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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0040

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(57 SITUILA IT

Una tazza bellissima molto piatta e col piede alto
e svelto, cioè simile a quella della sopraddetta tomba
Benvenuti n. 58 (tav, V, fig. 19) si ebbe nella tomba
83 del predio del sig. Agostino Pela, del pieno terzo
periodo, ov' era una fìbula serpeggiante col disco in
cima, analoga pure a quella trovata nella stessa tomba
Benvenuti.

Al terzo periodo apparteneva la tomba n. 87 del
fondo Lachini-Pelà, dalla quale uscì la lekythos alta
0,17, ornata sul ventre di una rappresentanza a fi-
gure nere di stile rilassato (tav. V, fig. 11). È espresso
un guerriero volto a sin. con lo scudo, fra mezzo a due
coppie di figure ammantate, una delle quali a si-
nistra è assai sbiadita. Nella spalla è una palmetta
fra due altre piccole figurine ammantate. La metà
inferiore del vaso è dipinta di un color nero ineguale
e in parte svanito. Pece menzione anche di questo
vaso 1' Helbig ('), il quale, considerata la decom-
posizione, per dir così, dello stile a figure nere
applicato alla rappresentanza, e tenuto conto di vasi
consimili, i quali nell'Etruria si trovano mescolati a
vasi a figure rosse della seconda metà del secolo V (2),
riferì a quel tempo la detta lekythos. La tomba n. 87,
onde uscì in luce questo vaso, conteneva un ossuario a
cordoni tutto rosso, due bicchieri di forma quasi ci-
lindrica, n. 1974, 1978; due fibule a lunga staffa
con pezzi d'osso, n. 1984, 1985; i frammenti d'un
cinturone.

Numerosi uscirono poi i vasi greci dal sepolcreto
Nazari in Morlungo. Ho veduto nella raccolta Nazari
una grande kylix frammentata, mancante del piede;
un piede d'altra tazza; il fondo di un piede simile;
due anse orizzontali di tazze del medesimo genere ;
un'oinochoe nera nella parte superiore, rossa inferior-
mente.

» Ma singolare fra tutti i frammenti di vasi dipinti
raccolti negli scavi del sepolcreto Nazari in Morlungo
è il centro di una tazza a figure rosse (fig. 23) del ge-
nere di quelle sopra ricordate, nell' interno della quale

(') Bull. delVInst. 1882, p. 79 e seg. Cfr. Furtwangler, op.
cit., tav. VI, fig. 175.

(2) Cfr. Bull. delVInst. 1878, p. 182, 183. Zannoni, op. cit.,
tav. LXVIII. Si confrontino anche altri vasi consimili della
Certosa, Zannoni, op. cit., tav. XLVII, fig. 9 e tav. XLVIII.

.ICA PRIMITIVA 68

è il cosidetto Gorgoneion barbato ('). Questo rarissimo
pezzo di fittile greco era collocato, secondo attesta il
Cordenons (2), entro un ossuario a zone rosse e nere (3)
messo a sua volta entro uno ziro maggiore (4) (uno
de' cosidetti vasi-tombe).

Alcnni cocci di vasi greci di provenienza atestina
sono passati colla raccolta Soranzo nel Museo prei-
storico di Roma, ove li esaminai nel magazzino. Oltre

Fig. 23. - Dagli Annali delVInst. 1882, tav. d'agg. P, fig. 11.

a qualche frammento di tazze meritano d'esser notati
alcuni avanzi di un cratere a colonnette (5). Rimangono
un pezzo di un'ansa con una delle colonnette, ornata
nella superficie superiore d'una palmetta nera; molti
frammenti dell'orlo fregiato di raggi, e il fondo.

I vasi greci pertanto della necropoli atestina non
sono, come forse è comune opinione, membra disiecta,
rare eccezioni, che appariscano in qualche tomba.
Si tratta di esemplari numerosissimi appartenenti
all'età della fioritura della ceramica attica del sec. V,
specialmente della seconda metà, essendo rarissimi i
pezzi che, come i frammenti di tazze cogli occhi e
col gorgoneion, accennino ai primordi di quel secolo
o alla fine del precedente. Ora, la presenza di tali
vasi dimostra evidente l'influsso esercitato sulla ci-
viltà di Este dalla etnisca del nord dell'Appen-

(•) Cordenons, Ann. delVInst. 1882, tav. d'agg. P, fig. 11;
Soranzo, Scavi e scoperte, tav. I, fig. 11.
(*) Ann. cit. p. 101, 102 e 113.
(3) Ibid., tav. cit., fig. 12.
(<) lbid., tav. cit., fig. 10.

(5) Cfr. per la forma, Furtwangler, op. cit., tav. IV, fig. 48,
e così per la forma come per i motivi decorativi sopra indicati
Mon. delVInst., XI, tav. XIX.
 
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