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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0090

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167

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

168

CAPITOLO VI.
Origine

della ornamentazione zoomorflca delle situle.

Onde vennero alle situle di Este gli elementi della
decorazione zoomorflca ? In una minuta rassegna, eh' io
feci, studiando le antichità Baratela, delle vestigia
d'un'arte e d'un disegno figurativo, apparsi nel mate-
riale archeogico delle tombe atestine ('), notai qualche
embrione di rappresentazione zoomorflca (cavalli) in
taluni graffiti di vasi fittili (2) ; notai qualche anima-
letto di carattere schematico adoprato per fregiarne
oggetti d'ornamento, per esempio fibule, o plasmato
in terracotta. Ma tali figure appartengono allo stile
veneto-europeo, di cui è caratteristica la decorazione
geometrica, e non hanno che far niente con le rappre-
sentanze delle situle.

Anche alle situle, quando fecero la loro prima
apparizione nel secondo periodo della civiltà atestina,
erano stati applicati per ornamento i motivi geome-
trici, che furono materia della seconda parte della
nostra monografia (3). La situla Benvenuti della tomba
22, quella della tomba 99 della Palazzina Capo-
daglio (4) ci dimostrano quali fossero appunto nel se-
condo periodo questi motivi.

Urgesch. der Kunst, p. 677. Merita tuttavia d'essere ricordata
una guaina di una spada di La Tene (Bertrand Eeinach, Les
Celtes, p. 124, fig. 82), in cui sono espressi sulla cima tre
quadrupedi, due affrontati e uno con la testa piegata indietro.
Il trattamento secco e freddo delle forme dimostra che spet-
tano ad una fase di pieno scadimento dell'arte, di cui abbiamo
seguito qui lo sviluppo. Queste figure sono ad ogni modo da
riannodare specialmente alle rappresentanze delle situle atestine
E-H (tav. II) e de' cinturoni.

Non sarà inutile da ultimo avvertire come non siano in
veruna guisa da aggruppare, nè da confondere con la serie
de'nostri monumenti le cinture figurate del Caucaso, intorno
alle quali veggasi la trattazione dell' Hoernes, op. cit., p. 620
e sgg. Egli considera le rappresentanze zoomorflche di quelle
cinture (una delle quali è ivi riprodotta, p. 032, fig. 189, 190)
come dovute a influenze dell'arte micenea, e raccosta ad esse
cinture anche i noti ori di Wettersfelde nella Lusazia (p. 629,
fig. 186-188; cfr. p. 630), sebbene riguardi questi ultimi come
oggetti di esportazione dalle colonie ioniche del Ponto. Fra
le situle paleovenete e gli ori di Wettersfelde non possiamo
instituire raffronto diretto nè scientificamente efficace ; meno
che mai fra esse situle e i bronzi del Caucaso.

(') Notizie 1888, p. 362-369 (La collez. Barat., p. 191-198).

(2) V. per es. Soranzo, op. cit., tav. VIP'5. Hoernes, Ur-
gesch. der Kunst, p. 655, fig. 194.

(3) V. parte II, col. 9-33.

(4) Ibid., col. 11-14, fig. Sa, b; col. 19-22, fig. A a, b.

Ora, come avvenne l'introduzione del nuovo stile
figurativo, quale appare nella prima situla A uscita
dalla tomba 73 : da una tomba, il cui contenuto, da
noi analizzato, richiama pure per grandissima parte
quello della tomba 22 e in iscarsissima misura ac-
cenna all' inizio di un terzo periodo di civiltà?

Ecco il problema, che ci si para dinanzi : un pro-
blema veramente assai più arduo di quanti ci occorse
d'incontrare nelle precedenti ricerche e che studiando
la serie delle lamine barateliane, le quali per molti ri-
spetti si collegano alle situle figurate, fino dall'anno
1888 io mi proposi e tentai di risolvere (').

Espressi sin d'allora l'avviso che l'arte delle si-
tule figurate traesse origine dall'arte greco-orientale (2),
e misi insieme una serie di particolari argomentazioni,
con le quali mi pareva che la mia tesi fosse suffragata.

Alcuni anni avanti due dotti avevano, senza che
io ne avessi allora contezza, e indipendentemente,
credo, 1' uno dall'altro, pensato all'efficacia esercitata
dall'arte greco-asiatica su quella delle situle figurate:
Alfredo Maury e Ottone Benndorf. Il primo (3) fece
argomento di tre geniali articoli le antichità euga-
nee e gli scavi d' Este ; e nel terzo di essi, intratte-
nendosi alquanto sulla situla Benvenuti e su quella
della Certosa, osservò (4) che certe figure portavano
chiaramente l'impronta d'una origine greco-asiatica. A
dimostrare cotesta origine instituì, assai confusamente
del resto, qualche raffronto generico e non al tutto
opportuno fra le situle e i monumenti della Grecia
e dell' Etruria. Il Benndorf fu più preciso, ed alluse
all' influenza ionica sull'arte de' nostri bronzi, ma senza
trattare la questione complessa sulla loro origine e sul
loro carattere. Egli ne toccava soltanto incidentemente
e brevemente, discorrendo della cintura figurata di
Watsch, in un' adunanza della Società antropologica
di Vienna (5).

La tesi propugnata e svolta abbastanza largamente
nella mia monografia barateliana ebbe fortuna e fa-

(') Notizie 1888, p. 362-369 {La collez. Barat., p. 191-198).

(2) Notizie cit., p. 359-371 (La collez. Barat.. p. 188-200).

(3) Maury, Les antiquités euganéennes et les fouilles d'Este,
nel Journal des savants, 1882, p. 193-204; 386-399; 526-541.

(*) Op. cit., p. 537-541.

(5) Benndorf, Ueber ein Giirtelblech von Watsch, nelle
Mittheilungen der anthrop. Gexllschaft in Wien, XIV (1884);
Sitzungsber., p. 43 e seg.
 
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