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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0053

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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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stanza tardi, come dimostra la presenza di ambedue
le specie in queste tombe Boldù-Dolfin (^).

Un grappette di pallottole schiacciate di smalto
celeste, n. 3082; un tondo perforato di ambra rossa-
stra, n. 3083; alcuni frammenti di foglie d'oro n. 3084,
fra cui una in forma di disco, spettavano ad un monile.

Alla suppellettile delle due tombe spettavano per
ultimo le seguenti armi di ferro.

N. 3075. Cuspide di lancia con immanicatura tu-
bulare lunga m. 0,29, di cui io notai altra volta il
tipo gallico (ì). Kestano tre frammenti di una seconda
cuspide, che raggiungono insieme la lunghezza di 0,27.

N. 3077. Pugnale tutto ossidato, a un solo taglio,
con fodero ed elsa pure in ferro, quest' ultima priva
del rivestimento, forse in legno, che vi era racco-
mandato mediante borchie. È lungo m. 0,28 (3), e
mancante della punta.

N. 3079. Due frammenti di altro coltello con
resti del fodero, mancanti della punta e dell' elsa.

N. 3078. Frammento di lama di coltello.

Le tombe del predio Boldù-Dolfin, ove si rinven-
nero le situle figurate, si collegano strettamente alle
tombe n. 103 e 105 del predio Capodaglio, conte-
nendo un insieme di oggetti analoghi, appartenenti al
terzo periodo della civiltà arcaica atestina.

Ma, mentre in una di quelle tombe uscì un va-
sello greco, la scodella a scacchi, che trovava dirette
analogie in esemplari della Certosa di Bologna; nelle
tombe Boldù-Dolfin uscirono due vasi, uno skyphos
dipinto con una tecnica speciale e una kylix con im-
pressioni di palmette, che trovano dirette analogie con
esemplari de' cimiteri gallici bolognesi.

Mentre nelle tombe Capodaglio alcune ciotole ed
un orcio d' argilla giallastra ci fecero nascere il dubbio
di poter appartenere alla classe delle stoviglie di
argilla cenerognola di tipo gallico, nelle tombe Boldù-
Dolfin di così fatta specie di stoviglie d' argilla ce-
nerognola si ebbe un' oinochoe, che in esemplari dei
sepolcreti gallici bolognesi trova sicura, piena, di-
retta analogia.

(') Cfr. Ghirardini, Notizie 1888, p. 148, 149 (= La Col-
lez. Barat., p. 101, 102).

(2) Notizie 1883, p. 387, 388 (= Necrop., p. 66, 67).

(3) Debbo ricredermi del giudizio, che avevo dato di questo
oggetto, reputandolo frammento d' una spada di tipo gallico,
anziché di un pugnale.

Con queste tombe Boldù-Dolfin siamo veramente
giunti all' ultima fase del terzo periodo della civiltà
estense, della grande età, in cui si svolsero le indu-
strie schiettamente venete : ad un momento, nel quale
già appariscono evidenti i germi di una nuova èra.
I rapporti fra il Veneto e 1' Etruria circumpadana
continuano ; abbondano ancora nelle nostre tombe le
fibule del tipo della Certosa ; ma 1' Etruria circum-
padana aveva già incominciato a essere invasa e scorraz-
zata dalle tribù galliche ; e la civiltà antica di quel
paese, che aveva dal commercio greco risentito sì be-
nefici influssi, che ne aveva ricevuto un impulso po-
tente per salire ad un altissimo grado di sviluppo, era
già sulla via dello scadimento.

Lo skyphos, la kylix, l'oinochoe di argilla cenero-
gnola delle tombe Boldù-Dolfin sono indizi certi che
esse tombe appartengono ad un' età non anteriore al
principio del secolo IV ('). Non possiamo scendere
in verun modo più in giù della metà di quel secolo;
essendoché non solo la più gran copia della suppellet-
tile di quelle tombe richiama sempre i tipi della civiltà
veneta del terzo periodo, ma anche fra le fibule non
vi è un solo esemplare, che si riconduca ai tipi di
La Tène comuni e ne' gallici sepolcreti bolognesi e
nelle tombe posteriori atestine del quarto periodo.

Del resto le situle figurate delle tombe Boldù-
Dolfin sono, fra gli oggetti di esse, quelli che più
direttamente si collegano alla civiltà arcaica del paese.
Si tratta de' monumenti di un' arte, che si era da
gran tempo svolta a' piedi de' Colli Euganei e che
anche più tardi, allorquando 1' influsso della civiltà
gallica contribuì a mutare a poco a poco le costu-
manze e le industrie paesane, proseguì a fiorire pur
deteriorando e imbarbarendo sempre più, come dimo-
stra la stipe barateliana.

(!) A proposito dello skyphos delle tombe Boldù-Dolfin
affine a esemplari delle tombe galliche bolognesi, l'Helbig,
Bull, dell' Inst. 1882, p. 80, osservava che « nel Bolognese i
centri di civiltà etrusca furono sconvolti nel 4° decennio del
4° secolo, ossia i Celti in quel decennio invasero 1' agro fel-
sineo ». Cfr. Annali dell" Inst., 1880, p. 229, nota 3.
 
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