ed ora lavo-
rata a nodi, talvolta con un foro mediano per portarla
appesa, e finiente ad una estremità in una specie di
cucchiaino, nell' altra in una punta doppia, ossia bi-

forcata (tav. X, n. 14 e 16). Il cucchiaino serviva
per la nettezza degli orecchi, auriscalpiim, e la
doppia punta per quella delle unghie. È noto che og-
getti consimili erano già usati dalle popolazioni di-
moranti nella penisola, Umbri, Veneti, Sanniti, Etru-
schi ('), assai prima che v'immigrassero i Galli.
Questi, dappoiché si stanziarono nella penisola, li ado-
perarono ancor essi. Continuarono poi a servirsene
anche i Romani. Nel Museo di Bologna si conserva
un' asticella di bronzo, rinvenuta nell' interno della
città, lunga m. 0,15 con foro centrale per appenderla
e finiente ad una estremità in un cucchiaino, nell'altra
in una punta biforcata, come gli esemplari di Mon-
tefortino.

Riassumendo, dalle osservazioni fatte sopra gli
ornamenti muliebri estratti dal nostro sepolcreto,
acquistiamo intorno i costumi delle donne dei Galli
Senoni dati importanti, perchè di esse e delle donne
galliche in generale, poco si sapeva finora dagli an-
tichi scrittori e meno ancora dalle convenzionali rap-
presentazioni sui monumenti.

Corredo maschile.

Il corredo proprio degli uomini è costituito dalle
armi e da qualche utensile, fra cui le cesoie ed i
rasoi.

Cesoie. — Se ne rinvennero tre esemplari e tutti
in tombe di guerrieri (sep. 26, 35, 46, tav. X, n. 3 ;
XI, n. 7). Nei sepolcreti gallici felsinei erano in nu-
mero di sette, e di esse cinque in sepolcri senz'armi,
due in tombe di guerrieri (2). Un paio di cesoie con-
teneva il sepolcro gallico di Ceretolo, spettante pure
a guerriero (3).

Una cesoia si rinvenne a Povegliano veronese, ma
ignorasi se fosse in tomba di donna o di uomo (4).

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(l) Brizio, Tombe e necropoli galliche iella prov. di Bo-
logna, p. 469 sep. 623, p. 476, sep. 954 e Notizie degli scavi
1889 p. 297.

(*) Castelfranco, Bull, di paletn. Hai., anno XII, p. 249.

(3) Bianchetti, op. cit, p. 44: si confrontino le tombe di
Persona, n. 57 e n. 121.

(4) Schumacher, Ein gallisches Grab bei Dùhren, tf. Ili,
n. 38.

(!) Gozzadini, Scavi Arno aldi-Veli, tav. XIII, n. 3; Pros-
docimi, Notizie degli scavi, 1882, tav. V, fìg. 77; Dressel,
Annali dell'Instituto, 1884, tav. d'agg. P, n. 7, 8, 9, 10, p. 242;
Zannoni, Scavi della Certosa, tav. CXXXX, n. 5, 6, 7.

(?) Brizio, Tombe e necropoli della prov. di Bologna. Ben.
n. 185, 934, 968, 953; De Lucca, n. 83, 85, 105.

(3) Gozzadini, Di un antico sepolcro a Ceretolo nel Bolo-
p. 86).

(*) Notizie degli scavi 1880, tav. Vili, fìg. 4.
 
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