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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0081

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149

STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

150

essendo stata trovata con due spade del tipo di La Tène
ed un elmo parimenti di tarda età. Essa fu riferita
dal Wieser al principio del secolo IV ('), ma deve
probabilmente scendere almeno alla metà di quel
secolo.

Nei frammenti di vasi figurati di Meclo i vestigi
di figure d' animali sono insignificanti (2).

Un quadrupede a destra con lungo corno adunco ri-
mane in un pezzetto di cintura, scoperta a Obervintl (3).

palmette capovolte, somigliante a quelle della situla
A e meno stilizzata di quelle della situla L.

Più importante, comecché rovinatissima, è per il
rispetto dell'ornamentazione zoomorfica la situla di
Welzelach, recentemente rimessa in luce in quell' an-
golo remoto del Tirolo, che è la estrema valle del-
l' Isel. Della situla, scoperta in molteplici frammenti,
fu pubblicata dal Wieser una ricomposizione accura-
tissima (').

Fig. 47. — Da Wieser, op. cit., nella col. 150, nota 1.

Il quadrupede è in tutto affine a quelli delle situle
E-H (tav. II) e dei cinturoni estensi. Una foglia fra
due volute convergenti sotto al ventre del quadrupede
ricorda motivi analoghi di una delle dette situle H
ed anche della situla C (tav. 1).

Anche della situla di Matrei (4) non resta altro
della zona zoomorfica, che due figure di quadrupedi,
uno de' quali è forse una cerva, il secondo meglio con-
servato un bove, a cui seguiva un quadrupede della
stessa specie (fig. 46). Notevoli due figure d'uccelli
orizzontalmente librati in aria al disopra di questi
due ultimi animali. Al di sopra della cerva spunta
dal margine superiore delle zone una delle solite

(') Wieser, op. cit., p. 23-24.

(2) De Campi, Il sepolcreto di Meclo nella Naunia, nel-
l'Archivio Trentino, III (1834), tav. II, fig. 17 (= Hoernes, Ur-
gesch. der Kunst, tav. XXXVI, fig. 5), e lo stesso, Scavi e sco-
perte fatte negli anni 1885-1886, nell'Archivio Trentino, VII
(1888), tav. VI, fig. 1-12; p. 179 e seg.

(3) Wieser, Mittheil. der Anthrop. Gesellschaft in Wien,
XIV (1884); Sitzungsber., p. 85, fig. 5G (= Hoernes, Urgesch.
der Kunst, tav. XXXVI, fig. 4.

(4) Cfr. per la bibliografia parte I, col. 184, 185. Aggiun-
gasi: Hoernes, Urgesch. der Kunst, tav. XXXV, fig. 4, 5 e 6.

Lasciando stare la parte scenografica, che domina
nelle due zone superiori della situla e che rammenta
per la scelta degli episodi, come per la trattazione,
la situla Benvenuti A e la bolognese della Certosa,
osserveremo che la zona zoomorfica, per quanto si può
argomentare dal poco che ne rimane, si ravvicina
per lo stile piuttosto alla zona seconda della situla
Benvenuti, che all'ultima del vaso bolognese. Si di-
stinguono (fig. 47) fra gli animali frammentari gli stam-
becchi dal lungo corno adunco, a cui erano probabil-
mente associati i cervi diretti in fila da dr. a sin. Ma
come in A (fig. 3,4) gli animali in parte selvatici, in parte
feroci e fantastici sono disposti con una certa varietà
e per dir così sceneggiati con l'intromissione di una
figura di pastore e di alcuni arbusti, che sorgono qua
e là dal suolo, così nella situla di Welzelach troviamo
qualcosa di vario e di animato. Una belva feroce si-
mile ad orso con le fauci spalancate è rappresentata in
atto di affrontare gli animali pacifici, come ingegno-
samente ha interpretato il Wieser (2) ; e il suo inter-

(') Wieser, Das Grabfeld von Welzelach nei Beitràge zur
Anthropologie von Tirol (Innsbruck, 1894), tav. VI, p. 11.
(*) Wieser, op. cit., p. 13.
 
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