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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0041

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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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nino ('). E, quello che ancor più importa, non sono
cotesti vasi i soli oggetti, che comprovino tale
influsso. Anzitutto, come abbiamo veduto esaminando
le suppellettili delle tombe sopra descritte e come
osservammo altra volta studiando la cronologia della
necropoli atestina, nello stesso tempo, in che appa-
riscono i vasi greci, si diffonde e predomina in Este
il tipo proprio delle fìbule etrusche detto della Cer-
tosa, di fronte al quale diminuisce estremamente l'uso
de' tipi anteriori (-').

Si aggiunga che una cista a cordoni (tav. V, fìg. 30)
proveniente appunto dalla Palazzina Capodaglio, onde
uscirono in luce le tombe con le situle, di cui qui
trattiamo, è dello identico tipo di quelle uscite dalle
necropoli etrusche della Certosa.

Questa cista (3), n. 2919, appartiene alla tomba 107.
Era deposta nella nuda terra e ricoperta da una sfal-
datura di pietra. Ha dieci cordoni e una fila di bitor-
zoletti presso il labbro. Il fondo si è staccato da essa.
La bocca è rinforzata da un cerchio di ferro; due
maniglie, una delle quali è rotta, sono raccomandate
ciascuna con tre chiodi ai due lati del vaso. Il quale
è alto m. 0,28, ed ha un diam. di 0,35.

Nella cista erano una fibula di ferro, n. 2920, di
tipo della Certosa e un fermaglio di cintura pure in
ferro, n. 2921, cui appartenevano due anelli, n. 2922,
di diverso diametro.

Oltre a queste specie di oggetti, che in Este ri-
chiamano la civiltà etnisca bolognese, vale a dire vasi
dipinti, fibule, cista a cordoni, aggiungeremo che in
alcune tombe atestine del terzo periodo si raccolsero
vari dadi (4), i quali sono non meno caratteristici

(') Quanto alla cronologia della Certosa o delle altre ne-
cropoli etrusche affini del Bolognese v. quello che io ne scrissi,
dando le notizie bibliografiche relative, nelle Notizie degli
Scavi 1888, p. 325, nota 6 (= La collez. Barat. p. 153). A
far nuove osservazioni sull'argomento mi dette occasione lo
studio delle tazze dipinte di stile severo : Di una tazza di-
pinta scop. a Bologna negli Atti e Memorie della Deputaz.
di Storia Patria per la Romagna, s. Ili, v. X (1892), p. 264
e sg. Cfr. anche Gsell, Fouilles dans le nécropole de Vulci,
p. 329, nota 1.

(2) Notìzie 1888, p. 323 (= La coli. Barat., p. 153).

(3) La cista fu pure ricordata dall'Helbig, Bull, cit., p. 81,
e da me, Notizie 1888, p. 325 (= La coli. Barat., p. 153).

(4) Mi caddero sotto gli occhi: un dado (n. 3882) prove-
niente dalla casa di Ricovero ; 2 (n. 2273) da tomba del predio
Franchini; 5 (n. 2013) da tomba del fondo Lachini-Pelà; uno
(n. 3882) d'incerta provenienza.

per confermare le relazioni fra i Veneti, che lascia-
rono le tombe estensi del terzo periodo e gli Etru-
schi della valle del Po (').

D'altra parte un efficacissimo argomento confermante
siffatte relazioni si ricava dal fatto, che nella stessa
necropoli della Certosa si scoprirono alcuni vasi a cor-
doni e zone rosse e nere (2) uno a cordoni senza
tinte (3), ed uno a cordoni con borchie (4) del genere
delle stoviglie atestine del terzo periodo. Ho già no-
tato nella li parte di questa Memoria come que-
st' ultimo vaso borchiato, trovato alla Certosa nella
tomba 388 sia senza dubbio stato ivi importato dalla
regione veneta, ove vasi al tutto simili per forma ed
ornati si hanno appunto nel terzo periodo inoltrato
della civiltà di quella regione (5). E importati dal
Veneto sono da avere del pari gli altri vasi a cor-
doni e a zone, estranei alla ceramica comune alle
tombe di quella necropoli.

In base a tutti codesti dati noi non possiamo che
confermare sostanzialmente la cronologia già altra volta
posta, d'accordo con l'Helbig, per il terzo periodo della
civiltà di Este. Soltanto dobbiamo insistere su ciò :
che le relazioni fra la civiltà etnisca della Certosa
e quella di Este non s'iniziarono proprio al principio
del terzo periodo di quest'ultima civiltà (fi). Imperocché
vi sono tombe di questo periodo, come quella della
Villa Benvenuti, n. 72, sopra descritta, col coperchio di
situla figurato, le quali precedono tali relazioni (7); in
cui manca ogni vestigio di cose derivate dall'Etruria
circumpadana, e che contengono invece tipi ancora ca-
ratteristici della civiltà paleoveneta e della bolognese
villanoviana più recente.

(') Cfr. Zannoni, op. cit., tav. XIII, fìg. 12-14; tav. LI,
fig. 14, 15, p. 202; tav. LXIII, fìg. 13, p. 227; tav. CVI,
fìg. 2-4, p. 361, 362.

(*) Vaso da tomba 329: Zannoni, op. cit., tav. CXI, fig. 7-8.
Cfr. p. 367 e 299. Frammenti di vasi da tomba n. 236:
Zannoni, op. cit., tav. LXXXIV, fig. 1 e 4 (quest'ultimo vaso
era « a cordoni, in rilievo, bianchi ed a zone rosse »), p. 320.

(3) Frammento di vaso d'argilla rosso-scura da tomba 235 :
Zannoni, tav. LXXXIII, fìg. 9, p. 320.

(4) Vaso a cordoncini e borchie da tomba n. 388: Zannoni,
tav. CXXXV, fig. 3; p. 395, 396 e 199. L'ho registrato nella
statistica de'vasi borchiati : parte II, col. 113.

(5) Parte II, col. 126, 180, 181.

(6) L'avvertii già altre volte : Notizie 1888, p. 325. (= La
coli. Barat., p. 153.

C) Cfr. sopra, col. 35-36.
 
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