Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 9.1899

DOI Artikel:
Brizio, Edoardo: Il sepolcreto gallico di Montefortino: presso Arcevia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0404

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
791 il sepolcreto gallico di

la quale avea assunto anche un carattere morale, perchè
accompagnata altresì da un elevato sentimento reli-
gioso.

Ciò si deduce sia dal culto intenso che i Senoni
professavano per i loro morti, la cui terra aveano resa
sacra mediante i cippi di confine, sia dagli oggetti che
collocavano nelle tombe. Perchè non soltanto vi po-
nevano tuttociò che era stato caro ai defunti ('), ma
anche oggetti che ne simboleggiavano le virtù ed im-
magini di divinità, quasi ad esse volessero raccoman-
dare la sotterranea dimora di quelli.

Sotto questo rispetto meritano speciale considera-
zione le statuette fìttili maschili e femminili rinvenute
in parecchie tombe (tav. IV, n. 12; tav. Vili, n. 9
e fig. 27), e sopratutto l'oggetto fìttile in forma di
melagrana, ch'era nella ricca tomba Giampieri n. Vili
(tav. IV, n. 4).

Oggetti fittili in forma di melagrana occorrono as-
sai di frequente nelle tombe della Campania (2) e
melagrane, quali attributi di figure femminili, forse
eroizzate, veggonsi rappresentate così in pitture sepol-
crali etnische, come in rilievi funebri greci

(l) Dei Galli Transalpini dice Cesare:«omniaque, quae vivis
cordi fuisse arbiirantur, in ignem infermiti». De bello gali. VI, 20.

(2J Helbig, Annali, 1865, p. 281 ; Archaeolog. Zeitung, 1850,
p. 148, nota 13.

(3) Mon. dell'Inst., 1849 tav. IX, n. 1; 1866, tav. XXXVI;

te fortino presso arcev1a 792

Gli storici antichi ed i monumenti d'arte ci hanno
sempre rappresentato, fino agli ultimi tempi, i Galli
come barbari, che combattevano nudi e movevano alla
guerra seguiti dalle donne e dai fanciulli sui carri,
predoni che, ebbri e pasciuti, si accapigliavano per le
cose rubate, selvaggi che dei crani nemici formavano
coppe per bere o decorazione ai vestiboli delle case (').

In grazia alle scoperte di Montefortino, che ci hanno
rivelato la civiltà dei Senoni fin dal IV0 secolo av.
Cristo, possiamo ora affermare come la fosca pittura
che storici ed artisti, consci od inconsci, ci hanno
lasciato dei Galli, sia non soltanto esagerata, ma in
molti punti addirittura falsa. Viaggiatori greci, fra i
quali Posidonio, ricordato da Strabone, furono certo
gì' inventori ed i divulgatori di tali notizie sui feroci
costumi dei Galli, ed il terrore che questi aveano
incusso ai Greci ed ai Romani e del quale, ancora al
tempo di Polibio, conservavasi viva la memoria (2),
può in parte aver contribuito ad accoglierle facilmente
e ripeterle come vere.

E. Brizio.

Benndorf in Iah'eshefte d. arch. Inst. in IVien, voi. I, p. 4,
nota 4.

(1) Polyb., lib. V, 78, 1; lib. II, 19, 4; Liv. XXIII, 24,
12; Diod. Sic. lib. V, 29, 4; Strab. Geogr. p. 164.

(2) Polyb. lib. II, 35, 9.
 
Annotationen