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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

DOI Artikel:
Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0050

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R7

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

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una linea a zig-zag ricorre lungo il margine. L'ansa
centrale è fatta di due laminette disposte in croce.
È ben conservato, ed ha il diam. di 0,20.

I frammenti di un altro coperchio simile, n. 3031,
anche questo baccellaio e adorno, di più, di due file
concentriche di bottoncini nella parte centrale e presso
all'orlo, mostrano ch'esso era di maggiori dimensioni
dell'altro (circa cent. 30) ; onde può avere appartenuto
alla maggiore situla n. 3024.

Fio. 28. — Da fotografia.

Il prof. Prosdocimi (') dette notizia, in uno de' suoi
primi opuscoli riguardanti lo scoperte atestine, delle
suppellettili delle due tombe del fondo Boldù-Doltìn
(n. Ili, 122), a cui appartenevano le due cospicue
sitale figurate e i frammenti della terza sopra de-
scritti. Ed io stesso (2) rivolsi speciali indagini su tali
suppellettili per dimostrar come fosse già in essa qualche
raro elemento della civiltà gallica commisto agli ele-
menti della civiltà veneta del terzo periodo.

Le due tombe, scoperte prossime 1' una all' altra,
come le due della Palazzina Capodaglio n. 105, per
quanto non si possa distinguere e definire ciò che era

(') La necropoli euganea di Està. Le tombe di Canevedo,
fondo Boldù-Dolfin (Montagnana, 1878).

(2) Notizie 1883, p. 386-388 (= Necropoli del Veneto,
p. 65-67).

in ciascuna, sono da tenersi contemporanee, tanto più.
che certamente delle tre situle così conformi per or-
nati e per stile spettanti a queste due tombe, una
doveva trovarsi in una, due in un'altra. Servivano, come
al solito, da custodia degli ossuari fittili, che sono
tutti a zone rosse e nere, e cordoni. Uno di grandi
dimensioni ('), n. 2998 era collocato nella maggiore
situla, n. 3024. I due ossuari minori, n. 2996, 3000,
il primo della stessa forma, il secondo alquanto più
panciuto e con tracce di striscie bianche verticali, che
passavano attorno al ventre, erano collocati nelle altre
due situle un po' più piccole.

Fra i molti vasi accessori della consueta argilla de'
vasi locali del terzo periodo, ricorderò anzitutto due
coppe a piede non molto alto, n. 3004, 3013 (2), tre
vasi panciuti, n. 2994, 3002, 3008, simili agli os-
suari sopra detti, e principalmente un singolare vas-
soio, n. 3085, d'argilla di color rossastro, sostenuto
da quattro piedi, alto m. 0,20, lungo 0,50, largo 0,19
(tav. V, fig. 16) edito già dal Prosdocimi (3). Resta
anche il piano di un altro vassoio simile, n. 3086,
i cui piedi sono perduti.

Lasciando stare altre stoviglie di minor conto (4),
importa fermare l'attenzione su di un'oinochoe a bocca
trilobata, n. 3014 (tav. V, fig. 15), d'argilla differente
dai vasi del terzo periodo, cioè di queir argilla cene-
rognola, cui ho accennato anche sopra (5) e che dob-
biamo riguardare come caratteristica della civiltà gal-
lica.

Ricordando infatti altra volta l'oinochoe della tomba
Boldù-Dolfin, ebbi già occasione di notare (fi) come essa si
riscontrasse esattamente con una trovata in una tomba
del sepolcreto gallico bolognese del predio Benacci

(') Cfr. per la forma la nostra tav. V, fig. 3, 5 e Prosdocimi,
Notizie 1882, tav. V, fig. 2.

(2) Cfr. Prosdocimi, ibid., fig. 23, 35.

(3) Cfr. ibid., fig. 33 (= Montelius, op. cit., p. I, s. B,
tav. 58, fig. 6).

(4) P. e. le piccole tazze a manico verticale, e due insigni-
ficanti frammenti, n. 3023, di un vaso con ornamentazione di
borchie di bronzo, che io ommisi di rammentare facendo la
rassegna de' vasi imbullettati nella II parte di questa Memoria.
È del tipo di quo' vasi a cordoni, propri delle tombe del terzo
periodo avanzato, di cui parlammo più volte: cfr. parte II, col.
144, fig. 49, e col. 158, fig. 53.

(5) Cfr. sopra, col. 50.

(6) Notizie 1883, p. 386, 387 (= Necrop., p. 65, 66).
 
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