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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0067

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121 STUDIATA SPEC

alato), tuttavia l'animaletto che gli sta sotto al corpo,
posto in direzione inversa, ha veramente parvenza di
cerviatto o d'altra piccola bestia consimile, e ricorda
1' animaletto della simula di Sesto Calende, nella quale

IALMENTE IN ESTE 122

risultano che da qualche segno particolare. Così la
forma delle corna lascia distinguere la capra dal
cervo, come da essi non si distinguerebbe il cavallo,
per quanto di dimensioni un po' più grandi, senza

Fig. 39. — Come la precedente.

1' artista ha combinato il gruppo in modo più natura-
listico rappresentando un lattante sotto alla madre.
Non v' ha dubbio che 1' artefice di questa rappresen-
tanza si è inspirato allo stesso prototipo, onde deriva
quella della situla di Este.

Se la decorazione è simile, la tecnica del vaso di
Sesto Calende è identica a quella di Trezzo. Le
figure animali ed anche umane sono rese con puntolini
e bottoncini, i primi adoprati per segnare i contorni
delle figure, i secondi per dare a vedere il rilievo
generale del corpo e la sporgenza di certe sue parti,
p. es. delle gambe. Per gli occhi degli animali ha
servito il circoletto con punto nel centro.

Lo stile è assolutamente infantile, la struttura
de' corpi convenzionale, e le varietà delle specie non

del cavaliere grottescamente addossato su di esso.
Codesto trattamento delle figure è essenzialmente do-
vuto alla meschinità dei mezzi, di cui l'artefice si è
valso per la rappresentazione. Le figure stesse si di-
mostrano a chiare note dedotte dal repertorio deco-
rativo paleoveneto ; ma sono come una messe venuta
su a stento in terreno arido e infruttuoso.

Assai diverso dai vasi di Trezzo e di Sesto Ca-
lende e assai meglio rispondente nella tecnica al
materiale di Este è il coperchio di Grandate (')•
Esso (fig. 40) si riconduce per la forma e il concetto

(») V. per la bibliografia parte I, col. 181. La tavola ag-
giunta al fase. 27 della Rivista Archeol. di Como (1885), offre
una riproduzione eliotipica del coperchio. A semplici contorni
 
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