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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0011

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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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divise fra loro da una triplice serie di bottoni, cioè
da due file di piccoli punti tramezzate da una fila
di bugne più grosse.

La tecnica, onde sono ottenute siffatte rappresen-
tanze, è in questa situla, come generalmente nelle
altre, non ostante il modo e la varietà dell' appli-
cazione, lo sbalzo compiuto con l'incisione; ma, ben

Fig. 1 (da fotografia).

analizzandola e precisandola, possiamo distinguere in
essa tre differenti processi (').

a. Le figure sono interamente sbalzate con rilievi
in talune parti più sporgenti, in altre meno, talora
quasi impercettibili, in corrispondenza col maggiore
o minore risalto delle forme organiche rappresentate.
Lo sbalzo è ottenuto sempre a mano libera con la
martellatura del rovescio delle lamine componenti il
vaso (2), prima naturalmente che esso vaso sia co-

(') A cotesti processi ho accennato nell'illustrazione delle
lamine atestine della raccolta Baratela: Notizie 1888. p. 97-08
(= La collezione Baratela, p. 69-70).

(2) Nella più perfetta arte dello sbalzo si ottiene il rilievo
delle figure mediante 1' uso di ceselli di svariate forme e di-
mensioni, ehe si adattano nel rovescio della lamina e si battono
a colpi di martello per far uscire le parti rilevate delle figure
stesse. Ma in quest'arte primitiva delle situle atestine dubito che
1' aggetto delle figure si conseguisse a semplici colpi di mar-
tello. Perocché non pare che gli autori delle nostre situle pos-
sedessero altre sorta di ceselli, che quelle asticciuole ad estre-

strutto con le lamine medesime congiunte insieme ed
inchiodate.

b. Taluni piccoli particolari, tanto delle forme or-
ganiche, quanto de' costumi o degli attributi, cui si è
voluto dare un risalto più sentito, sono resi con bitor-
zoli sbalzati mediante quegli stessi ceselli a punta
ottusa e tonda, che servivano per la decorazione geo-
metrica (').

In sostanza così il primo, come il secondo pro-
cesso è sempre quello dello sbalzo ottenuto a colpi
di martello dal rovescio della lamina. Vedremo che
qualche volta manca il primo ; non mai o quasi mai
il secondo.

c. Differente affatto è il terzo processo : quello
dell' incisione. I contorni delle figure e taluni parti-
colari delle forme, dei costumi e degli attributi, sono
determinati da linee intagliate nella superficie diritta
della lamina. L'intaglio non è condotto a bulino, ma
a scalpello. Questo si riconosce con attento esame
degli originali, ed abbiamo procurato che apparisse
anche nelle riproduzioni date dalle nostre tavole.
Le linee de' contorni non seguitano continue, ma sono
costituite di piccoli tratti incisi a colpi successivi
di scalpello. Tale discontinuità è più o meno dis-
simulata, secondo che il lavoro è riescito più o meno
fine e diligente. Anche la profondità delle incisioni,
che sono piuttosto piccoli solchi, che semplici linee,
dimostra 1' uso dello scalpello, anziché del bulino.

Neil' analisi delle singole situle terremo d'occhio
i modi speciali, onde i detti processi sono adoperati.

Delle rappresentanze della situla Benvenuti, ri-
traenti episodi della vita umana, ben note e illu-
strate ripetutamente (tuttoché offrano sempre materia
a questioni), non è qui il luogo di trattare, essendo
la terza parte della nostra Memoria riserbata allo
studio degli elementi zoomorfici. E poiché anche
questi appaiono nella situla Benvenuti in un tratto
della prima zona (fig. 2) e nella seconda (fig. 3, 4),
ne faremo qui argomento di analisi.

Tre figure, due d' animali ed una mostruosa di
natura mista, animale ed umana (fig. 2), vengono a

mità tonda più o meno grossa, che troviamo adoperate come
compimento dello sbalzo, e di cui parliamo qua sopra alla let-
tera b.

(') Cfr. parte II, col. 10 e segg.
 
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