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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

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Brizio, Edoardo: Il sepolcreto gallico di Montefortino: presso Arcevia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0401

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DI MONTEFORTINO PRESSO ARCEVIA

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coperchio della lekane della tav. XII, n. 7 e 7a, già
descritta a p. 664.

La rappresentazione è notevole per le analogie che
presenta con il coperchio di altra lekane proveniente
da una tomba delle vicinanze di Kertsch in Crimea,
già pubblicata dallo Stephani (') e di cui nella fig. 31
presento una riduzione in zincotlpia.

Vi è ripetuto tre volte il motivo della donna co-
perta di lungo chitone dorico, la quale, fuggendo verso
sinistra, rivolgesi a destra, tenendo nella sin. alzata
ora un balsamario con tenia, ora un vaso baccellato
ed altra volta una cassettina. Vi si osserva pure il
gruppo di Amore in colloquio con una donna, e

Partenone ('). Giustamente lo Stephani avea riferito
quello stamnos al IV secolo, specialmente per la tec-
nica a rilievo ed a doratura delle figure principali.

La stessa età dev' essere attribuita alla lekane di
Xertsch, per lo stile del tutto libero con cui sono
trattate le figure e specialmente per la forma della
sedia ad alta spalliera ed a gambe ricurve, sulla quale
siede la padrona. Tale età conviene altresì alla lekane
di Montefortino, il cui sepolcreto, per avere appartenuto
ai Galli Senoni, è circoscritto, come ho già detto a
p. 713, fra gli anni 390 e 283 av. Cristo.

L' origine attica dei due vasi di Kertsch e di Mon-
tefortino si può ancora dimostrare con altra osserva-

Fig. 30. 1:2

1' altra donna seduta che volge indietro la testa, ed
il calathos in terra, come riempitivo di spazio.

Per tutte queste analogie, considero i due vasi, che
sono identici altresì nella forma, quali prodotti di
una medesima fabbrica. E questa, a mio avviso, è una
fabbrica attica.

Non posso addurre tutte le ragioni che mi sem-
brano giustificare tale opinione. Perciò mi limito a
brevi osservazioni.

Le lekane di Kertsch proviene senza dubbio dal-
l'Attica, come quasi tutti i vasi greci dipinti rac-
colti in quella necropoli, fra i quali basta ricordare
lo stamnos con la contesa di Nettuno e Minerva, le
cui due figure principali sono riproduzioni del gruppo
che occupava il centro del frontone occidentale del

zione. La donna vestita di lungo chitone dorico, ripetuta
tre volte sul primo vaso e due sul secondo, ricorre, oltre
che su altra lekane di Kertsch, anche sul vaso di
Menelao che insegue Elena, esistente nel Museo Gre-
goriano (2). E la fabbrica attica di questo vaso è di-
mostrata dal fatto che la scena sovr' esso ritratta, fu
derivata da altra simile, scolpita sopra due metope del
Partenone (3).

A fabbriche attiche riferisco altresì tanto il cratere
riprodotto sulla tav. XII, n. 6 e 6«, quanto la kylix
u. 9 e 9a della medesima tavola.

Analoghi sono i soggetti rappresentati sulle due
stoviglie. Sul cratere un Eros librato in aria e tenendo

(i) CompU-rendu, 1881, tav. III.
Monumenti antichi — Vol. IX.

(') Compte-rendu, 1874, tav. I.

(s) Museo Grer/or. voi. II, tav. 5, 2\

(3) Michaelis, Der Parthcnon, p. 139. Por altre figure su
vasi attici derivate dal Partenone reggasi Robert, Annali del-
l' Inst., 1874, tav. dagg. T, p. 243.

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